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Ingrosso

Dai mercati: poche vendite, prezzi buoni per i consumatori

Dopo settimane calano i finocchi. Tengono i pomodori, i peperoni e le arance

Frutta e verdura in calo. In una stagione di rincari, il consumatore può comprare bene l’ortofrutta. Nei mercati all’ingrosso calano volumi e valori delle vendite, anche fino al 20%. Tornano nella normalità i finocchi, poco sopra l’euro zucchine e melanzane. Più sostenuti pomodoro a grappolo e peperoni, tengono bene le arance e pure i carciofi anche senza grandi vette. Rilevanti differenze di prezzo all’interno del mondo fragole.

Cali pesanti nel fatturato: fino e oltre il 20%

Ci saranno pure i rincari, ma se la gente non compra il prezzo si tiene basso. Al mercato all’ingrosso di Firenze offre la lettura della situazione Aurelio Baccini, vicepresidente nazionale di Fedagro: “Vendite al ribasso. Sicuramente si risente del clima di guerra e questo un po’ si riflette sui consumi. Registriamo un calo intorno al 20% in termini di fatturato e questo 20% è dato anche dai prezzi che si stanno abbassando per eccesso di offerta”.

Rientrati nella normalità i prezzi degli ortaggi: “Resiste il pomodoro a grappolo sia italiano sia spagnolo a 2,20/2,30 euro al chilo, il Pixel ha perso valore e ora si trova a 1,50/1,80 euro, il datterino va da 2,50 ai 3 euro. Sono calati anche i finocchi a 1,40/1,50 euro. I cetrioli sono a 1,50 euro, melanzane 1,20/1,30 euro con la tonda. I peperoni sono più alti: a 2,40/2,50 euro. Le zucchine sotto 1,50 euro mentre i carciofi hanno mantenuto una discreta stabilità nonostante non manchi l’offerta. Il Terom sardo con i primi tagli quota 0,70 euro a capolino, con i secondi siamo a 0,40/0,50 euro”. Chiudiamo con gli asparagi: “Seguono due binari: il prodotto del nord varia da 8 a 10 euro il chilo, mentre dal sud si ha una quotazione inferiore di 2 euro”.

Fragole dalla Basilicata a 4 euro

Passiamo alla frutta dove per “le mele non è cambiato niente, solo diminuita la vendita. Sulle arance Tarocco c’è ricerca di prodotto con pezzatura e si vende intorno a 1,60 euro mentre si ferma a 1,10/1,20 su quelle piccole. Navel dalla Spagna con foglia intorno ai 0,90, le clementine sono  d’importazione con un prezzo variabile da 2,30 a 2,50 euro il chilo. Infine le fragole. Un mondo. Origine Basilicata intorno a 4 euro il chilo, 3 euro per la Sicilia. In media c’è un buon prodotto, al massimo della qualità”.

Bruno Barcella da Milano: “Trasporto fragole aumentato oltre il 30%”

Bruno Barcella, imprenditore e rappresentante di Fedagro,  con myfruit.it sottolinea il problema dei rincari: “Ormai utilizzo il termine pandemia economica, una svalutazione così veloce e con una percentuale così alta non si presentava da tanto tempo”. Parlano i numeri: “E’ un dato l’aumento del costo del trasporto e dei materiali di consumo, l’incidenza sul prezzo non è da poco. Sulle fragole registriamo un incremento del 30/40 % delle spese di trasporto“.

E chi paga? Naturalmente nessun attore della filiera può lavorare in perdita sottolinea l’imprenditore. “C’è da fare un’analisi sulla redditività, per alcune imprese si porrà il tema della solvibilità visto che il commercio è improntato sul credito”. Tempi duri: “Navighiamo a vista, fare dei programmi a lungo termine non è facile e pure le valutazioni sono ardue”.

A Torino arance fino a 1,80, fragole a 5,50

Al Caat di Torino iniziamo dagli agrumi, con le arance. La Navelina  italiana da 0,90 euro, la spagnola  si ferma a 0,80. La varietà Tarocco dalla Sicilia prende prezzo e si parte da 1 euro per arrivare a 1,80 euro (calibro 4). Le clementine spagnole quotano 1,30 (Hernandina) e 1,40 (Nadorcott) mentre le israeliane Orri  arrivano fino a 2,50 euro il chilo.  Meno valore per i mandarini tardivi: da 1 a 1,30 euro. Andamento in rialzo per i limoni: 1,20 euro  per il primo fiore siciliano e 1,10 per lo spagnolo.

Capitolo fragole con le Candonga della Basilicata  che toccano i 5,50 euro, le altre nazionali si fermano a 4 euro mentre le spagnole non vanno oltre i 3,50 euro. Il kiwi italiano da 2,20 a 2,60 euro al chilo, c’è prodotto dalla Grecia a 1,80 euro mentre Zespri va da 3,40 a 3,60 euro.  I lamponi dal Marocco sono a 20 euro, i mirtilli spagnoli a 13 euro e quelli peruviani a 14 mentre le more messicane quotano 19 euro come il ribes cileno e olandese. L’uva arriva dal Perù con la bianca Thompson  a 4,40 e la rosata Red Globe a 2,60 euro.  Sulle mele ci sono le Annurca Igp della Campania a 1,70 euro, la Pink Lady a 2,20 euro, Fuji  Marlene da  Alto-Adige e Mela Più da Emilia-Romagna a 1,60 euro.

I finocchi sotto i 2 euro

Sul fronte ortaggi  emerge subito il ribasso dei finocchi che dopo mesi scendono sotto i 2 euro e quotano da 1,20 a 1,50,  quotazioni sempre buone  per i cetrioli a 1,50 euro. Piccola risalita delle zucchine: l’origine Fondi con calibro 7/14 arriva a 2 euro, le siciliane chiare  e scure a 1,50 euro e c’è del prodotto a 1,20 euro. I peperoni  siciliani lunghi arrivano a 2,30 mentre quelli quadrati spagnoli si fermano a 2,20 euro. I piselli a 3,50 euro. Le melanzane sono al ribasso e le siciliane chiare non vanno oltre 1,60 euro e quelle spagnole sono a 1 euro. Il cavolfiore bianco a 1 euro e quello romanesco a 1,50 euro.

Pomodori: sempre sui 2 euro

Piccolo calo, ma sempre quotazioni sostenute per i pomodori  a grappolo: 1,80 per il prodotto nazionale, 2 euro per quello spagnolo, con la merce del Marocco si scende a 1,60 euro al chilo. I ciliegini siciliani arrivano ai 3 euro mentre i datterini quotano 3,20 euro. Poi  Cuore di Bue (2,50 euro), Piccadilly (2,80), Marinda (3,30), Il radicchio lungo e tondo a 1,70 euro, il tardivo 4,50 euro e il variegato 3 euro.
Il carciofo spinoso sardo si ferma a 0,50 euro al capolino mentre il romanesco a 0.70 euro mentre gli asparagi verdi sono a 5 euro e l’asparagina in mazzi a 4,50 euro.

La frutta secca ed esotica

Vediamo la frutta secca con le mandorle sgusciate californiane da 9 a 10 euro il chilo, nocciole francesi 5,70 euro e le italiane 4,70. Passiamo alle noci francesi fino a 4,80 euro e le italiane Lara toccano i  6,60 euro. Pistacchi californiani e  iraniani sgusciati a 29 euro il chilo. Sul banco esotico troviamo l’avocado che quota 3,50 euro da Israele e 4,50 dalla Spagna con la varietà Hass. Il frutto della passione dalla Colombia a 6 euro mentre il mango dal Brasile via nave quota 2 euro e quello via aerea  6,50 euro, mentre la papaya arriva ai 4,50 euro.

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