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Eventi e Fiere

Pesche e nettarine: la Romagna ci crede ancora

Il convegno peschicolo di sabato alla Casa della Frutticoltura dà nuova linfa al settore. Corelli: “Verso i broker di innovazione”

Primo esame per la Casa della Frutticoltura. Superato a pieni voti, visto che sabato scorso al Convegno Peschicolo  “Storie di successo e sfide” a Lugo di Romagna (Ravenna), nella sede di Unitec, sono arrivati più di cento operatori tra tecnici, ricercatori e imprenditori per fare il punto su una specie che in questa regione resta ancora un primo amore mai del tutto dimenticato. E che, malgrado le tante crisi, mette anche a segno alcuni progressi. Myfruit.it ne parla con Luca Corelli Grappadelli, ordinario dell’Università di Bologna e tra i fondatori della Casa della Frutticoltura, guidata da Daniele Bassi dell’Università di Milano.

Tra storie di successo e le sfide future

“Il convegno – dice Corelli – si è distinto per una maniera diversa di presentare le innovazioni. E, infatti, abbiamo rinunciato alla solita scaletta di comunicazioni scientifiche e siamo partiti da titolo ingaggiante, visto che parlare di storie di successo in Italia, e in Romagna in particolare, è a dire poco provocatorio. Accanto abbiamo usato la parola sfide. Perché non siamo un gruppo di allucinati, sappiamo che non è facile, ma che si può fare. E raccontare prima le storie di successo e, poi, le sfide è stato indicativo della nostra volontà di avviare dialoghi concreti con tutti gli operatori della filiera“.

Tra i casi di successo, Corelli ricorda l’esperienza di Mattia Ridolfi, imprenditore che ha scelto di coltivare pesche partendo nei primi anni del 2000, e di Paul Paynter, alla guida di una azienda neozelandese che, in tre generazioni, è passata da 7 a 650 ettari di pesche, soprattutto nettarine. “Paynter ha messo l’accento su una peculiarità della peschicoltura italiana – spiega il professore dell’UniBo – E cioè: siamo all’avanguardia per la logistica, la consulenza tecnica, l’innovazione, ma quando mangia le nostre pesche resta deluso. Ognuno ha le sue ricette, secondo Paynter le nostre cooperative sono troppo grandi e faticano a sviluppare bene segmenti di mercato. Altre comunicazioni hanno posto l’accento sulla necessità di limitare l’introduzione di nuove varietà, per evitare la confusione di consumatori e produttori, come ad esempio il Progetto Maspes di Daniele Bassi”.

Una anteprima internazionale

“Interessante l’intervento di Angelo Benedetti, presidente di Unitec, che ha puntato i riflettori sull’importanza delle tecnologie e delle soluzioni digitali per il pre-raccolta – continua Corelli –  In anteprima internazionale Benedetti ha presentato il nuovo carro raccolta sviluppato da Unitec che seleziona i frutti alla raccolta in campo, generando flussi di dati per l’analisi della produttività del frutteto e dando un feedback in tempo reale a chi sta raccogliendo (troppo verde, ecc.). Questo segna un passaggio decisivo per collegare la fase di pre- con quella di post-raccolta, vitale per razionalizzare la coltivazione”.

“Carlo Pirazzoli, poi, ha fatto una triste disamina degli aspetti economici, che dimostra come i costi di produzione siano troppo elevati. Una consoderazione che mi fa ribadire l’importanza di introdurre innovazioni sicure nella coltivazione, in grado di ripagare l’investimento. E qui, forse, vale la pena chiedersi se non sia il caso di ragionare non tanto in termini di Extension service, difficilmente praticabili da noi, ma di soluzioni in cui ci sono professionisti dedicati, veri e propri broker di innovazione”.

Broker di innovazione

Il che significa: “Figure professionali preparate a questo ruolo. Un servizio che aiuterebbe ad adottare le innovazioni utili, e non quelle proposte da chi deve venderle”.

Le conclusioni di Corelli sono presto dette: “Il pesco è una specie che è stata abbandonata per più di 20 anni. Invece di proporre dei modelli di organizzazione rigidi, forse, come consiglia Paul Paynter dovremmo essere disruptive, rivoluzionari”.

“Premesso che, se lo scopo è aggregare l’offerta per riequilibrare il mercato, siamo tutti d’accordo – conclude Luca Corelli Grappadelli – Ma non possiamo continuare a ignorare la necessità di ricerca per sostenere il settore. Con la certezza che, senza sostegno all’innovazione veramente utile, il settore continuerà a soffrire”.

AAA sostenitori cercasi

Un’ultima riflessione sulla sede della Casa della Frutticoltura. Lo spazio (ampio) che Unitec ha messo a disposizione è di fronte alla nuova sede del corso di laurea in Ingegneria della meccatronica dell’Università di Bologna, e tutto fa pensare alla nascita di un nuovo polo legato alla ricerca e alla comunicazione dei risultati. La prossima sfida sarà trovare i finanziamenti per allestire quello che mira a diventare un Centro di disseminazione di innovazione e attività legate alle filiere frutticole.

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