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Frutta a guscio ed essiccata

Noci, nocciole e mandorle: il bilancio della Op Il Noceto

Michele Sciannimanica: “Annata complessa, ma puntiamo a crescere puntando sulla qualità della nostra offerta”

E’ ormai riduttivo pensare solo alle noci quando si parla della Op Il Noceto, perché questa realtà di Chiarano (Treviso), con una ventina di soci rappresentativi di oltre 1.500 ettari, oggi affianca alla storica specializzazione sulla noce anche la produzione di nocciole e (recentissima novità) mandorle.

Le noci

A fare il punto della situazione sull’annata 2023 per ogni referenza trattata è il direttore, Michele Sciannimanica (nella foto), che spiega a myfruit.it: “Per quanto riguarda le noci, la produzione si è attestata sui livelli del 2022, nonostante abbiamo avuto un 40% di superfice grandinata. Questo perché abbiamo aumentato gli ettari in produzione. Ci attestiamo quindi sulle 900 tonnellate di noci Lara”.

“Il mercato, tuttavia, sta vivendo una situazione molto complessa – continua – La crisi economico-finanziaria in cui si sta trovando il consumatore medio italiano, tocca da vicino anche il nostro comparto. I buyer di ortofrutta si sono rivolti ancora di più all’estero, Stati Uniti in particolare, per assicurarsi l’approvvigionamento di noci. Basti pensare solo a un dato: secondo l’Usda, l’export di noci da settembre a fine novembre ha fatto segnare il 31% in più rispetto al 2022. Ciò sta provocando quindi un doppio problema: merce di scarsa qualità (per la presenza di noci della campagna 2022) e a prezzi molto bassi, insostenibili per la nostra produzione. Insomma, una concorrenza particolarmente difficile da contrastare. Anche per la disparità di tecniche agronomiche adottate in campagna. Basti pensare che in California la produzione media per ettaro è di 50 quintali di noci, in Italia 30. Questa disparità è dovuta soprattutto alla possibilità, per i produttori americani, di utilizzare sostanze non consentite a livello europeo, come gli antibiotici. Sul mercato, però, questo aspetto non è considerato, per cui ci troviamo a fronteggiare una situazione appunto molto difficile”.

La Op il Noceto, proprio quest’anno, per differenziare il proprio prodotto – noce all’insegna della qualità, e soprattutto per specificare l’anno di produzione (indice in questo caso di freschezza e integrità) – ha deciso di marchiare ogni singola noce sul guscio. Il risultato? “Siamo molto soddisfatti. A tal punto che riceviamo a volte richieste di informazioni quando una noce sfugge alla timbratura. Cose ovviamente che, possono accadere. Crediamo sia un’importante iniziativa di educazione verso il consumatore, grazie alla quale riusciamo anche a piazzare tutto il nostro prodotto entro l’anno. Ma rimangono, appunto, i problemi di mercato precedentemente evidenziati. Possiamo vendere le nostre noci a un prezzo maggiore delle californiane perché sono effettivamente di qualità superiore, ma non possiamo venderle a un livello completamente soddisfacente”.

Le nocciole

Passando alle nocciole, Sciannimanica prosegue: “Questo progetto sta dando soddisfazione ai produttori che hanno aderito. Abbiamo attualmente a terra circa 150 ettari, non ancora tutti in produzione. Paghiamo il fatto di non avere ancora, come succede invece in Piemonte e altrove, una indicazione geografica per la nostra nocciola, cosicchè le quotazioni quest’anno si attestano sui 7/7,10 euro punto resa; un livello discreto, ma un po’ inferiore alle aspettative. L’obiettivo che vogliamo perseguire è quello di lavorare per arrivare alla definizione di standard qualitativi adeguati alla nostra zona di produzione, che è differente ovviamente dalle altre parti d’Italia ma che finora abbiamo utilizzato come punto di riferimento, non essendoci una tradizione corilicola in Veneto. In altri termini, dobbiamo capire come produrre alta qualità sul nostro territorio”.

Le mandorle

Infine, per le mandorle, Michele Sciannimanica conclude: “In questo caso posso dire ancora molto poco. Alcuni nostri soci stanno testando tecniche e varietà mentre per noi in cooperativa siamo a livello di prove di confezionamento e packaging. La produzione, di per sé, è attualmente molto scarsa, visti gli impianti giovani. Comunque, abbiamo iniziato la commercializzazione e attendiamo il riscontro dal mercato, per valutare posizionamenti e strategie future”.

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