I bombardamenti degli Stati Uniti contro i siti nucleari iraniani nel weekend appena trascorso hanno spinto Teheran a minacciare la chiusura dello stretto di Hormuz, tra Iran e Oman, come era stato ipotizzato da myfruit.it nei giorni scorsi.
Al momento non si sa ancora che cosa succederà realmente: quello che si sa è che lo Stretto, che si estende per 560 chilometri, arrivando a una larghezza massima di 320 chilometri, è un braccio di mare che collega il Golfo dell’Oman - cioè il tratto del Mare Arabico compreso fra la costa dell’Oman e quella più meridionale dell’Iran da cui passa circa il 30% del petrolio mondiale - al Golfo Persico. Da qui transitano il 30% del petrolio e il 20% del gas mondiale.
Gli effetti dell'aggravarsi dello scontro militare tra Israele e Iran potrebbe dunque avere effetti pesanti sul traffico delle merci, in particolare su quello di idrocarburi.
Un coro di no
"La Cina invita la comunità internazionale a raddoppiare gli sforzi per promuovere la de-escalation del conflitto e impedire che l’instabilità regionale abbia un impatto maggiore sullo sviluppo economico globale", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun.
"La chiusura iraniana dello Stretto sarebbe estremamente pericolosa", ha avvertito l’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Kaja Kallas, ribadendo che l’Unione europea chiede una soluzione diplomatica e una de-escalation.
"Lo Stretto di Hormuz sarà uno dei punti critici, nelle prossime settimane, ma anche a medio-lungo termine la situazione può avere conseguenze importanti, incluso un aumento del rischio di attacchi terroristici", ha riassunto il ministro della Difesa Guido Crosetto.
"Ho espresso preoccupazione e la richiesta di non intervenire con la chiusura di Hormuz, che potrebbe provocare danni enormi all’economia innanzitutto iraniana, ma anche a tutti gli altri Paesi, compresa la Cina", ha detto il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani.
Una grande portacontainer ha attraversato Suez
Nel frattempo, con una stazza lora di 54mila tonnellate, la scorsa settimana la prima grande portacontainer - si tratta della Cma Cgm Osiris - ha percorso il Canale di Suez. Non accadeva dal marzo 2024 che una nave così grande attraversasse il Canale. Arrivata nel porto egiziano di Alessandria dopo aver fatto precedentemente tappa a Singapore, la nave dovrebbe toccare anche a Trieste.
La grande imbarcazione ha usufruito di uno sconto del 15% sulla tariffa applicato dallo scorso 15 maggio e valido per un periodo di 90 giorni per l’attraversamento del Canale riservato dalle autorità alle unità con stazza lorda superiore alle 130mila tonnellate. In questo modo, dovrebbe essere incoraggiare il ritorno delle maxi unità nel Canale
Come evidenziato dalla authority, era da inizio 2024 – quando gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso si erano inaspriti fino a causare anche alcune vittime – che una nave di queste dimensioni non percorreva Suez. Tuttavia, va precisato, portacontainer di dimensioni più contenute hanno continuato ad attraversare la via d’acqua anche nei mesi scorsi.
Ma sulle possibilità che i traffici lungo il Canale possano tornare a breve alla normalità regna però molto scetticismo: la situazione geopolitica attuale, infatti, di sicuro non aiuta.