Consumi e consumatori

24 ottobre 2025

Carrello ortofrutta: incidono qualità, prezzo e salutismo

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La scelta d'acquisto per frutta e verdura è sicuramente dettata e condizionata da freschezza, sapore e aspetto come hanno dichiarato i consumatori ai ricercatori che hanno firmato lo studio Rigenerare il fresco, la ricerca di   Italmercati e Ismea in collaborazione con il Censis (leggi qui l'articolo), un campione ampio e significativo: il 63,5%. Ma, attenzione, quasi un italiano su quattro guarda attentamente ed orientato nell'acquisto dal prezzo. In percentuale siamo al 39,8%. 

I prezzi incidono nella scelta d'acquisto

Quota significativa e il Censis, rappresentato da un mito della sociologia italiana come Giuseppe De Rita, non esita a definire questo fenomeno come un “frattura alimentare”, che riflette le crescenti disuguaglianze sociali nel Paese: da un lato chi può permettersi una dieta sana e bilanciata, dall’altro chi, pur consapevole dell’importanza di un’alimentazione equilibrata, non riesce più a sostenerne i costi. Accanto ad una propensione influenzata dalla sostenibilità economica del bilancio familiare emerge un altro dato centrale:  la provenienza del prodotto, menzionata dal 38,9% del campione. 

L'ortofrutta pesa: quasi un quinto della spesa alimentare 

I numeri confermano l'importanza economica del settore ortofrutticolo. Secondo i ricercatori nel  "2024 il comparto ortofrutticolo rappresenta quasi un quinto della spesa alimentare domestica delle famiglie italiane". più nel dettaglio la frutta fresca incide per il 7%, gli ortaggi sempre freschi per il 6%, la frutta trasformata per il 2% e gli ortaggi trasformati per il 4%. 

Più che l'aumento dei consumi è l'aumento dei prezzi ad incedere sul bilancio delle famiglie come si legge nella ricerca: "Le percentuali sono rimaste stabili rispetto al 2019, ma alcune categorie hanno registrato aumenti di spesa superiori alla media dell’agroalimentare, che si attesta al +25,5%. In particolare, la frutta fresca è cresciuta del +32,4%, le patate del +44,7% e i prodotti a base di pomodoro del +35,6%".

Boom per la frutta a guscio e la IV gamma, bene le patate 

Incidono i prezzi senza se e senza ma nella composizione del carrello della spesa delle famiglie, cresce però l'influenza  di una tendenza salutista  nella società come conferma il balzo pari all'11%  tra il 2024 e il 2019  dell'acquisto della frutta a guscio. Accanto al dato benessere continua a crescere l'influenza dei prodotti pratici da mettere a tavola e consumare. Anche qui la conferma dai numeri della ricerca, il confronto tra il 2024 e il 2019 mostra un incremento per gli ortaggi freschi (+4%), aumento trainato dalla IV gamma (+11%) e dalle patate (+7%). In quest'ultimo caso anche per l'economicità della scelta. 

Si compra meno frutta, calo considerevole degli agrumi e dei succhi

Sempre tra il 2019 e il 2024 i ricercatori hanno registrato un calo dei volumi per la frutta fresca, la frutta trasformata e gli ortaggi trasformati. Per la frutta fresca, ha pesato in particolare la riduzione degli acquisti di agrumi (-8%). Nel segmento della frutta trasformata, il calo è stato trainato dalla contrazione dei succhi, in diminuzione costante da anni e in flessione del 18% rispetto al 2019

Per quanto riguarda gli ortaggi trasformati, si osservano incrementi significativi per gli ortaggi surgelati (+3%), ma la flessione del 5% delle conserve di pomodoro ha determinato una contrazione complessiva del comparto pari a -1%. Anche in questo caso emerge il dato della praticità e della velocità del consumo. Cucinare i piselli surgelati è molto meno impegnativo rispetto a quelli freschi, lo stesso discorso vale per le fave o pe ri carciofi. 

Meno sfuso e più confezionato 

Meno sfuso e più confezionato. Benvenuti nell'era del packaging. Un’evoluzione dell’offerta e della domanda a cui partecipano tutti i soggetti della filiera: mondo produttivo, distribuzione e consumatori. 

Gli autori della ricerca elencano i benefici del confezionamento a peso fisso: "Vantaggi logistici, gestione più semplice dei reparti ortofrutta nei punti vendita, riduzione degli sprechi associati alla manipolazione diretta del prodotto. Inoltre, comporta minori oneri per le pulizie e migliora la percezione del consumatore di igiene e sicurezza alimentare e consente anche una comunicazione più efficace delle caratteristiche del prodotto da parte di produttori e distributori". A trainare la diffusione dei prodotti ortofrutticoli confezionati concorre anche la diffusione di quelli con marchio del produttore e delle linee premium del distributore

Il peso crescente dei discount, resistono i mercati

L’aumento del peso degli ortofrutticoli freschi confezionati viene correlato al crescente successo del discount, formato che predilige la gestione del reparto ortofrutta con questi prodotti. Anche qui parlano i numeri: la quota del discount oggi rappresenta il 25% del valore delle vendite retail di ortofrutta, con un incremento della quota del 2,7% in cinque anni.


Il canale prediletto di acquisto resta la grande distribuzione (Gdo): il 60,8% degli italiani dichiara di preferire i supermercati per l’acquisto di alimenti freschi, con valori più elevati nel Nord-Ovest (70,2%) e nel Nord-Est (68,4%). Accanto alla grande distribuzione si conferma la vitalità dei mercati rionali (33,3%) e dei negozi di quartiere (31,7%), che soprattutto al Centro e al Sud e Isole superano la media nazionale. 

L'online resta fermo al 2%

L'acquisto online rimane marginale (2,3%), il digitale non sembra in grado di sostituire il bisogno di valutazione diretta del prodotto e la relazione personale con chi vende. Insomma questo è un punto di forza per i piccoli dettaglianti e per la Gdo e i mercati all'ingrosso svolgono un fondamentale ruolo di scelta di qualità con ricadute importanti nei reparti e nei banchi dei negozi. 

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