Arcadia_top news generale_22apr-12mag_2024
Biologico

“Stop al biologico”: Coldiretti e Federbio non ci stanno

Prandini e Mammuccini contro le dichiarazioni del Ceo Syngenta. Ma arrivano le precisazioni del colosso agrochimico

Fermare l’agricoltura biologica per aumentare le rese produttive e arginare la minaccia di una crisi alimentare globale, aggravata dalla guerra in Ucraina. Questa in estrema sintesi la teoria (o provocazione) di Erik Fyrwald, Ceo del colosso agrochimico Syngenta, espressa durante una recente intervista rilasciata alla testata svizzera Neue Zürcher Zeitung, sta sollevando un polverone in Italia.

“L’attacco della multinazionale Syngenta al biologico – ha detto Ettore Prandini, presidente della Coldiretti – colpisce direttamente l’Italia che è leader europeo nel numero di imprese agricole bio con ben 70mila produttori e oltre 2 milioni di ettari coltivati”.

I prodotti bio finiscono nel carrello della spesa di quasi due italiani su tre (64%) con le vendite totali che nell’ultimo decennio sono più che raddoppiate tanto che nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export. “Oggi l’agricoltura italiana è la più green d’Europa, con 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 526 vini Dop/Igp, 5333 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico e nella biodiversità ma anche il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari – ricorda Prandini – non può accettare passi indietro”.

In sostanza Fyrwald sostiene che di fronte al fatto che i Paesi ricchi “hanno l’obbligo diaumentare la loro produzione agricola per evitare una catastrofe globale” e che le rese dell’agricoltura biologica possono essere inferiori fino al 50% a seconda del prodotto, “la conseguenza indiretta è che le persone muoiono di fame in Africa, perché stiamo mangiando sempre più prodotti biologici”, senza contare il gran consumo di terra del bio, produzione di Co2 e alti profitti per il fatto che i consumatori sono pronti a pagare molto di più per gli acquisti bio.

Ancora più decisi verso la transizione ecologica

Non si può rinunciare al biologico, anzi è proprio questo il momento in cui occorre investire con maggior decisione sulla transizione agroecologica. All’evento “È l’ora dell’agricoltura bio, una risorsa strategica per uscire dalla crisi” che si è tenuto oggi a Roma, FederBio risponde al Ceo di Syngenta.

Il consumo di suolo, la perdita di fertilità dei terreni, il crollo della biodiversità, l’aumento delle emissioni serra, l’inquinamento delle falde idriche, fino all’abbandono delle terre da parte degli agricoltori che non riescono più raggiungere un’equa remunerazione sono le vere criticità enfatizzate dal recente conflitto bellico che – con l’impennata del costo di pesticidi, fertilizzanti e concimi chimici e dell’energia – rischia di pregiudicare molte imprese agricole.

“Al convegno di oggi, organizzato con le altre associazioni del biologico per fare il punto dopo l’approvazione della legge su come è meglio utilizzare i fondi stanziati per lo sviluppo dell’agricoltura bio, si è parlato del ruolo fondamentale dell’agroecologia contro la crisi alimentare”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, che, rispondendo idealmente a Fyrwald ha ricordato: “L’emergenza di cibo globale non deve farci cadere nella tentazione di scegliere come soluzione l’incremento dell’uso di pesticidi e fertilizzanti di sintesi chimica, che non garantiscono certo rese colturali migliori, anzi nel tempo favoriscono fenomeni di desertificazione del suolo mettendo a rischio la produzione di cibo per le generazioni future. Ridurre le sostanze chimiche di sintesi è fondamentale soprattutto in questo momento con i costi dei pesticidi e fertilizzanti schizzati alle stelle che rendono impossibile garantire un reddito adeguato agli agricoltori. Molti sono costretti a chiudere. Il bio contribuisce a incrementare il sequestro annuo di Carbonio Organico (CO) in maniera nettamente superiore anche rispetto ai terreni non coltivati: è stato dimostrato che nei terreni coltivati in modo biologico l’accumulo annuo di CO nel suolo è pari a 3,5 tonnellate per ettaro, negli altri a 1,98 t/h”.

Il biologico, poi, valorizzando i circuiti locali di produzione e consumo e tutelando la biodiversità, può essere una delle opportunità per garantire un reddito soddisfacente e un futuro per gli agricoltori. “Per quanto riguarda le rese – ha concluso Mammuccini – è scientificamente provato che nel medio-lungo periodo le rese colturali dell’agricoltura biologica, sono del tutto simili se non addirittura superiori a quelle dell’agricoltura convenzionale che utilizza enormi quantitativi di sostanze chimiche di sintesi e acqua compromettendo la fertilità dei terreni e mettendo a rischio la produzione di cibo per le generazioni future. Infine, è chiaro che oggi uno dei problemi fondamentali è l’equa distribuzione del cibo visto che l’eccesso di produzione serve solo ad abbassare il prezzo agli agricoltori e il 30% del cibo finisce nei rifiuti invece che per risolvere il problema della fame”.

Arrivano le precisazioni di Syngenta

In relazione ai commenti delle associazioni di settore sulle dichiarazioni rese dal Ceo di Syngenta Erik Fyrwald nell’intervista alla testata svizzera Neue Zürcher Zeitung, l’azienda precisa che: “Nel contesto straordinario che stiamo affrontando, in cui il fabbisogno di grano e cereali è al centro di forti contrazioni e incertezza negli approvvigionamenti, la priorità è fare le migliori scelte per garantire la sicurezza alimentare, mantenendo elevati standard di qualità, per tutti i Paesi e zone del mondo. Allo stesso tempo, è fondamentale fare in modo che tale obiettivo sia perseguito tutelando e valorizzando l’ambiente in cui viviamo, soprattutto per le generazioni future, attraverso un’agricoltura rigenerativa. Le dichiarazioni rese dal nostro Ceo, Erik Fyrwald, nell’intervista alla testata svizzera Neue Zürcher Zeitung e riportate nei titoli di giornale, sono state estrapolate da un ragionamento più ampio sull’agricoltura. Syngenta da sempre sostiene che solo l’integrazione dei diversi modelli di agricoltura può aiutare a rispondere alle sfide globali e alle esigenze dei consumatori. L’agricoltura biologica è per Syngenta oggetto di grandi investimenti aziendali in Ricerca & Sviluppo, in Italia e nel mondo, per aumentare il numero di soluzioni tecniche e servizi messi a disposizione degli agricoltori”.

(Visited 517 times, 1 visits today)