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Guerra in Ucraina: le prime reazioni del settore

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Autore Redazione

Il mondo agricolo esprime preoccupazione per l’aggravarsi della situazione commerciale nazionale e comunitaria

“L’Ucraina è il quarto paese al mondo per valore totale delle risorse naturali ed è al terzo posto in Europa per riserve di shale gas, pari a circa 22 trilioni di metri cubi. L’Ucraina, inoltre, è un paese industrializzato e dall’anima fortemente agricola, grazie alla quale può soddisfare il fabbisogno alimentare di 600 milioni di persone”. Lo evidenzia il presidente di Copagri Franco Verrascina, condannando fermamente le efferate e ingiustificabili violenze che stanno animando il confine russo-ucraino sin dalle prime ore della giornata. 

“Basti pensare – prosegue Verrascina – che l’Ucraina è al primo posto in Europa per superfici a seminativo, che consentono al Paese di essere il secondo produttore mondiale di orzo, il terzo di mais e il quarto di patate, con numeri decisamente significativi sul versante delle esportazioni agroalimentari. Bastano questi numeri a dare l’idea della portata e delle ripercussioni della grave crisi in atto”.

“In questo contesto, vanno poi a inserirsi le pesanti sanzioni nei confronti della Russia, già annunciate dalla Commissione europea, alla quale faranno presumibilmente seguito delle chiusure da parte del Cremlino, che andranno ad aggravare la situazione commerciale nazionale e comunitaria, senza contare le pesanti ripercussioni sul versante umano e sul fronte geopolitico”, continua il presidente, ricordando inoltre che “il porto di Odessa, oggetto di uno dei primi attacchi, è uno dei più importanti del bacino del mar Nero e rappresenta uno snodo commerciale di fondamentale importanza per l’Europa e per il mondo, con un traffico commerciale di 40 milioni di tonnellate di merci, di cui 15 milioni di materie solide e 25 milioni liquide”.

“Nel ribadire la nostra piena condanna nei confronti dell’efferata e ingiustificabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia – conclude – non possiamo non evidenziare il fatto che le nuove tensioni avranno effetti devastanti sull’economia nazionale e comunitaria, già messa a dura prova dalle ripercussioni dell’emergenza coronavirus e dai gravosi incrementi dei costi dei fattori produttivi e delle tariffe energetiche, e sollecitiamo il governo a individuare prontamente delle adeguate e immediate contromisure che possano mitigare l’impatto della grave crisi in atto”. 

Coldiretti: tsunami dei prezzi sulle materie prime

L’attacco della Russia all’Ucraina fa salire alle stelle i prezzi delle materie prime, compresi i prodotti base per l’alimentazione degli animali negli allevamenti, con le quotazioni del grano balzate del 5,7% in un solo giorno, raggiungendo il valore massimo da nove anni, la soia che ha raggiunto il massimo dal 2012 e il mais che è al massimo da otto mesi. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti alla chiusura del mercato della borsa merci di Chicago che rappresenta il punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole che si trovano da mesi già su valori record del decennio.

La preoccupazione è che il conflitto possa danneggiare le infrastrutture e bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali e il rischio concreto di carestie e tensioni sociali.

Secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea, lo tsunami dei prezzi ha rilevanti conseguenze per l’Italia che importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano e il 53% del mais, con l’Ucraina che è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20 per cento.

“È un grave colpo – dichiara Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo – I prezzi delle materie prime sono schizzati alle stelle da mesi con la soia che registra +80%, il mais +50% e le farine di soia +35 per cento”.

Fonte: Copragri – Coldiretti

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