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Frutta a guscio ed essiccata

“Nocciole? In due annate abbiamo prodotto il valore di una”

Leonardo Barbanti fa il bilancio dell’ultima stagione, parlando anche di concorrenza e di biologico

“Quando va bene, da queste parti, abbiamo lavorato due anni producendo valore per uno”. Questa è l’amaro bilancio che Leonardo Barbanti, titolare dell’azienda GentilNocciola di Vignanello (Viterbo), traccia riguardo l’ultima stagione.

“Nel corso del 2022 – spiega – abbiamo dovuto affrontare una situazione di siccità straordinaria e temperature troppo alte, che hanno provocato una perdita di almeno il 30% della produzione, rispetto a un’annata normale. Se poi aggiungiamo che venivamo da un 2021 dove le gelate tardive hanno falcidiato praticamente tutto il raccolto, possiamo dire che, chi è stato fortunato, ha lavorato appunto due anni ma guadagnando solo per uno”.

Barbanti aggiunge: “Intendiamoci pure sulle quotazioni: i prezzi non sono mai stati elevati e si sono attestati costantemente sui 6,20 euro punto resa, che non è affatto molto. Quindi, se le operazioni di raccolta e lavorazione sono state fatte internamente da un produttore, un minimo di guadagno può esserci stato, ma se invece sono state affidate in conto terzi, allora la perdita è stata superiore al guadagno”.

Il titolare di GentilNocciola, mette poi in evidenza un altro aspetto. “E’ comunque difficile, finchè rimane l’attuale situazione, fare corilicoltura. Almeno finchè la nocciola viterbese, di alta qualità, viene equiparata a nocciole di altra provenienza, prodotta da Paesi che non rispettano i medesimi protocolli di trattamenti che sono consentiti in Italia. Sotto questo aspetto siamo un po’ abbandonati a noi stessi e ci dovrebbero essere misure di sostegno che attualmente non sono previste”.

Barbanti esprime anche la sua idea sul biologico. “Anche un simile metodo – spiega – nella pratica è di molto difficile applicazione. O, almeno, non si può utilizzare con tutte le colture. Con il nocciolo, ad esempio, si potrebbe dare concimazione bio, ma il problema sono i parassiti, cimice in primis. E’ vero che ci sono le trappole ai feromoni, ma non sono risolutive e, soprattutto, funzionano se tutti nella zona le usano. Oggi come oggi, se su 100 nocciole biologiche ne sono cimiciate meno di 10, faccio fatica a credere che siano effettivamente bio. Ma occorre intendersi anche sui trattamenti: il nocciolo, per sua natura, è una coltura che si riesce a gestire anche con solidue o tre trattamenti in un anno (io ad esempio lo scorso anno ne ho fatti solo due), quindi alla fine risulta comunque tra i frutti più salubri in assoluto. Molto più difficile pensare la stessa cosa per una mela o una pera”.

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