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VerdeDivo, al via le raccolte

E’ l’anno della presentazione ufficiale sul mercato della prima vera innovazione di kiwi verde “post Hayward”

Il kiwi verde ha un futuro e si chiama VerdeDivo. L’innovazione varietale è all’ordine del giorno sia per i cugini a polpa gialla sia per quelli a polpa rossa, ma ora, finalmente, anche per la tradizionalissima Hayward verde c’è una alternativa di elevata qualità. Alternativa che entra con i primi volumi sul mercato proprio quest’anno.

“E’ il frutto di uno dei pochi progetti 100% made in Italy, sviluppato, prodotto e gestito in Italia – spiegano a myfruit.it Mirco Montefiori e Ugo Palara, direttore e presidente del Consorzio New Plant, specializzato nella ricerca e studio di novità vegetali – I tre costitutori sono, infatti, l’Università di Udine, l’Alma Mater Università di Bologna e New Plant. Proprio a noi è affidata la gestione produttiva e commerciale in esclusiva della varietà che è sublicenziata ai nostri tre soci, Orogel Fresco, Agrintesa/ApoConerpo e Apofruit“.

Mirco Montefiori, direttore New Plant

Non è una novità per chi è del settore: risalgono al 2008 i primi studi su questa Actinidia chinensis a polpa verde, al 2012 gli impianti dei primi campi sperimentali, mentre nel 2020 inizia la valutazione per un suo sviluppo commerciale.

“A buone risposte agronomiche (è mediamente tollerante al Psa, ndr) affianca elevati standard qualitativi al consumo. Parliamo di un minimo di sostanza secca del 17/18%, equivalente a 16 gradi Brix – continua Montefiori – Uno dei kiwi più buoni sul mercato, grazie al gusto più dolce ed equilibrato rispetto al kiwi giallo. I test commerciali condotti negli ultimi tre anni nei punti di vendita della Gdo, nei mercati e nei negozi specializzati confermano il suo appeal. Il 98% degli intervistati ha indicato l’intenzione all’acquisto e  oltre il 40% ha assegnato il massimo dei voti”.

Raccolte controllate a garanzia della qualità

VerdeDivo si raccoglie 15 giorni prima dell’Hayward, per essere distribuito da novembre a marzo. Via via che aumenteranno gli ettari investiti e i volumi, si allargherà anche la finestra commerciale. “Le singole aziende sono autorizzate a raccogliere solo quando i frutti raggiungono i parametri qualitativi stabiliti dalle nostre linee guida – precisa il direttore di New Plant – Così si garantisce la qualità del prodotto immesso sul mercato”.

Insomma, una gestione coordinata tra i partner molto simile al club commerciale, con precise linee guida agronomiche, qualitative e commerciali. “Sicuramente è un kiwi pensato per la fascia alta, premium, che arriva a scaffale con una immagine coordinata e curata e i singoli frutti brandizzati con bollino. Oggi a dimora ci sono 50 ettari, per circa mille quintali di frutti (il prossimo anno saranno 4.000) con piano di sviluppo che prevede un primo step di almeno 500 ettari entro il 2025 tra Emilia Romagna, Lazio, Veneto, Friuli venezia Giulia, Basilicata e Calabria”, conclude Mirco Montefiori.

Per la presentazione ufficiale ai mercati europei servirà ancora un paio d’anni, il tempo di disporre dei volumi necessari, ma i primi test di vendita sono già in corso.

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