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Logistica e Trasporti

Merci al Brennero, Iru: “Un problema estremamente serio”

L’Unione internazionale dei trasporti su strada chiede alla Commissione europea di accelerare i negoziati tra Austria, Italia e Germania

Il Brennero è di nuovo al centro del dibattito europeo sul trasporto merci. Questa volta è Raluca Marian, direttrice dell’Iru (Unione internazionale dell’autotrasporto) a riassumere la situazione: “Abbiamo tra le mani un problema estremamente serio”. 

L’appello alla Commissione

Con una lettera indirizzata alla presidente Ursula von der Leyen, l’Iru ha chiesto l’intervento della Commissione europea per affrontare in modo deciso la questione dei limiti e divieti austriaci al transito dei veicoli industriali lungo l’asse del Brennero.

“Vi è una carenza di capacità nel trasporto ferroviario di merci e nel trasporto combinato – scrive Raluca Marian – Gli autotrasportatori che desiderano utilizzare il trasporto combinato devono affrontare una situazione impossibile”.

Pertanto, per Iru, occorre avviare un nuovo ciclo di negoziati tra Germania, Italia e Austria per scongiurare nuovi episodi di caos, come quello che si è registrato lo scorso 3 ottobre, quando a causa di una festività nazionale della Germania, si è creata sull’autostrada italiana A22 una coda di veicoli industriali lunga quasi 100 chilometri.

Una lunga storia

Non è la prima volta che l’Iru chiede alla Commissione europea di intraprendere un’azione legale contro l’Austria al fine di “imporre il rispetto del principio della libera circolazione delle merci”.
Ma, secondo la comunità internazionale dei trasporti, la Commissione europea fatica ad assumendosi le proprie responsabilità, il che non farebbe altro che peggiorare la situazione, accrescendo così il malcontento innanzitutto degli autotrasportatori e degli operatori logistici ma anche, più in generale, dell’Austria e degli altri Stati membri.

“Un nuovo ciclo di negoziati deve essere organizzato senza ulteriori ritardi – conclude Raluca Marian – In caso di fallimento, la Commissione europea dovrà intraprendere un’azione giudiziaria”.

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