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In Sardegna manca manodopera

lavoratori stagionali
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Autore Redazione

L’analisi dell’assessore Satta al convegno Lavoratori agricoli cercasi: “Le aziende sono in una situazione di stress”

“Il mondo dell’agricoltura è in evoluzione, e con esso le sue professioni: il necessario supporto delle nuove tecnologie infatti richiede sempre più l’inserimento di personale specializzato nel loro utilizzo. L’intero settore ha necessità di manodopera: lo confermano oggi i dati nazionali. In Sardegna fortunatamente, negli ultimi anni, vediamo che sono tanti i giovani che si dedicano ai mestieri tradizionali per innovarli, facendo crescere realtà familiari o creandone di nuove: è nostro compito incentivarli in questa direzione, con soluzioni strutturali innovative”. Lo ha sostenuto l’assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna, Valeria Satta nel convegno di Confagricoltura Lavoratori agricoli cercasi, dove è intervenuto anche il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone.

Si è affrontato il tema del mercato del lavoro agricolo tra antichi vizi e nuove virtù: dall’osservatorio Eban lavoro agricolo dell’Inps emerge che sono oltre un milione i dipendenti del comparto agricoltura in Italia, la maggior parte dei quali sono operai, mentre il 4% del totale include impiegati, quadri e dirigenti.

La carenza di manodopera, colmata fino a questo momento da lavoratori stranieri, riguarda tutti i settori del comparto, dall’ortofrutta alla zootecnia. Una lacuna che pone le aziende in una situazione di stress, aggravando i problemi produttivi di un settore già di per sé caratterizzato da scarsa elasticità e da fattori estranei alla volontà della parte imprenditoriale, quali i cicli biologici naturali e gli agenti atmosferici.

“Ringrazio il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – ha sottolineato  l’assessore Satta – Ci auguriamo che sempre più persone scelgano di dedicarsi ai lavori del settore primario della nostra economia. Noi ci impegneremo per far sì che le condizioni lavorative siano sempre più attrattive e innovative”.

Fonte: Regione Sardegna 

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