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Ingrosso

Dai mercati: zucchine nazionali sempre su, volano le fragole

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Tengono le vendite della frutta esotica: bene i consumi di avocado e buon prezzo dell’ananas via area che arriva a 4 euro/chilo

Sostenuti i prezzi di alcuni ortaggi, inchiodati quelli di gran parte della frutta. Se zucchine e melanzane nazionali sono intorno ai 3 euro, la gran massa delle arance non supera spesso l’euro.  Non c’è gran movimento anche per finocchi e carciofi. Tengono prezzi e richieste di mele e pere, ma nei mercati all’ingrosso si archivia gennaio come un altro mese in discesa sul fronte scambi e vendite. Se continua così sarà un brutto anno.

A Firenze: “Sotto delle aspettative”, zucchine a 3 euro

ingrossoIniziamo il giro d’Italia di myfruit.it tra i mercati dalla piazza di Firenze dove incontriamo Aurelio Baccini, vicepresidente nazionale Fedagro e presidente dell’associazione di Firenze, che dipinge il quadro della situazione: “Siamo al di sotto delle aspettative, registriamo vendite modeste rispetto ai programmi. Non si finisce niente”. Per essere più chiaro fa un esempio quantitativo: “E’ tutto sottostimato ovvero se pensavo di vendere mille quintali di un determinato prodotto, poi ne vendo 700”. Chiaro.
Sul listino emergono i prezzi sostenuti delle verdure che hanno incrementato i prezzi a causa degli eventi climatici: “Abbiamo le zucchine intorno ai 3 euro, quelle con il fiore oscillano tra 4 e 5 euro; i prezzi rimangono alti per le melanzane, siamo sempre intorno ai 3 euro. I prezzi delle insalate sono contenuti: in media siamo tra 1 e 1,20 euro e non c’è un gran consumo. Stesso discorso per i peperoni che hanno mantenuto il prezzo, da 1,60 a 1,80, ma manca il consumo. I finocchi da 0,90 a 1 euro. I prezzi sono riferiti al prodotto nazionale”. Parliamo in particolare di Puglia e Sicilia. Le patate vanno da 0,40 a 0,50 euro, non si vendono più come nel primo lockdown”.

La frutta: poca richiesta per le arance

Sulla frutta manca ancora effervescenza sugli agrumi: “Le arance non si vendono. C’è tanto prodotto a 0,50 euro perché sono di piccolo calibro, con quelli più grandi si arriva a 1,20. Per le clementine manca del prodotto, ma non ci sono vendite mirabolanti e il prezzo va da 1,40 a 1,50 con le nuove varietà tardive. Per mele e pere i prezzi e le vendite restano invariate, per il kiwi tiene il prezzo da 1,50 a 1,60 ma calano le vendite“.

A Milano avanti piano, pianissimo

Il mercato milanese sconta le problematiche di una città dove sono ferme attività economiche importanti come ristorazione, convegni e eventi. Bruno Barcella esordisce: “Poche notizie buone di questi tempi”. Gennaio non rappresenta certo la svolta per l’ingrosso lombardo. “Sui singoli articoli ci sono dei prezzi che tengono come sugli ortaggi a causa anche alle difficoltà climatiche in Spagna. Ma attenzione zucchine e melanzane a 3 euro non fanno grandi volumi, ci sono state fiammate ma durate poco, e per quanto riguarda le prime il prezzo per il prodotto del Marocco parte da 1,20 fino a 1,70 euro“.

Le arance? Un disastro

arancePer quanto riguarda la frutta? “Mele e pere si vendicchiano. Sulle arance è un disastro. si sente molto la crisi del sistema Horeca. Per quanto riguarda i prezzi, eccetto il Tarocco super extra, si va da 0.80 a 1,30 e dentro ci sono tutte le pezzature. A volte si fa fatica a trovare uscite. Per le arance bionde si parte da 1 euro a scendere. Di clementine nazionali c’è poco prodotto, arrivano le tardive da Spagna e Marocco e si va da 1 a 1,50. Da Israele la varietà Orri che costa un po’ di più, arriva fino a 1,80″. Concludiamo con i kiwi: “La mancanza di prodotto permette di tenere il prezzo: la seconda scelta vanno da 1 a 1,30 e da 1,50 a 2 euro per le pezzature più grandi“.

A Verona si “vendicchia”, manca il Trentino

Jacopo Montresor, da circa un mese alla presidenza dell’associazione Fedagro di Verona, offre i tempi delle vendite nel mercato della città veneta: “La settimana scorsa e questa le possiamo definire di grande stasi. Non è una questione dei prezzi, noi siamo il passaggio intermedio, anche riducendoli i volumi delle vendite non cambiano”. Su quali categorie si sente più il freno? “Il fruttivendolo che lavora bene, cura i clienti, seleziona i prodotti può avere una flessione però continua a lavorare. Ci manca il settore Horeca. In particolare a Verona si sente la mancanza del Trentino Alto Adige dove negli anni scorsi hanno lavorato tanto e questa stagione vista la gran quantità di neve avrebbero lavorato di più”. Occasione persa.

Fragole fino a 18 euro il collo

Ortomercato Milano

Ortomercato Milano

Vediamo i prezzi. “Non c’è gran movimento, a parte alcuni articoli: le zucchine arrivano fino a 3,80 per il prodotto raffinato, le  fragole anche a 18 euro al collo. Gli agrumi, così come per la gran parte degli articoli c’è poca richiesta”. Passiamo all’esotico: “L’avocado tiene la richiesta e il prezzo, siamo alla fine della produzione israeliana, tra un mese parte la campagna sudafricana. Siamo intorno a 15/16 euro il collo – sono 4 kg netti a cartone – per la varietà Pinkerton. Ma si sta affermando anche l’avocado Hass, sempre più apprezzato a iniziare da quello a buccia nera, quello maturo. Sull’ananas c’è carenza di prodotto per via aerea a causa della riduzione di alcuni voli. La richiesta è discreta e il prezzo oscilla da 3,80 a 4 euro per un buon prodotto da Costa Rica, Panama e Cuba“. Concludiamo con la frutta secca: “Una richiesta costante, in particolare di noci, datteri, anche arachidi per carenza di prodotto da Egitto”.

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