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Eventi e Fiere

Interpoma, tutti presenti per la filiera della mela

Prima giornata all’insegna delle innovazioni e della sostenibilità

Tutto esaurito per la 12esima edizione di Interpoma, la Fiera internazionale dedicata interamente alla mela che ha portato a Bolzano 490 aziende espositrici in rappresentanza di 17 Paesi del mondo.

Il primo giorno del congresso internazionale di Interpoma – presieduto da Gerhard Dichgans, che ha introdotto il tema della decaduta della Red Delicious – era incentrato sulle nuove dinamiche nel settore melicolo degli Stati Uniti.
Grazie agli interventi di Tim Welsh (Columbia Fruit Packers), Susan Brown (Horticulture and Plant Breeding Sections Cornell AgriTech), Tim Barnes (Category Partners, LLC) e Stefano Musacchi (Washington State University) è stato possibile scattare una istantanea della filiera statunitense, dallo sviluppo delle nuove varietà al produttore, fino al distributore.

In estrema sintesi, e con le dovute differenze, tutto il mondo è Paese. O, meglio, molte esigenze del settore Usa sono le stesse evidenziate in Europa e in Italia, a cominciare dalla importanza della costanza qualitativa ricordata da Susan Brown, o dalla necessità di ridurre la confusione del consumatore di fronta alla esasperata innovazione varietale citata da Tim Barnes. “Troppe varietà – ha detto –  che sono presentate a scaffale solo con il nome, senza alcuna spiegazione relativa alla croccantezza, al sapore. Per questo ho coniato il detto Display and pray. Esponiamo le cultivar e aspettiamo che il consumatore le noti”.

Ma ci sono anche alcuni trend solo statunitensi, come la ripresa delle vendite di Red Delicious, varietà considerata ormai superata che inverte le tendenze  (-8% nel 2020, -14% nel 2021) e nel 2022 torna a risalire (+7%) ma solo perché più economica. “Forse – ha ossservato Barnes – alcuni consumatori abbandoneranno Red Delicious per altre mele quando queste subiranno a loro volta una contrazione dei prezzi”.

Un’altra differenza sostanziale riguarda la ricerca, anzi le risorse destinate alla ricerca. E l’ha evidenziata Stefano Musacchi: “Nel 2013 sono stati elargiti 32 milioni di dollari di fondi governativi per potenziare la ricerca: otto per la ricerca nei frutteti, 12 per le cattedre e 12 per il trasferimento tecnologico”. Tempi di attivazione? Due mesi.

Alla vetrina internazionale, in programma fino a sabato, il sistema frutticolo trentino si presenta con un ampio stand che ospita Apot, i Consorzi Melinda e La Trentina assieme alla Fondazione Edmund Mach, il Consorzio Innovazione Frutta, il Consorzio di Difesa Co.Di.PRA e Agriduemila.
Nell’area trentina, in sinergia con gli altri partner del sistema frutticolo, tra i temi della sostenibilità e dell’innovazione, la Fondazione Mach è presente con i suoi ricercatori e tecnici ed espone alcune nuove selezioni frutto del programma di miglioramento genetico del melo.
In mostra anche le attività di lotta biologica contro la cimice asiatica e l’innovativo “meleto guyot”: un vero e proprio allestimento che presenta questa nuova forma di allevamento, trovando un modo inedito di raccontare concretamente soluzioni pratiche a supporto della sostenibilità in campo. Arricchiscono esposizioni ed installazioni i filmati, le pubblicazioni, le brochure e altro materiale divulgativo prodotto dalla Fondazione Edmund Mach.

In fiera non sono mancate le novità varietali – con Anova di Kiku Apples, per esempio –  o le riconferme, con Morgana che si candida a diretta concorrente di Pink Lady.

A Interpoma, poi, espone Unitec che offre alle imprese della filiera delle mele nuove opportunità per il loro business presentando le soluzioni Apples Sort 3 e UNIQ Apples del suo brand Unisorting. Soluzioni che che permettono di classificare le caratteristiche qualitative interne ed esterne di ogni varietà di mela.
Lo sguardo verso il futuro è la possibilità di classificare la qualità non solo su soglie minime o range rispetto ai principali parametri, ma anche l’opportunità di gestirli in diverse combinazioni per determinare cluster di qualità in grado di soddisfare in modo preciso ogni target di consumatori. Le diverse combinazioni di grado zuccherino, acidità e durezza, ad esempio, determinano percezioni al palato specifiche e differenziate; una loro clusterizzazione rispetto ai principali target di consumatori permette di selezionare prodotti più rispondenti alle esigenze di ogni segmento di consumo e, quindi, maggior soddisfazione dell’acquirente e più elevata disponibilità a pagare il maggior valore riconosciuto.

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