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Cocktail e distillati & frutta secca. I consigli di Fiorenzo Detti

Tanti concorsi Aibes (Associazione Italiana Barman e Sostenitori) alle spalle e poi una lunga carriera in Ais (Associazione Italiana Sommelier), culminata nel 2010 con l’elezione a presidente della sezione lombarda (circa 5000 soci), non prima di aver ricoperto molti ruoli a livello sia regionale che nazionale. È Fiorenzo Detti , pavese, una vita dietro il bancone (l’ultimo, in ordine di tempo il Peter Shaker Club, a Pavia, davanti al ponte coperto sul Ticino), con una forte specializzazione nell’altra faccia, se vogliamo, dell’offerta del bere di qualità, oltre al vino: distillati e cocktail.

«Per tanti anni, al momento dell’aperitivo, ho studiato molte proposte da abbinare nel cosiddetto happy hour. E ovviamente, la frutta secca ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale». Nocciole, arachidi, mandorle, pistacchi naturalmente «da abbinare a spumanti, aperitivi tradizionali sodati, cocktail in genere, che introducono magnificamente la successiva cena». Preferenze da parte dei clienti? «Sicuramente mandorle e nocciole sono amate, perché si consumano con meno frequenza rispetto a pistacchi o, soprattutto, alle arachidi». Tra gli abbinamenti più sfiziosi anche quelli con i distillati: «In questo caso sono ideali arachidi e mandorle caramellate con distillati bianchi, acqueviti di frutta, servite fredde».

Dove rifornirsi? «Dipende dai volumi di consumo: c’è chi va in Gdo o nei Cash & Carry, o chi, come nel mio caso, da piccoli grossisti locali». Quanto incide nel food cost dell’aperitivo l’offerta di frutta secca? «Dipende dalla qualità ovviamente. Rientra nel prezzo del cocktail che proponi».

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