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In sintesi

Apofruit: “Un 2022 complicato, ma bilancio positivo”

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Autore Redazione

Nonostante costi e problemi climatici, la cooperativa chiude con utile di 568mila euro e liquidazione invernale di 53,7 milioni

È stato approvato recentemente il bilancio 2022 di Apofruit Italia, cooperativa leader nel settore ortofrutticolo con oltre 2.700 soci produttori in tutta Italia. I numeri parlano chiaro: nel corso dell’ultimo anno il valore totale della produzione è stato di 268 milioni e 140mila euro. Il bilancio consolidato del gruppo (Apofruit, Canova e Mediterraneo Group). ha raggiunto i 339 milioni e 784mila euro e l’utile netto è stato di 568mila euro.

A commentare la chiusura e l’approvazione del bilancio 2022 è stato lo stesso presidente di Apofruit, Mirco Zanotti, che rileva: “L’anno che ci siamo lasciati alle spalle è stato molto particolare, caratterizzato da quella instabilità geopolitica a livello internazionale che ha inciso fortemente anche nei costi di produzione, sull’inflazione e nelle dinamiche del mercato. Ritengo quindi sia molto soddisfacente, fatte tutte queste premesse, avere presentato un buon bilancio e contemporaneamente buone liquidazioni. Ciò ci permette, infatti, di riconfermarci quale realtà sana, che investe per continuare ad essere punto di riferimento per i propri soci”.

Il direttore generale, Ernesto Fornari, aggiunge: “Abbiamo affrontato un anno, il 2022, senza eguali nella storia della cooperativa, per gli eventi e le dinamiche che si sono susseguiti nel corso di pochi mesi, sia a livello internazionale, con gli eventi noti, sia nelle stesse campagne, con una siccità mai vista. In ogni caso, il sistema Apofruit ha dimostrato di tenere e di essere quindi una realtà affidabile per tutti i nostri partner commerciali”.

Contestualmente all’approvazione del bilancio, è iniziata anche la liquidazione invernale 2022, che è stata erogata a tutti i soci della cooperativa dopo l’anticipo di oltre un mese che, a causa dell’emergenza alluvione in Emilia-Romagna, era stato dedicato ai produttori romagnoli colpiti dalla devastante ondata di maltempo. A fare il punto sulla liquidazione più importante dell’intera annata, perché riguarda i maggiori quantitativi di ortofrutta commercializzati dalla cooperativa, sono Mirco Zanotti, Ernesto Fornari e Mirco Zanelli, rispettivamente presidente, direttore generale e direttore commerciale di Apofruit.

Le mele

“Per quanto riguarda le mele – spiega Fornari – una delle referenze principali della nostra cooperativa, la produzione si è aggirata attorno ai 200mila quintali, di cui l’80% in convenzionale e il 20% in biologico. In termini varietali primeggia il gruppo del club Pink Lady con oltre 90mila quintali, la nuova cultivar Joya. È poi in costante crescita la varietà Regal’You commercializzata con il marchio Candine, di cui siamo unici licenziatari in Italia. Si conferma invece il progressivo calo della Fuji a causa delle avverse condizioni produttive. A tutte queste si affiancano infine le varietà tradizionali, come Golden®, Granny Smith e il gruppo delle rosse Stark. La commercializzazione 2022/2023 si è protratta per tutto il mese di giugno in maniera più prolungata rispetto al solito. Abbiamo infatti dovuto affrontare una situazione che vedeva sui mercati quantità molto elevate di mele, dal momento che la produzione è stata abbondante in tutta Europa. Al contempo, tutte le zone di provenienza, da Trento alla pianura, hanno sofferto la grande siccità dello scorso anno, per cui calibri e colorazione spesso non sono stati ottimali. Dalla seconda metà di marzo, comunque, c’è stata una ripresa in termini di consumo e richieste e abbiamo quindi terminato la maggior parte dei quantitativi durante la prima settimana di giugno, mentre con Joya andiamo fino a fine luglio. Un commento a parte merita Candine: è una mela molto interessante, che sta crescendo di anno in anno e di cui Apofruit è l’unica licenziataria in Italia per la produzione e la commercializzazione. Candine è una varietà molto appetibile essendo dolce e croccante, ha un’ottima conservabilità, è pronta al consumo da subito dopo la raccolta, è indicata a sostituire la Fuji ed essere collocata sul mercato italiano ed asiatico”.

“Rispetto al 2021 – interviene Zanelli – la liquidazione è in calo di circa il 15 per cento. Su questo dato pesano sia la grande produzione registrata a livello europeo, che ha generato una forte competizione, ma soprattutto i maggiori costi, quelli energetici sostenuti per la conservazione, quelli su tutti i materiali di confezionamento ed i trasporti, subiti nella scorsa annata”.

Le pere

“Il gruppo delle pere – riprende Fornari – rappresenta circa 66mila quintali, con un 70% di convenzionale e un 30% in biologico. Rispetto alle aspettative iniziali i prezzi sono stati decisamente superiori, quindi la riteniamo sostanzialmente un’annata positiva. Senz’altro sarà migliore del 2023, visto che quest’anno non c’è praticamente prodotto. Le quotazioni sono state buone, peraltro, nonostante le pezzature siano state inferiori a causa della siccità”.

Patate e cipolle

Ottime notizie arrivano dalla categoria delle orticole. “Le patate e le cipolle – conferma Fornari – hanno prodotto ottime performance. In termini di quantitativi parliamo di circa 200mila quintali tra entrambe le referenze, con aumenti di valore rispetto al 2021 che si attestano tra il 10 e il 20% a seconda della specie. Nello specifico per il comparto patate, oltre alla valorizzazione della varietà Dopo Primura di Bologna che presenta si difficoltà di produzione ma che si colloca ad una liquidazione di 48 cent/kg., le altre cultivar beneficiano del valore aggiunto del programma del Selenio e della partecipazione della Cooperativa al Consorzio Selenella”.

Gli agrumi

“Nell’ambito degli agrumi – rileva Fornari – si ribaltano praticamente le consuete proporzioni tra convenzionale e biologico. In questo caso, infatti, la nostra produzione, proveniente principalmente da Basilicata e Calabria, è per l’80% Biologica, con 50mila quintali di clementine, 20mila quintali di arance, 7mila quintali di limoni. La produzione di agrumi è cresciuta notevolmente negli ultimi anni sviluppando un calendario produttivo più completo che sta permettendo, da una parte di intercettare finestre di consumi da ottobre a maggio, ed ai produttori di assicurare anche una continuità di lavoro ai propri dipendenti. Ciò è molto importante in termini di reperimento di manodopera specializzata, sempre più difficile da trovare sul mercato. Per quanto riguarda la lavorazione del prodotto in vista della commercializzazione, avviene tutta all’interno del nostro stabilimento di Scanzano Jonico”.

“Il comparto degli agrumi – aggiunge Zanelli – complessivamente ha performato meglio dello scorso anno per i nostri produttori. In particolare su arance, i limoni sono risultati sostanzialmente stabili, ma sulle clementine quello che fa la differenza sono i periodi di raccolta e l’allungamento del calendario commerciale, che da anni stiamo mettendo in atto con i nostri produttori”.

Fonte: Apofruit

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