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Prodotti

Patata di Bologna Dop, parola d’ordine: comunicare

PatataBolognaDop

A Milano la presentazione della nuova veste grafica e dell’importante campagna di comunicazione. In TV lo spot a partire dal 22 ottobre

“Noi produttori ci mettiamo la faccia e quindi dobbiamo fare in modo che il nome della Patata di Bologna Dop sia ricordato”. La speranza di Alberto Zambon, presidente dell’omonimo consorzio che, da qualche mese, ha ottenuto anche l’importante “tutela”, ha in effetti buone probabilità di realizzarsi da qui a qualche giorno se, come tutti sperano, la grande operazione di comunicazione pianificata porterà ai risultati che tutti i produttori si auspicano.

Ha scelto Milano il Consorzio di Tutela della Patata di Bologna Dop, in una location di lusso come quella dell’Hotel Four Season in pieno quadrilatero della moda,  per presentare la nuova immagine e il piano di comunicazione che cercherà di dare la massima visibilità ad un prodotto che vuole ritagliarsi un ruolo di primo piano all’interno delle tante Dop e Igp presenti in Italia, 44 nella sola Emilia Romagna, regione che vanta il record europeo da questo punto di vista.

PresentazionePatataBolognaDopMilano

Presentazione Patata di Bologna Dop a Milano all’Hotel Four Season mercoledì 11 ottobre. Da sinistra: Andrea Galli, coordinatore del Consorzio, Simona Caselli, assessore agricoltura Regione Emilia – Romagna, Egeria di Nallo, professoressa e studiosa di ricerca di mercato e di consumi, Alberto Zambon, presidente del Consorzio

Il bando che il PSR regionale aveva messo a disposizione è stata l’occasione per mettere in pratica quella “voglia di far di più” che era presente nella mente dei produttori della zona, come ha spiegato questa volta Andrea Galli, coordinatore delle attività del Consorzio. “Fra qualche settimana partirà la comunicazione vera e propria in Tv, dal 22 ottobre, con uno spot da 15 o 30 secondi”. La nuova immagine, due patate che evocano l’immagine delle due famose Torri di Bologna, adagiate su un classico campo agricolo della pianura, insieme al claim “La bontà è di questa terra” è lo strumento principe identificato per cercare di entrare nel cuore, e naturalmente, nel carrello dei consumatori. I numeri, se tutto dovesse andare a buon fine, ci sono: al momento la superficie coltivata dai 10 produttori agricoli e dalle 70 aziende agricole per il prodotto certificato è di 336 ettari, con un raccolto pari a 11mila tonnellate: “ma spazio per aumentare gli ettari ci sono tranquillamente” hanno affermato i vertici del consorzio durante la conferenza.

PatataBolognaDop_Logo

L’attività social, su Facebook e Instagram, è già partita, poi ci sarà uno spot pre-roll di 15”, 30” e 60 secondi, “un film emozionale dove territorio, passione e bontà si uniscono nell’eccellenza della Patata di Bologna D.O.P”. E, naturalmente, anche il sito internet è stato rinnovato da una settimana, con una logica che intende valorizzare sia la nuova immagine del prodotto ma anche le caratteristiche nutrizionali e quelle culinarie che la patata di Bologna vanta, aspetti evidenziati durante la presentazione anche dalla professoressa Egeria di Nallo.

“I consumatori non conoscono ancora bene il logo della Dop e Igp rispetto, per esempio a quello con la fogliolina verde del Bio. Questo richiede lavoro, ecco perché abbiamo finanziato questo progetto con 300mila euro all’interno del PSR” ha evidenziato Simona Caselli, assessore all’agricoltura dell’Emilia Romagna. “In Emilia-Romagna il turismo è trainato dalla cultura agroalimentare: l’aeroporto ha triplicato i numeri. L’attrattività legata al cibo sta diventando un volano e la Patata di Bologna Dop ne appartiene a pieno titolo”.

Obiettivo comune a tutti, quindi, scappare da ogni operazione che possa far decadere questo prodotto a mera commodity: valorizzazione delle varietà, la Primura, coltivata soprattutto qui e in pochissime altre aree italiane, del territorio di origine che ne dona caratteristiche distintive e, infine, distribuzione a livello non solo locale ma anche nazionale e per far questo l’apporto della Gdo è fondamentale. Al momento la presenza di insegne che la valorizzano in tutta Italia vede i nomi, ad esempio, di Lidl con il prodotto a marchio del Consorzio, o ancora Bennet e Esselunga all’interno dei propri prodotti a marchio.

 

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