Frutta a guscio ed essiccata

27 novembre 2025

Nocciole, più sinergia tra produzione, istituzioni e ricerca

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Per il mercato delle nocciole è un momento delicato, con produzioni più scarse e prezzi più alti: una situazione che, ovviamente, obbliga tutto il comparto a rivedere le proprie valutazioni e la propria gestione interna. Ma per Pompeo Mascagna, presidente Assofrutti, si tratta solo di uno dei tanti e variegati andamenti di mercato che si sono già verificati in passato e che possono ripresentarsi. 

Mascagna ricorda i fatti dell’annata 2014: “È successa la stessa cosa. A seguito di una forte riduzione di produzione in Turchia, si è verificato un altrettanto forte aumento dei prezzi. È la legge della domanda e dell’offerta”. Com’è noto, la produzione in Turchia quest’anno è stata di gran lunga inferiore. Di recente anche l’Inc ha ridimensionato le proprie stime calcolando, per il maggior produttore mondiale, circa 500mila tonnellate di prodotto. 

“Bisogna sempre prendere con cautela e stime che vengono fatte a febbraio/marzo o tra giugno e luglio. Nei mesi successivi si possono verificare varie situazioni che smentiscono le valutazioni precedenti. Un conto è fare stime a giugno, un conto è vedere la realtà a settembre”, commenta Mascagna. 

Anche la situazione che si è verificata quest’anno in Italia ne è la dimostrazione: “C’è stata la cascola precoce, la siccità e ci sono state le intemperie, fattori che hanno condizionato il raccolto, sia nella quantità che nella qualità”. 

Le ripercussioni sul mercato

La riduzione del quantitativo prodotto in Turchia si riflette su tutti i mercati. “Le industrie hanno fatto dei budget pensando di spendere meno. Non erano sbagliati, ma probabilmente non erano state prese in considerazione alcune variabili. Questo creerà certamente dei problemi anche sul mercato nazionale e sulle vendite al minuto. Anche derivati subiranno delle variazioni. Mi piacerebbe però verificare se dopo, quando non ci saranno più tensioni sui prezzi, se questi ritorneranno indietro. Purtroppo spesso ciò non accade”. 

Chi ha avuto la lungimiranza di giocare d’anticipo, oggi può affrontare la situazione più serenamente. “Noi, come organizzazione di produttori e come cooperativa – aggiunge Mascagna - avevamo fatto delle programmazioni per dare gli acconti agli associati. Ci siamo approvvigionati finanziariamente in maniera tale da essere in grado, in caso di variazioni di prezzo al rialzo, di affrontarle in maniera più tranquilla. Bisogna pensare a tutto”. 

Italia: lavorare su qualità e volumi, ma con l'aiuto delle Istituzioni

Programmare vuol dire anche guardare avanti e indirizzare gli sforzi verso una produzione italiana migliore dal punti di vista quali-quantitativo, che permetta di recuperare il terreno perso a livello mondiale. “Stiamo lavorando in questa direzione - conferma Mascagna - Nel Lazio, per esempio, abbiamo una varietà ottima. Ci stiamo impegnando con le aziende associate affinché la produzione futura sia migliore di quella degli ultimi anni”. 

Non tutto però può essere tenuto sotto controllo: “È chiaro che non possiamo combattere contro le avversità climatiche o fenomeni come la cimice asiatica. Per questo abbiamo bisogno di un ombrello da parte delle istituzioni. Noi possiamo puntare, insieme ai nostri associati, a produrre meglio, ma non possiamo fermare certe avversità”. 

Per Mascagna, dunque solo una sinergia fra mondo della produzione, Istituzioni e ricerca può dare quella marcia in più per invertire il trend degli ultimi anni.

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