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Politiche agricole

Fotovoltaico: in Piemonte obbligatorio coltivare nei terreni di pregio

Solo agrivoltaico nelle aree dedicate a Dop, Igp, Doc e Docg

Fotovoltaico nei campi meno fertili e pregiati. Nelle aree dedicate alle coltivazioni Dop, Igp, Doc e Docg ci sono  più limiti: è consentito solo l’agrivoltaico. Questa la scelta della Regione Piemonte, le associazioni degli imprenditori agricoli chiedono però norme più severe, che si legge nella delibera approvata il 31 luglio scorso.

Mantenere la produzione agricola

La delibera della giunta regionale esprime chiaramente la filosofia del governo locale: “Nelle aree ritenute di elevato interesse agronomico occorre evitare qualsiasi intervento che non consenta, almeno in parte, il mantenimento della produzione agricola”. Insomma la soluzione è l’agrivoltaico a sviluppo verticale  che permette di far condividere i due settori economici. Senza dimenticare la reversibilità della struttura dedicata alla produzione di energia pulita: “Al termine del ciclo di vita dell’impianto fotovoltaico” si deve assicurare “il pieno ripristino agricolo dello stato dei luoghi”.

Più nel dettaglio nelle aree dedicate alle produzioni con bollino e disciplinare, ma pure nei “terreni agricoli e naturali ricadenti nella prima e seconda classe di capacità d’uso del suolo”, è consentito solo “l’installazione di impianti fotovoltaici di tipo agrivoltaico“. Chiaro e tondo.

Conservare almeno il 70% della produzione

Per evitare imbrogli si chiede di rispettare il principio di continuità. Cosa significa? “Consiste nel mantenimento di almeno il 70% del valore della produzione agricola – si legge nella delibera – negli ultimi cinque anni produttivi”. La coesistenza è possibile e per alcune colture, pensiamo alle orticole, in situazioni di caldo estremo l’ombra dei pannelli permette di avere maggiori rese e qualità. E allo stesso tempo si riduce la dipendenza energetica dell’azienda con rinnovabili che limitano le emissioni nocive.

La Coldiretti approva ma chiede garanzie

“Un primo passo importante avente lo scopo di frenare le speculazioni e l’occupazione impropria di suolo agricolo – affermano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – ma che occorre sia completato, al più presto, attraverso la definizione di una specifica legge regionale che dia definitiva garanzia dell’uso prioritario del suolo per la produzione di cibo e blocchi ogni tipo di abusivismo energetico. Un ulteriore, fondamentale passaggio subordinato all’approvazione da parte del Governo di un decreto attuativo interministeriale, per porre fine, nelle aree di interesse agricolo, al fotovoltaico a terra”. 

Gli imprenditori concludono polemici: “Deve, quindi, restare prioritario salvaguardare le nostre campagne per garantire la sovranità alimentare nazionale, fermando le speculazioni ed il consumo di suolo. Un atto necessario di fronte all’occupazione di suolo fertile con distese di ettari di moduli fotovoltaici a terra o di tecnologie industriali camuffate da parchi agrivoltaici che sottraggono il suolo dalla sua vocazione originale”. Ma se si rispetta il principio di continuità  la gran parte del terreno dovrebbe essere salva.

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