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Frutta a guscio ed essiccata

Mandorle: la Sicilia è pronta a chiedere l’Igp

Definito il disciplinare di produzione, pronto per essere trasmesso al Mipaaf per intraprendere l’iter

Si potrebbe presto aggiungere una nuova indicazione geografica protetta nel già ampio paniere dei prodotti tipici italiani riconosciuti a livello internazionale. E’ infatti ormai tutto pronto, a livello formale, per chiedere l’Igp sulla Mandorla di Sicilia. Il disciplinare definitivo di produzione è stato ancora una volta ridiscusso e approfondito l’altro ieri da un gruppo di coltivatori riunitisi a Campobello di Licata (Agrigento), prima della stesura ufficiale.

Il disciplinare di produzione è stato voluto da due associazioni: Apromas, guidata da Cateno Ferreri (a sinistra nella foto), e Filiera Frutta in Guscio di Sicilia, presieduta da Ignazio Vassallo (a destra). Entrambe, si sono avvalse della consulenza dell’agronomo Carmelo Bruno.

“Nell’incontro – spiega Vassallo – sono state approvate le cultivar da inserire nel disciplinare (nel quale vengono escluse quelle spagnole), il numero massimo di piante per ettaro (esclusi gli impianti super intensivi), la produzione massima per ettaro, i mesi di conservabilità del prodotto, le fasi di lavorazione che devono avvenire esclusivamente in Sicilia, ecc. E’ stato un duro e complicato lavoro di stesura fatto di compromessi –prosegue Vassallo- poichè da qualche anno il comparto, grazie agli spagnoli, ha visto enormi innovazioni relative alle nuove varietà (come Soleta e Belona), alle tecniche di impianto (super intensivo) e di coltivazione (come il metodo Zaragoza), che hanno determinato un acceso dibattito nel mondo agricolo”.

Grazie anche ai consigli di Pietro Miosi dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana, il comitato ha cercato di stilare un documento equilibrato, che sarà trasmesso in questi giorni all’assessorato dell’Agricoltura, per poi proseguire per il ministero dele Politiche agricole a Roma e infine all’Unione europea.

La presentazione della “Igp Mandorla di Sicilia“, in un mondo ormai globalizzato in tutto, specie nel commercio, si è reso indispensabile per i produttori di frutta in guscio per distinguere il prodotto locale, che certamente è superiore qualitativamente (assenza di aflatossine, maggiori grassi, zuccheri, ecc.) ma che viene pagato allo stesso prezzo del prodotto di importazione, spesso non remunerativo per gli agricoltori siciliani.

“Per la sopravvivenza del comparto – chiude Vassallo – l’unica strada da seguire è la valorizzazione e la tracciabilità delle nostre mandorle, che passa esclusivamente attraverso l’identificazione della produzione con un marchio riconosciuto dall’Unione Europea, quale appunto l’Igp”.

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