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Focus del mese Trend e Mercati

Agrumi: l’Italia riparte (+12% sul 2019)

Ma secondo il Wco, tutti i produttori europei sono in controtendenza rispetto all’emisfero Nord, che perde l’1,2% della produzione

In uno scenario globale non proprio positivo, buone nuove in tema di agrumi per l’Italia: si stima, infatti, una crescita della produzione nella stagione 2020-21 pari al +12 per cento. A dirlo, durate la prima edizione del Global Citrus Congress andata in scena ieri, è la World citrus organization (Wco), la piattaforma che riunisce, tramite le associazione di settore, i paesi produttori di agrumi. In generale, dai numeri riportati, si rileva una leggera sofferenza dell’emisfero Nord, ma buone performance da parte dei produttori europei.

L’emisfero Nord perde produzione, ma crescono Spagna e Italia

Quest’anno si attesterà a un po’ meno di 29 milioni di tonnellate la produzione di agrumi nell’emisfero Nord, il che significa una leggera contrazione dell’1,27% rispetto al 2019, dovuta perlopiù alla siccità.
I dati rilevati per i maggiori paesi produttivi – Spagna, Italia e Grecia, Marocco, Tunisia, Egitto, Israele e Turchia, California e Florida – delineano il seguente scenario: i paesi europei crescono del 10% e si attestano su una produzione complessiva di 11,559 milioni di tonnellate; perdono invece l’8% gli altri paesi dell’area mediterranea, con una produzione di poco meno di 11 milioni di tonnellate (10.953.000).

Produzione suddivisa per paesi produttori e categorie di agrumi

Nel merito, registrano segno meno Egitto (-8%), Israele (-4%) e Turchia (-15%), mentre Tunisia e Marocco mostrano entrambi un incremento a doppia cifra, rispettivamente del 20 e del 13 per cento. Decremento del 9% anche negli Usa, dove si supera di poco quota 6 milioni di tonnellate (6.150.000). 

Quanto all’emisfero Sud, lo scorso aprile era stata stimata una produzione di poco meno di 8,5 milioni di tonnellate (8.421.209), il che significa una contrazione del 3% rispetto alla stagione precedente. Quest’anno, causa pandemia, non vi è di fatto stata sovrapposizione produttiva tra l’emisfero Sud e l’emisfero Nord, per via della forte domanda di agrumi nel primo semestre dell’anno in scorso. 

I produttori europei sotto la lente

In Italia il raccolto di agrumi dovrebbe raggiungere 3,2 milioni di tonnellate, il che significa +12% rispetto allo scorso anno. Nello specifico per singola referenza, +14% le arance, con quasi 1,9 milioni di tonnellate; bene anche mandarini e clementine, con un incremento dell’8% e una produzione pari a 825mila tonnellate. La maggior parte dei volumi è destinato al mercato interno europeo (2,6 milioni di ton), 250mila tonnellate alle esportazioni e 360mila all’industria di trasformazione.

Quanto alla Spagna, Wco prevede una crescita della produzione del 12%, il che significa qualcosa in più di 7 milioni di tonnellate (7.181.000); in forte recupero mandarini e clementine, (2,3 milioni di tonnellate), e in lieve aumento le arance, che dovrebbero chiudere la stagione a circa 3,4 milioni di tonnellate. Bene anche i limoni, con a 1,2 milioni di tonnellate.

Infine la Grecia, per la quale è prevista una produzione complessiva di 1,173 milioni di tonnellate di agrumi, il che vuol dire una diminuzione dell’1% rispetto alla stagione precedente. A determinare il calo le arance (910.000 ton), che perdono l’1% e mandarini e clementine, per i quali la contrazione è del 2% (175mila tonnellate). Crescono del 5% i limoni, con quasi 90mila tonnellate. 

Perdono le arance, crescono i soft citrus

Dall’analisi per categoria in tutto l’emisfero Nord, emerge che più della metà della produzione di agrumi è rappresentata dalla arance, che equivalgono al 56 per cento. Seguono i soft citrus, ossia mandarini e clementine, la cui quota ammonta al 28% del totale, seguite da limoni (13%) e pompelmi (3%). Ma se si confronta lo scenario 2020 con quello di cinque anni fa, si notano numeri diversi: le arance hanno infatti perso 4 punti percentuali (dal 60% del 2015, al 56% del 2020), mentre clementine e mandarini hanno guadagnato quota, passando dal 25 al 28% odierno. Segno positivo anche per i limoni – che passano dall’11% del 2015, al 13% del 2020 – mentre perdono un punto i pompelmi, dal 4 al 3 per cento.

Quanto alla variazione sulla scorsa stagione, si registrano situazioni diverse a seconda dei paesi produttori. Restando in Europa, le arance quest’anno dovrebbero crescere del 6%, i limoni dell’8% e i pompelmi perdere il 13 per cento. Ottime performance per mandarini e clementine, per cui si prevede una crescita del 23 per cento.

Infine, circa l’andamento dei consumi, dal Wco si dicono ottimisti per via della rinnovata attenzione, da parte dei consumatori, ai prodotti ritenuti salutari, per via dell’elevato contenuto di vitamina C.

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