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Logistica e Trasporti

Sostenibilità nei trasporti: la Ferrero in prima linea

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Autore Redazione

Dal 2012 il colosso dolciario di Alba ha avviato un percorso per ridurre l’impatto ambientale nei trasferimenti dei prodotti finiti e intermedi

“Per il 42% delle imprese la sostenibilità nel trasporto dei prodotti di largo consumo è una sfida prioritaria e improcrastinabile. E per questo sono numerose le innovazioni adottate per migliorare l’impatto sull’ambiente, attraverso la riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e il miglioramento dell’efficienza del flusso logistico.

Con il supporto di Ecologistico2, uno strumento di simulazione ideato da Ecr Italia, le aziende del comparto agroalimentare stanno diventando più efficaci nella valutazione dell’impatto climatico del loro network logistico. E questo grazie alla misura del PMx e della CO2e (CO2 equivalente) . Tra le adesioni, top player del calibro di Ferrero, Barilla, Mondelez Italia e Müller.

In particolare, dal 2012 Ferrero ha avviato un percorso per ridurre l’impatto ambientale nei trasferimenti dei prodotti finiti e intermedi da e per lo stabilimento di Alba (Cuneo), intervenendo su vari fronti: ammodernando in modo progressivo la flotta di automezzi (compresi quelli dei fornitori); ottimizzando i carichi (riducendo così il numero dei mezzi utilizzati e della loro percorrenza); migliorando la media della classe Euro dei mezzi; introducendo mezzi a gas naturale, con la riduzione di circa il 50% delle emissioni di polveri sottili.

A settembre 2019, poi, Ferrero ha abbandonato il gas metano di origine fossile come carburante dei veicoli del polo di Alba e l’ha sostituito con il biometano, ottenendo un taglio del 55% delle emissioni di CO2 (well-to-wheel) rispetto all’esercizio 2015/16. Grazie a Ecologistico2, viene precisato in una nota, Ferrero ha inoltre simulato uno scenario a regime di veicoli alimentati al 100% con biometano: le emissioni di CO2 prodotte dai mezzi e le polveri sottili sarebbero azzerate, mentre quelle legate alla produzione e distribuzione del biocombustibile (well-to-tank) si ridurrebbero a 124 tonnellate di CO2 l’anno.

 

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