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Mela KIKU, estimatori in tutti i continenti

A 14 anni dalla sua scoperta si accendono nuovamente le luci sul clone di FUJI altoatesino

Il 5 ottobre scorso un centinaio tra operatori commerciali, partner di KIKU nel mondo e semplici interessati provenienti 21 nazioni di tutti i cinque continenti si sono riuniti a Cornaiano in Alto Adige per il tradizionale appuntamento dedicato alla mela KIKU, il KIKU-meeting internazionale giunto ormai alla sesta edizione.Esperti di caratura internazionale, quali il Hiroo Koike dal Giappone e Yong-Koo Kim dalla Corea del Sud e Joan Bonany dalla Spagna, hanno portato contributi sulle esperienze di produzione di Fuji nei rispettivi paesi e hanno illustrato i motivi per i quali KIKU viene preferito ad altri cloni.
Delle caratteristiche commerciali e gustative della KIKU ha invece parlato nella sua introduzione Jürgen Braun, amministratore delegato della KIKU srl, che non ha trascurato di fare luce sulla nascita del clone Kiku 8, scoperto dal padre nel 1990 in Giappone. A 14 anni di distanza la mela KIKU ha al
suo attivo 2.500 ettari dedicati nel mondo, 90 partner, una produzione che annualmente si attesta attorno a qualche migliaio di tonnellate, oltre ad un brand accattivante e a una vivace politica di marketing. Ormai terminate le scorte provenienti dall?emisfero sud, i primi quantitativi di mele KIKU di
produzione altoatesina di questa stagione si attendono a partire da metà ottobre. Nel corso del meeting è stato presentato il nuovo sito KIKU rivolto ai consumatori: www.kiku.it

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