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Chiudono i Mercati generali di Torino

I grossisti torinesi si spostano al CAAT

Mercati generali addio Lunedì frutta e verdura si contrattano al Caat

Lavori frenetici nella nuova struttura. Il direttore: sarà tutto pronto

I grossisti hanno tempo fino a domenica per traslocare le merci

Cambia casa, dopo 65 anni, la «dispensa» di Torino. Oggi, alle 12, chiuderà definitivamente i cancelli il Moi, il vecchio Mercato ortofrutticolo all´ingrosso di via Giordano Bruno, erede dell´antico Balon e delle sue «ghiacciaie» sotterranee, e nella notte su lunedì, alle 4,30, inizieranno le contrattazioni al Caat, il nuovo Centro agroalimentare di Grugliasco, in strada del Portone. Ieri, alla presentazione, sia l´assessore al Commercio, Elda Tessore, sia il presidente del Caat, Franco Massacesi ed il direttore, Arturo Arduino, hanno assicurato che «tutto sarà pronto», dagli impianti elettrici alle linee telefoniche, dagli uffici alle banche, ai bar. Ma saranno di certo tre giorni, e tre notti, di lavoro febbrile – da oggi a domenica – se si vorrà rispettare l´impegno, sia da parte dei grossisti, che hanno 48 ore (e conseguentemente permesso di transito anche domenica) per trasferire tutte le attrezzature ancora impiegate stamane in via Giordano Bruno, sia da parte del Caat, dove ieri alle 14 erano ancora all´opera martelli pneumatici e muratori per demolire e rifare piattaforme nel settore «Produttori». Insomma si aprirà col cemento ancora bagnato, la vernice fresca e con qualche impianto provvisorio. Le casse bancomat si mettevano a punto solo ieri, qualcuno attende ancora linee telefoniche e fax aggiuntive. Deciso a rispettare la data è Franco Podestà, nel duplice – e difficile – ruolo di presidente dell´Associazione piemontese grossisti ortofrutticoli (Apgo) e di vicepresidente del Caat. La sua ambizione, confessa, è di «aprire una finestra sulla Francia», sull´Alta Savoia e sulla Costa Azzurra in particolare, aree che potrebbero scegliere Torino per approvvigionarsi di ortofrutta e abbandonare Milano: «Abbiamo in corso molti contatti con i trasportatori francesi per indirizzarli sul Caat», dice Podestà. Di certo la grande struttura, realizzata fra il 1995 e il 1999 a cavallo di Grugliasco e Rivoli – 440 mila metri quadri di cui 120 mila coperti – è oggi sovradimensionata rispetto al bacino di utenza: un abito di tre o quattro taglie in più. Lo ammettono sia il presidente Massacesi, sia l´assessore Elda Tessore, che ricorda come il Caat sia stato progettato e approvato a fine Anni 80 in riferimento al movimento di merci che si registrava all´epoca sul mercato di via Giordano Bruno – 5 milioni di quintali all´anno – prevedendo un incremento a 6-7 milioni – in vista di un possibile sviluppo. Che invece non c´è stato. Anzi, oggi la quantità di prodotti ortofrutticoli movimentati a Torino arriva a stento ai 3,5 milioni di quintali, con un giro d´affari di 4-500 milioni di euro, sia perché è diminuita la popolazione, sia perché l´inadeguatezza e la scomodità della struttura che chiude oggi ha allontanato alcuni grandi compratori e catene di distribuzione, Pam in testa. «Una volta in funzione un mercato più moderno, più pulito, più ordinato e tendenzialmente meno caro potrebbe recuperare la clientela persa», dice speranzosa Elda Tessore. E Massacesi scommette sull´aspetto «logistico» del mercato, su operazioni più rapide e meno costose per scarico e carico delle merci e per la ricomposizione dei carichi, sull´ubicazione del Caat («a 20 minuti da piazza Statuto»), a due passi dalla tangenziale e dal rettilineo di corso Allamano. Ma con strada del Portone in ritardo di un anno nella ristrutturazione. Sovradimensionati sono i frigoriferi – 12 mila metri quadri su 20 mila sono ancora in attesa di collocazione – e gli uffici, che già sono stati ridotti di due piani rispetto al progetto originale: «Sono fiduciosa nelle funzioni collaterali al mercato per utilizzarli», dice la Tessore. La trentina di grossisti dissidenti all´origine del ritardo nell´entrata in funzione del mercato sono sistemati nella palazzina (6000 metri quadri) che doveva essere riservata al mercato dei fiori: «Un salotto», secondo Massacesi. E il mercato dei fiori? «Potrebbe non andare via dalla città: grossisti e produttori non paiono molto favorevoli al suo spostamento», dice la Tessore. E l´ingresso dei privati al Caat? Per Massacesi il regolamento lo prevede, ma ci sono alcune perplessità da parte degli operatori: «E poi chi verrebbe fin quaggiù a fare la spesa?».
Gianni Bisio

(Del 18/1/2002 Sezione: Torino cronaca Pag. 44)

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