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Castagne: buone le performance per quelle anti-cinipide

Bilancio positivo per l’azienda agricola LaRi, che da alcuni anni sta allevando una varietà resistente agli attacchi del parassita

Si è già conclusa in questi giorni la campagna castanicola dell’azienda agricola LaRi di Rotondi (Avellino), situata alle pendici del Parco regionale del Partenio, in Valle Caudina, e specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti agricoli per la distribuzione all’ingrosso e al dettaglio. In particolare, produce castagne Bouche de Betizac, noci di Sorrento, nocciole tonda di Giffoni, miele e zafferano.

Nello specifico, per la campagna castanicola 2021 myfruit.it ha interpellato Emilia Rivellini, responsabile marketing dell’azienda. “Siamo soddisfatti – spiega la Rivellini – per come è andata la stagione 2021 riguardo alle castagne, che produciamo su due ettari di terreno. Noi, come azienda, siamo tra le poche che in zona producono una primizia tra le castagne, allevando la varietà ibrida Bouche de Betizac, una cultivar euro-giapponese resistente al cinipide. Abbiamo iniziato a piantare le prime una decina di anni fa, in piena emergenza cinipide, e stiamo continuando su questa strada. Inoltre, non abbiamo mai eseguito alcun trattamento sulle nostre piante di castagno e poco più di due anni fa abbiamo avanzato la domanda per essere certificati biologici. Entro il prossimo anno, quindi, attendiamo che ci venga riconosciuta anche la certificazione bio.

La varietà Bouche de Betizac – prosegue la Rivellini – è un’autentica primizia, perché si comincia a raccogliere già nei primi giorni di settembre e si presenta con calibri decisamente superiori rispetto alle normali castagne, tanto che per fare un chilogrammo di prodotto ne bastano 38 – 40 unità, mentre per quelle normali ne occorrono oltre il doppio. Va però considerato che deve essere consumata nel giro di quattro – cinque giorni, altrimenti deve essere conservata in celle frigorifere per evitare che deperisca. Per la sua pezzatura, è molto richiesta anche per preparare diversi prodotti dolciari”.

Infine, per quanto riguarda i prezzi, ancora la Rivellini rileva: “I prezzi oscillano tra i 2,80 e i 3,70 euro il chilo, a seconda anche del calibro. Siamo comunque abbastanza soddisfatti ed è andata meglio dello scorso anno, quando abbiamo avuto minore produzione anche perché avevamo dovuto spostare delle piante”.

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