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Focus GDO

Da Todis il cliente sceglie la convenienza

Todis

Pietro Fiore: “Il consumatore non rinuncia alla qualità, preferisce gestire e ridurre lo spreco”

Stretto rapporto con i produttori locali e forti investimenti in sostenibilità non solo ecologica, ma anche sociale con l’attenzione alle dinamiche inflative degli ultimi mesi. Sono alcuni dei temi, affrontati con myfruit.it da Pietro Fiore, responsabile ortofrutta di Todis, l’insegna presente in dieci regioni italiane, in particolare nel centro-sud, con 270 punti di vendita e oltre 200 imprenditori affiliati.

L’inflazione sta determinando la spesa delle famiglie, Todis come ha risposto a questo dato macro e micro economico?

I cambiamenti nel mondo dell’ortofrutta si sono registrati a dicembre e hanno visto l’apice del non acquisto a gennaio, ci siamo trovati in difficoltà soprattutto nella frutta. Il consumatore ha preferito spendere su altri reparti e referenze. Ma in quest’ultimo periodo sta cambiando qualcosa, da quando le bollette hanno iniziato a scendere e si è calmierato il loro prezzo i consumatori tornano a comprare. In queste ultime settimane il cliente ci sta dando più fiducia nell’acquisto della frutta perché è cambiato il budget, un elemento che si riversa in positivo sulle nostre vendite.

Sono cambiate anche le modalità di acquisto? Anche rispetto alla scelta degli articoli?

Si e no. Quest’anno, per esempio, siamo partiti prima con la stagione delle fragole dove registriamo degli incrementi anche importanti rispetto all’ anno scorso. Ma la sensazione che abbiamo colto, in queste ultime settimane, è la voglia di cambiamento rispetto alla solita routine e si sono spostati gli acquisti su nuove referenze e nuove tipologie di prodotto.

Il consumatore cerca il prezzo più basso o la convenienza in senso lato?

In poche categorie si è verificata la ricerca del prezzo più basso, nella maggior parte dei casi notiamo che si cerca la convenienza ma senza rinunciare alla qualità. Abbiamo fatto dei test lanciando delle confezioni con quattro frutti, pensando a quattro porzioni di frutta da vendere. Non si è scelto un prezzo da battaglia, quello a confezione diventava conveniente e abbiamo visto un aumento nelle vendite. Non più sacchi da due o tre kg ma un prodotto con una qualità più alta e una quantità inferiore perché uno dei problemi, segnalati anche dal consumatore, è relativo allo spreco quando si acquista tanta frutta. Per evitare di buttare delle porzioni si orienta, quindi, per l’acquisto di dosi per due o tre giorni. Questo fa capire che il consumatore è attento al prezzo ma la qualità deve restare alta.

Il consumatore, quindi, non rinuncia alla qualità, ma presta attenzione anche alla sostenibilità?

Stiamo portando avanti diverse azioni a livello di sostenibilità. Noi abbiamo la linea A tutto Sapore e la linea Bontà dell’Orto, dove stiamo aumentando le quantità soprattutto sulle verdure confezionate. Qui lavoriamo con l’associazione Social Plastic e utilizziamo imballaggi r-Pet al 100% ovvero plastica riciclata che proviene dalla raccolta realizzata vicino agli oceani in Paesi in via di sviluppo.

Pietro Fiore, responsabile ortofrutta

In questo modo si coniuga sostenibilità ambientale e sociale perché si riesce ad offrire ai raccoglitori l’opportunità di una vita un po’ migliore grazie al reddito che ricevono. L’elemento sociale è aiutare queste popolazioni nelle loro terre e poi l’ecosostenibilità perché si recupera questa plastica per fare nuove vaschette e si evita  finisca negli oceani. Questo packaging lo utilizziamo in A tutto sapore, la nostra linea premium. Siamo gli unici in centro e sud Italia a realizzare questa tipologia di progetto.

Si parla tanto di km zero, la vostra politica sul tema? E lo sfuso?

Abbiamo un’attenzione particolare al km zero, visto che siamo presenti in regioni come Lazio, Umbria e Campania ricche di produttori e lavoriamo i nostri prodotti, quelli del territorio.

Todis

Il reparto ortofrutta di Todis

Abbiamo sia lo sfuso al 60%, sia il confezionato con le vendite al 40%. Il primo continuerà sempre per la sua strada, ma per il futuro avrà meno spazio con la profondità di gamma che sarà assicurata sempre più dal confezionato. Questo valorizza più il prodotto e dà maggiore sicurezza al consumatore. Lo sfuso va bene appena arrivato poi, con il cliente che tocca tutto, diventa un problema da gestire.

La comunicazione in reparto?

Lavoriamo oltre che con il volantino con promozioni in store dove siamo snelli e maggiormente reattivi grazie a tempi di preparazione molto più veloci. Per il volantino impieghiamo 30/35 giorni, ma oggi l’ortofrutta con i cambiamenti climatici vede limitata la capacità di stima e previsione su quello che può succedere in campo. Con le promozioni in store siamo più vicini al prezzo reale per il cliente. Ci impegniamo anche a tenere il prezzo bloccato per uno o due mesi. Siamo abbastanza presenti sui social con un ufficio dedicato che lavora su tutti i canali.

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