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Arance pigmentate preferite fuori dai pasti

Indagine di mercato dell’Ismea sull’arancia pigmentata

Incontro a cura dell’Ente Sviluppo Agricolo della Sicilia sul mercato delle arance rosse

Arancia rossa siciliana: una nobile decaduta?

L’Ente di sviluppo agricolo, per dare un contributo alla valorizzazione dell’arancia tipica siciliana, ha commissionato all’Ismea un’indagine conoscitiva sul posizionamento nel mercato delle arance pigmentate, come prodotto fresco e come trasformato. Il lavoro svolto sarà presentato ufficialmente lunedì prossimo 3 dicembre nel salone della sede provinciale di Catania dal commissario straordinario dell’Ismea, Massimo Bellotti, ma è stato già diffuso tramite il sito Internet dell’Ente di sviluppo. Sarà poi oggetto di un confronto del mondo agricolo interessato, alla presenza dell’assessore regionale, Castiglione. Alcuni elementi però emergono dall’indagine dell’Ismea e non sono rassicuranti per il futuro di questo prodotto che l’Ue, con l’acquiescenza dell’Italia, ha lasciato senza protezione alcuna (se escludiamo la compensazione finanziaria per la trasformazione) in un mercato che si può definire «aperto», per non usare termini più crudi ma reali. Risulta, infatti, che anche sul mercato nazionale non si ha una conoscenza adeguata delle peculiarità e dei pregi dell’arancia rossa siciliana, per la quale si rileva presso gli intervistati (3.000 famiglie) un generalizzato apprezzamento .
Poiché il panorama politico comunitario fa prevedere una crescente attenzione verso aree geografiche dell’Est e del Sud-Est europeo e una competizione sempre più impegnativa per le arance siciliane, è necessario individuare i mezzi e gli strumenti per sostenere sul mercato nazionale e comunitario l’arancia rossa. Il frazionamento dell’offerta in mille rivoli commerciali rende debole il rapporto con i protagonisti dell’acquisto, sempre più concentrati e quindi sempre più interessati alle grandi forniture. L’attivazione del Consorzio per l’Igp (Indicazione geografica protetta) diventa quindi uno strumento indispensabile per la sopravvivenza del comparto, in quanto crea le condizioni per l’affidabilità al consumatore.
Il significato dell’Igp è noto attualmente a un piccolo pubblico, ma la sigla assume una connotazione positiva nell’inconscio del consumatore favorendo la percezione della qualità. Nelle abitudini comuni a tavola primeggiano le arance bionde, mentre fuori dai pasti la preferenza va alle rosse, eventualmente spremute, ritenute tra l’altro più dolci e succose. Gran parte dei consumatori, tuttavia, riconosce al tarocco un primato incontrastabile. Ciò significa che bisogna intensificare le informazioni ai produttori e agli operatori. Bisogna, in sostanza cambiare filosofia e concentrare e mirare la spesa pubblica e privata in una sinergia richiesta anche dall’Ue.
Sebastiano Spoto Puleo

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