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25 luglio 2025

Da Mantova: meloni resilienti, belli, dolci e piccoli

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Come sarà il melone del futuro? Quello che troveremo in reparto o nei banchi di fruttivendoli e ambulanti? Questo l'identikit: bello da vedere, buono da mangiare e resiliente ai cambiamenti climatici. Quest'ultimo punto sempre più al centro delle attenzione e delle preoccupazioni di tutta la filiera - dal campo allo scaffale - e del consumatore è il dato che influenza gli altri due. 

Le ondate di calore sempre più forti e persistenti - toccano anche le produzioni coperte - oppure le gelate  o l'eccesso di acqua influenzano sempre più estetica e bontà dei meloni, senza dimenticare la resistenza, elemento fondamentale per una buona conservazione e quindi per il valore da tutelare all'interno di tutta la filiera e l'apprezzamento del consumatore finale. 

Insomma il melone è sempre più  in linea con i nuovi stili di vita e le sfide climatiche: esteticamente attraente, gustoso al palato e capace di resistere al caldo torrido, alle gelate e all’eccesso di acqua.

Questo il focus principale del primo Simposio del Melone Mantovano Igp (abbiamo scritto del convegno qui), organizzato dal Consorzio Melone Mantovano Igp che ha visto insieme le aziende sementiere più importanti: Bayer Crop Science, Basf Nunhems, Rijk Zwaan, HM Clause e Syngenta. Insomma la ricerca in campo e che dimostrato di valorizzare in chiave contemporanea delle eccellenze tradizionali come il melone mantovano. 

Studio e degustazione 

Nell'evento genetisti e commerciali pronti a dare risposte, spiegazioni, chiarimenti in campo ma anche far assaggiare le novità al mondo della produzione e della distribuzione nel centro di accoglienza realizzato accanto ai due ettari dedicati ai campi sperimentali ornati da decine e decine di varietà diverse firmate dalle cinque sementiere presenti in forza a Brescello (Reggio Emilia) negli spazi della azienda agricola Don Camillo che ha realizzato il laboratorio a cielo aperto. Partner e sponsor anche Francescon e Op Sermide Ortofruit.

Genetisti o sociologi? 

L'appuntamento nelle cinque postazioni, comprese le visite in campo, non è stato un incontro dominato dall'innovazione varietale in sé e per sé, anzi le spiegazioni sulle qualità delle varietà affermate e delle novità è sempre stata legata al riferimento sociologico, demografico, psicologico ed economico.

Il "calibro" dei meloni è un dato fondamentale e imprescindibile  perché risponde ad una precisa richiesta di mercato. La  pezzatura oscilla da  sotto il chilo e non oltre il chilo e mezzo perché il melone deve essere a dimensione di single e di famiglia. Il nucleo medio del XXI secolo che come ci informa l'Istat: "La componente media di una famiglia italiana è di 2,3 persone". 

Senza dimenticare la maggiore longevità con tanti anziani che vivono soli. Il melone deve essere, quindi, facilmente trasportabile e avere una modalità di consumo adeguata al contesto. A questa dimensione si sono orientati i genetisti. 


Meloni più piccoli, ma presenti per più mesi in reparto. Ma cambia la stagione e cambia l'accrescimento quindi cosa succede? Si sono create varietà simili ma ad accrescimento lento durante il periodo di maggior crescita così da non superare la pezzatura richiesta dal consumatore. Che in un Paese lungo e storia antica presenta gusti alimentari differenziati. Quindi al Sud si è più propensi  ai "calibri" maggiori rispetto al Nord. Approccio che sta cambiando come dimostra il "ridimensionamento" del Piel de Sapo, varietà molto diffusa in Spagna e in Italia coltivata e consumata soprattutto in Sardegna e in alcune poche aree del Sud Italia. 

Meloni belli e robusti 

Nel melone retato la linea verde - le suture - deve essere ben evidente  perché come sottolineano dalle aziende intervistate: "Comunica freschezza". Sempre sul retato forte attenzione alla rete che oltre alla funzione estetica, la retatura deve essere marcata,  svolge anche una funzione di protezione del melone. La sua struttura lo rende più robusto e, quindi. anche meno delicato per il suo trattamento in reparto e poi in casa.  

Altri dati legati alla praticità sono la cavità piccola che lo rende più comodo per il consumatore e naturalmente si deve soddisfare il gusto. La bellezza attrae, la bontà fidelizza. Serve un buon grado Brix che deve essere superiore ai 12 gradi e attestarsi sui 13/14. 

Il melone per il caldo torrido 

Nei cataloghi dei sementieri si legge anche: "Alta qualità anche con il clima torrido".  Chiara evidenza che bisogna fare i conti con il cambiamento climatico. Serve un apparato fogliare che permetta la tutela dalle scottature del melone e varietà resilienti alle temperature più elevate che compromettono la bontà del melone. Il riferimento a innovazioni varietali dedicate alla convivenza con la transizione climatica è una costante che abbiamo ascoltato in ogni postazione dei sementieri. 

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