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Eventi e Fiere

Il “talento tecnologico” nel futuro del retail

Tra innovazione e sostenibilità, digitale e territorio, i trend e gli spunti del Marketing & Retail Summit 2020

La sintesi di una giornata ricca di spunti e di riflessioni per il mondo retail l’ha fatta Cristina Lazzati, direttrice di Mark Up e Gdo Week e moderatrice del Marketing & Retail Summit 2020, tenutosi ieri al Teatro Manzoni di Milano. “La tecnologia – dice Lazzati – è la bacchetta magica che deve essere calibrata sulle aziende e sulle persone”.
Proprio attorno alla tecnologia si sono sviluppati molti degli interventi del Summit: il retail offre un panorama ampio di soluzioni e di proposte, ciascuna in evoluzione e aggiornamento. Il panorama nostrano è particolarmente frastagliato, anche per questo gli stimoli da cogliere sono numerosi: dalla prossimità, alle grandi superfici, dal mondo delle multinazionali, ai colossi dell’eCommerce, fino alle realtà locali attaccate e radicate alle tradizioni, eppure sempre attente ai nuovi desideri dei consumatori.

Così, se Mario La Viola, direttore marketing di Crai Secom, ha parlato per il retail di innovazione tecnologica intelligente, Roberto Selva, chief marketing customer officer di Esselunga, ha riassunto il concetto di innovazione ed evoluzione secondo Esselunga: “Un’azienda complessa che lavora come una testuggine, tutti insieme seguendo una road map precisa”. Tra gli elementi strategici convenienza e omnicanalità. E poi la sostenibilità: “Stiamo per presentare il nostro primo bilancio sociale che racconta cosa abbiamo fatto negli ultimi cinque anni e cosa faremo”. E, per finire, la comunicazione: “Non c’è un media più importante degli altri nel costruire il rapporto con il consumatore. Tutto serve: dalla cassiera sorridente, al camioncino per l’online. Siamo maniaci della qualità, un pilastro inderogabile che ci porta ogni giorno a usare determinate materie prime e che ci porta a immaginare un po’ più in là”.

Maura Latini e l’importanza filiera italiana

L’importanza del cibo, come cultura e abilità del nostro Paese: per Maura Latini, Ad Coop Italia, la pandemia ci ha insegnato l’importanza della filiera alimentare italiana e come serva lavorare con più intensità su innovazione digitale e sostenibilità: “Fattori critici per una filiera efficiente ed etica”.

Il next normal della filiera alimentare italiana, per Coop dunque deve essere più efficiente, più tecnologica e che tenga conto dell’etica. Ma, per Maura Latini, anche i distributori devono aggiornarsi: ridisegnare negozi, semplificare modelli d’acquisto per lasciare i valori che  si trovano in un negozio; ma anche puntando su  digitalizzazione e omincanalità come strumenti da utilizzare per andare nella direzione giusta.

I compiti a casa

“Per i retailer e per le filiere le sfide del New Green Deal sono numerose e le aree di arretratezza non mancano. La domanda di home-delivery, ad esempio è potente dal punto di vista della domanda del consumatore, ma la domanda è etica e riguarda la logistica umana: questo è uno dei problemi da affrontare. E anche sostenibilità: attenzione all’ambiente, giusta remunerazione a tutti gli attori e conto economico in ordine. Serve un prezzo giusto, un cammino che si può fare insieme a governo e istituzioni, ma noi intanto cominciamo a incamminarci, si può fare e vogliamo andare oltre. La buona spesa – ha conlcuso Latini –  è la sintesi di una proposta di cambiamento collettivo che può avere nella tecnologia e digitalizzazione uno strumento”.

Il fantastico mondo di Amazon

Mariangela Marseglia, vp country manager Italy and Spain Amazon, ha raccontato a Cristina Lazzati la ricetta per fare seriamente ecommerce: “Fare la selezione più ampia possibile, dare prezzi più bassi possibili e livelli di consegna eccellenti“. Il che si ottiene con ingenti investimenti: parliamo di 6 milairdi in 10 anni di presenza in Italia con 8.500 persone impiegate. “Il delivery è già passato – ha aggiunto Marseglia – Ora negli Stati Uniti i clienti entrano nel negozio con il riconoscimento manuale, comnprano ed escono senza pagare. Mi fa piacere che, spinti dalla necessità, il delivery sia cresciuto. Ma il mondo intanto è andato avanti, l’e-commerce è al 20% nel mondo, noi siamo passati dal 6 all’8%”.

“Noi – ha continuato la manager di Amazon – sviluppiamo una tecnologia aperta. E quando il modello AmazonGo avrà un costo accessibile, lo metteremo a disposizione di tutti. Come vogliamo collaborare con altre importanti realtà del nostro Paese per avere progetti di sostenibilità. Pensiamo al Climate pledge: per raggiungere gli impegni degli accordi di Parigi con 10 anni di anticipo, entro il 2030 vogliamo alimentare tutte le nostre operazioni da fonti rinnovabili e trasformare flotta in veicoli elettrici e, entro il 2040, raggiungere impatto zero per tutte le nostre operazioni”.

Conad, tra freschi e salute

Intanto, Francesco Avanzini, direttore generale di Conad, ha sintetizzato i pilastri della crescita dell’insegna in: freschi, famiglia e benessere. “Una food hall experience che comprende anche spazi di somministrazione. Ma stiamo lavorando in molte direzioni, mettendo sempre al centro la relazione con il cliente, convinti che oggi i negozi non si definiscano per la loro metratura, ma per la loro destinazione d’uso. Senza dimenticare il rapporto strettissimo con il territorio, la mdd e i freschi”. Entro il primo semestre 2021, poi, arriverà la nuova piattaforma e-commerce con un duplice modello che punta sul negozio e su strutture dedicate.

Insieme per valorizzare l’ortofrutta

Marianna Palella, Ceo di Citrus l’Orto Italiano, e Giuliano Canella, direttore commerciale Freschi e freschissimi di Gruppo Alì, hanno raccontato la storia di una collaborazione fortunata. Iniziata con la valorizzazione dei limoni siciliani dell’azienda romagnola Citrus che, a cinque anni dalla sua nascita, oggi supera i 7 milioni di euro di fatturato.

Dietro a questo successo, un cambio di paradigma  nella  relazione  tra  fornitore  e  Gdo,  che hanno deciso di unire i rispettivi know-how e la propria visione in ottica di una collaborazione volta  a  creare  valore  lungo  tutta  la filiera. A  partire  dalla  giusta retribuzione ai produttori, fino alla sensibilizzazione dei  consumatori   nei   confronti   di   una   cultura alimentare  più  sana  e  consapevole.

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