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Frutta a guscio ed essiccata

Nocciolo: mercato in ripresa per i vivaisti

Alessandro Balla: “Passate le incertezze legate al Covid, c’è maggiore vivacità nelle richieste di nuove piante”

Il fermento che c’è un po’ in generale in tutto il comparto della frutta secca si fa sentire particolarmente nel segmento della nocciola, dove nuove regioni si stanno affacciando a questa coltura (ad esempio Emilia Romagna e Marche, ma anche Calabria e Basilicata) e pure i vivaisti, osservatori privilegiati di questo fenomeno, notano un cambio di passo. Tra questi c’è Alessandro Balla da Santo Stefano Roero (Cuneo), che da quattro anni, oltre all’attività di produttore, affianca appunto quella di vivaista. Interpellandolo, si scoprono conferme su differenti tendenze e anche qualche inattesa sorpresa.

“Dopo un paio d’anni di incertezza, legati soprattutto all’emergenza covid – spiega Balla – c’è senz’altro oggi un maggiore fermento nel mondo della nocciola, che sto notando anche personalmente. Da noi, in Piemonte, la varietà più richiesta continua a essere ovviamente la Tonda Gentile Trilobata, ovvero la cultivar che può essere poi commercializzata come Nocciola Piemonte Igp”. Tuttavia, non mancano anche novità in tal senso. “Sempre in Piemonte – prosegue Balla – c’è però chi mi ha chiesto anche la varietà Biglini, più precoce rispetto alla Tonda Gentile Trilobata e molto più produttiva. Ovviamente, chi la impianta punta a fare grandi quantitativi e a fornirli all’industria o comunque alla trasformazione, visto che questa cultivar non può essere certificata come Nocciola Piemonte Igp”.

Diversa, invece, è la situazione in Italia centrale, dove pure l’interesse verso il nocciolo è molto cresciuto negli ultimi tempi. “In quelle regioni – prosegue Balla – si piantano soprattutto le varietà Giffoni, Nocchione e Romana, non la Tonda Gentile Trilobata perché meno redditizia. Tanto che anch’io sto pensando di fare alcune prove con la varietà Romana in Piemonte; ovviamente la qualità è inferiore alla Nocciola Piemonte Igp, ma è un buon impollinatore, ha una produttività maggiore e si presenta più rustica a livello di resistenza alle malattie”.

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