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Rapporto Qualivita DOP/IGP. Segnali positivi per l’ortofrutta

Cresce del 7% la produzione ortofrutticola certificata. Leadership per mele altoatesine e trentine

Denominazioni di origine e comparto ortofrutticolo sono due fattori che non sempre vanno a braccetto. Se ne è parlato anche durante l’ultimo Macfrut di Cesena, all’interno del quale il tema è stato affrontato da molti operatori di settore che hanno messo in evidenza luci (poche) e ombre (tante) di un connubio che stenta a decollare, soprattutto dal punto di vista della richiesta da parte del consumatore.

Come ogni anno, la presentazione del Rapporto Qualivita/Ismea sui prodotti a denominazione di origine e a indicazione geografica protetta consente di verificare l’andamento dal punto di vista produttivo e dei consumi, relativi all’anno precedente. Cosa è emerso, quindi, dall’analisi dei dati del 2012? Segnali certamente incoraggianti e positivi nel complesso.

In generale Ismea stima un incremento di oltre il 2% del valore alla produzione, che nel 2012 raggiunge 7 miliardi di euro grazie al fondamentale apporto delle vendite all’estero. Il giro d’affari al consumo si è invece attestato a 12,6 miliardi di euro (+5% su base annua), di cui circa 9 realizzati sul mercato nazionale.

I prodotti ortofrutticoli certificati figurano al terzo posto complessivo e seppure molto lontani dai leader di settore, vale a dire formaggi e prodotti a base di carne, quest’anno mostrano segnali positivi rispetto alla stabilizzazione del 2011 e al forte incremento del 2010. Gli incrementi maggiori a livello produttivo si registrano con la Mela Val di Non DOP (+14,7%) e con l’Arancia Rossa di Sicilia IGP (+74,6%). Ma i dati positivi riguardano ancora la Patata di Bologna DOP così come il Pomodoro di Pachino DOP e l’Arancia di Ribera DOP. Lieve flessione invece per la Mela dell’Alto Adige IGP (-4,4%) e deciso calo per le Clementine di Calabria Igp (-20,8%).

Il fatturato alla produzione si attesta intorno ai 470 milioni di euro (165 realizzati sui mercati esteri), mentre quello al consumo vale 658 milioni di euro. Si conferma la forte concentrazione, poiché le due principali mele certificate – Mela dell’Alto Adige IGP e Mela della Val di Non DOP – da sole valgono l’80% del valore complessivo.

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