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Maltempo in Romagna: danni stimati per 300 milioni

Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, scrive a Meloni e a Lollobrigida. In campo anche Confagricoltura

Salgono a 300 milioni di euro i danni subiti dalle attività agricole e dalle infrastrutture in Emilia Romagna, dove sono finiti sott’acqua migliaia di ettari di terreno coltivato a kiwi, susine, pere e mele ma anche cereali, vivai, ortaggi, allevamenti, macchinari di lavorazione ed infrastrutture. A riferirlo è l’Ansa, che a sua volta cita Coldiretti. Il presidente Ettore Prandini ha esposto infatti questa situazione al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, in occasione della nuova allerta rossa per il maltempo in Emilia Romagna, dove l’alluvione ha interessato in particolare delle provincie di Bologna, di Forlì-Cesena, di Modena, di Ravenna, di Ferrara.

“Chiediamo al Governo un intervento urgente per mettere in campo ogni azione utile finalizzata alla ripresa economica e produttiva delle imprese agricole che hanno subito danni dagli eventi metereologici indicati”, scrive Prandini, che aggiunge: “E’ in gioco la sopravvivenza stessa di centinaia di imprese e delle lavoratrici e lavoratori che da esse dipendono. È stato utile il primo intervento emergenziale deliberato tempestivamente dal Governo, a poche ore dai fatti. Ora, stante la situazione straordinaria, riteniamo necessario un Decreto Legge Speciale del Governo e il relativo stanziamento di risorse congrue ad affrontare i danni subiti”.

Esondazioni nel Ravennate

“Da due settimane l’Emilia-Romagna – rileva invece la sezione regionale di Confagricoltura – è travolta da piogge, grandine e inondazioni, con pesanti ricadute sull’agricoltura e sugli ecosistemi più produttivi. La situazione sta peggiorando di ora in ora e porterà a nuove criticità idrauliche e idrogeologiche.

Prima conta dei danni

Intanto si fa la prima conta dei danni nelle aree già alluvionate o soggette a ristagno idrico, in particolare nel Bolognese (tracimazione dell’Idice e del Quaderna), tra Imola, Conselice e Massa Lombarda (il Sillaro); nel Faentino (Senio e Sintria; Lamone e Marzeno); nel Ferrarese, la tracimazione del canale Scorsuro alle porte della città e quella della chiusa Cardinala sul torrente Idice, che ha causato l’allagamento di un migliaio di ettari ad Argenta e Campotto con perdite del 100%, infine nel Forlivese su una superficie coltivata di circa 20 ettari.

La stima di Confagricoltura Emilia Romagna è fino a 6.000 euro a ettaro di danni per i seminativi (grano, orzo, mais, soia, girasole, erba medica, colture orticole e sementiere) e 32mila euro a ettaro per frutteti, vigneti e oliveti, inclusi raccolti persi e costo dei reimpianti. Il calcolo non comprende però le ripercussioni su scorte, strutture, macchinari e neanche le anticipazioni di liquidità finalizzate a far ripartire l’attività. Da rilevare inoltre la sospensione delle operazioni colturali, tra cui i trapianti del pomodoro da industria, l’impossibilità a effettuare i trattamenti fitosanitari che aumenterà il rischio di fitopatie e la mancanza di foraggio per l’alimentazione delle bovine da latte.

Solo nella Bassa Romagna, in provincia di Ravenna, il conto agricolo delle inondazioni supera i 200 milioni di euro. Sono finiti sott’acqua e sono ancora coperti da uno strato di limo, argilla e sabbia, circa 1.800 ettari a Conselice e 1.500 ettari a Villanova e Boncellino di Bagnacavallo. L’ondata di fango ha invaso i frutteti (peschi, albicocchi, susini e peri), le vigne del Trebbiano e quelle del tipico Bursòn come pure il distretto delle colture da seme.

Incalcolabili sono, al momento, i danni provocati dalle frane in montagna e in collina. Servono centinaia di migliaia di euro ad azienda per il ripristino e la messa in sicurezza nei comuni martoriati dai dissesti. Si tratta di oltre mille ettari coltivati nel territorio che si estende dalla Romagna Faentina (Faenza, Castel Bolognese, Solarolo, Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme), a Modigliana, Dovadola e Predappio (FC), un’area prevalentemente frutticola, vitivinicola e olivicola. Si registrano smottamenti in Appennino anche nelle province di Modena, Bologna e Imola, nella valle del Santerno.

Ad aggravare lo scenario si sono aggiunte le violente grandinate dei giorni scorsi, dal capoluogo emiliano (in Valsamoggia e a Castel Maggiore), alla Romagna al Cesenate (in special modo a San Vittore, Borgo Paglia, Madonna Dell’Ulivo, Bertinoro, Montiano e Longiano).

Marcello Bonvicini, presidente regionale di Confagricoltura, auspica “un decreto-legge speciale per dare pieno sostegno alla popolazione e alle imprese, rischiamo di perdere un patrimonio agricolo unico, in pianura e nell’alta collina”, dice abbracciando la linea della Regione e del governatore Bonaccini.

Il presidente nazionale Massimiliano Giansanti ha portato all’attenzione del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, la situazione dell’Emilia Romagna: “L’ondata di maltempo – ha detto – richiede interventi straordinari.  Non si tratta di una questione che riguarda esclusivamente l’Emilia Romagna, ma ci pone di fronte alla necessità di attuare interventi urgenti per ristorare i danni e per evitare che i cambiamenti climatici in atto compromettano ulteriormente la produttività delle aziende agricole e l’economia di interi territori”.

I tecnici di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini in queste ore sono a stretto contatto con gli agricoltori associati per verificare le ripercussioni dell’ondata di maltempo che si sta abbattendo sul territorio. L’esondazione di fiumi e torrenti, unita a nuovi smottamenti, sta impattando anche sull’agricoltura. “Tanti campi sono finiti sott’acqua e la situazione è in rapido divenire – commenta Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini – Ma quando nei prossimi giorni si arriverà a una stima precisa dei danni, purtroppo saranno consistenti: ci sono interi raccolti a rischio, dalle orticole a pieno campo ai seminativi, dai frutteti ai vigneti e oliveti. A metà maggio le varie colture sono in una fase cruciale della loro crescita, questa calamità è una seria ipoteca sull’annata agraria. E poi ci sono i danni alle infrastrutture aziendale: c’è chi ha subito smottamenti, chi si è trovato l’acqua nelle strutture aziendali. E purtroppo non è ancora finita: domani sarà un’altra giornata da bollino rosso”.

“Ci troviamo davanti a una emergenza che riguarda l’intero territorio – interviene Luca Gasparini, direttore di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini – La nostra struttura sta affiancando i soci in queste difficili ore e, appena saranno quantificati i danni, è pronta ad assisterli nelle varie richieste di indennizzo e nell’individuare i migliori percorsi per trovare un concreto aiuto dopo questa calamità”.

La situazione a Cesena

Il fiume Savio è l’osservato speciale, dopo l’esondazione che ha travolto la città, ma anche torrenti come il Pisciatello che a Calisese ha inondato i frutteti circostanti. “Il rischio è di andare in contro alla cosiddetta asfissia radicale, che può portare alla morte della pianta – sottolinea Matteo Brunelli, presidente della Circoscrizione di Cesena di Confagricoltura – Appena calerà l’onda di piena torrentizia le acque defluiranno nell’alveo del corso d’acqua, ma a causa della saturazione dei terreni, non dimentichiamoci le piogge della scorsa settimana, molte piante avranno danni irreversibili. Anche le coltivazioni di ortaggi sono a rischio: ci sono diverse aree allagate, come quelle circostanti a Ruffio, dove l’acqua ha sommerso le coltivazioni”.

A Forlì ha esondato il Montone

 Il fiume Montone ha esondato in alcuni punti e le campagne sono state sommerse. Tra le aree più critiche quelle verso il faentino. “Ma ci sono stati segnalati tanti allagamenti e la situazione sta peggiorando – rimarca Alberto Mazzoni, presidente della Circoscrizione di Forlì di Confagricoltura – inoltre le zone collinari già martoriate dalle frane, come Modigliana, Dovadola e Predappio, stanno vivendo nuove criticità: ci sono aziende che rischiano di rimanere isolate e l’incubo è di avere nuovi smottamenti. Anche nella zona di San Lorenzo in Noceto registriamo vigneti e frutteti finiti sott’acqua, la speranza è che l’acqua possa defluire al più presto per evitare conseguenze ancora più negative. Allagamenti di questo tipo possono portare anche all’insorgenza di fitopatie che si possono sviluppare nelle prossime settimane. La situazione è grave”.

Rimini e Riccione in tilt

“Rimini e Riccione sono andate in tilt per l’ondata di maltempo e in campagna la situazione non è certo migliore – afferma Nicola Pelliccioni, presidente della Circoscrizione di Rimini di Confagricoltura – Il Marecchia si è ingrossato nel giro di poche ore, così come altri torrenti, e ha sommerso i campi. Siamo in apprensione per le coltivazioni orticole tipiche del riminese, ma anche per i vigneti e gli oliveti, fortemente sotto stress”.

 Fonte: Ansa e Confagricoltura

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