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Reparto Ortofrutta

Conad: “Serve più organizzazione e sostenibilità nelle filiere dell’ortofrutta”

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Nella patria italiana dell’aggregazione, dell’organizzazione e della pianificazione serve più aggregazione, organizzazione e pianificazione. Non è una ripetizione ma la parola d’ordine nel confronto organizzato questo fine settimana a Forlì dalla Conad e dedicato alla frutta.

L’Emilia-Romagna svetta sul podio italiano per il numero di aree dedicate alla frutta. I numeri sono chiari: la superficie media delle aziende è uguale a 3,7 ettari, più del doppio della percentuale nazionale che si ferma a 1,8 ettari, ad un soffio dalla Spagna dove la media è di poco superiore con 3,9 ettari.

Ottime notizie, ma ai nostri confini crescono, si moltiplicano i competitor e dilaga il dumping sociale ed economico in particolare sui differenziali delle buste paga (ne abbiamo scritto di recente qui). C’è da stare attenti e c’è tanto da fare: “Quello dell’ortofrutta è un comparto dalle grandi potenzialità, ma che soffre di alcuni deficit strutturali, primi tra tutti un‘eccessiva frammentazione delle filiere, la mancanza di grandi piattaforme logistico-distributive, la difficoltà tutta italiana di fare sistema”. Questo l’elenco dei punti critici evidenziato da Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, che pur esaltando le filiere delle mele trentine e quelle emiliano-romagnole richiama interventi strutturali per tutto il settore.

L’appello alle riforme strutturali in agricoltura

L’appello arriva durante la tavola rotonda “Dialogo con le meraviglie del Paese” organizzata da Conad per l’evento Il Grande Viaggio Insieme che attraversa l’Italia per ascoltare le comunità locali. Musica, degustazione di prodotti ma pure la riflessione sulle filiere agroalimentari. A Forlì si è parlato di frutta e non è un caso. L’Emilia-Romagna è la prima regione per aree dedicate alla frutta, ben il 16% della superficie nazionale.

Si fa il pieno di campioni produttivi in questa regione. Tante le storie ascoltate sul palco di Forlì dove ha moderato la giornalista Marianna Aprile e ha svolto una densa relazione il sociologo Aldo Bonomi, direttore di Aaster che ha firmato la ricerca sulle dinamiche del settore ortofrutta italiano commissionata da Conad: “Siamo di fronte ad una maturità interrogante perché  una regione partita dalla terra, con lo scheletro contadino, si è posta al centro di un sistema di commercializzazione e trasformazione. Ma non bastano i risultati economici, occorre rispondere ai temi attuali: ecologia, acqua, plastica, cambiamento dei consumi”.

Ambiente: i modelli CPR SyStem e Agribologna

Non si può stare fermi. E diversi casi aziendali, molto interessanti, hanno confermato come l’Emilia-Romagna stia interpretando la sfida ecologica. A iniziare da CPR System, presente sul palco con Francesco Avanzini, anche direttore generale di Conad, che ha illustrato come le celebri cassette verdi presenti nella grande distribuzione siano un chiaro esempio di economia circolare:

“Non si butta via niente, recuperiamo, anche riproducendole, le cassette che si rompono. Un modello di efficienza e sostenibilità, supporto ad agricoltura e distribuzione. Il mondo dell’ortofrutta ha una vocazione sostenibile, business e sostenibilità devono andare insieme”.

Molto pratico come anche Lauro Guidi, presidente del consorzio Agribologna, che parte dai numeri: “Abbiamo risparmiato il 10% del consumo di acqua, abbiamo copiato dagli israeliani. Noi abbiamo una media ettariale più alta, ma siamo sotto altre realtà”.

Albicocche cresciute con la stessa attenzione dei galletti. Il caso Guidi

Un altro modello interessante è quello esposto da Roberto Guidi della Agricola Guidi di Roncofreddo, conosciuti per il marchio Albisole. I Guidi sono cresciuti con il sistema avicolo, per poi investire nelle albicocche. “Dedichiamo la stessa attenzione dei nostri galletti. Siamo stati i primi in Italia nel 2014 ad ottenere la certificazione sull’assenza degli antibiotici nella carne. Ora abbiamo ottenuto il residuo zero delle sostanze utilizzate nei trattamenti per le albicocche. Siamo attenti, da molti anni, alla domanda salutistica, del viver bene e dell’ambiente”.

L’assessore Caselli chiede di arrivare al 80% di aggregazione

Le sfide vengono colte, lo dimostra anche la politica di filiera di Apofruit rappresentata da Mirco Zanelli e dall’assessore regionale Simona Caselli: “È insufficiente l’organizzazione, anche in Emilia Romagna. Stiamo aggregando il 60% del mercato, non va bene. Dobbiamo arrivare all’80%. E sul conferimento abbiamo il minimo del 60%, ma possiamo aumentare all’80 e io ci sto pensando…”.

Sguardo green che viaggia  insieme all’efficienza e alla maggiore convergenza e collaborazione tra tutti gli attori della filiera. Un imperativo anche nella regione conosciuta nel mondo per la cooperazione e l’aggregazione.

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