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Politiche agricole

“Su transizione verde Draghi valorizzi la visione femminile”

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Autore Redazione

Lo chiedono le Donne in Campo-Cia: urgenti le risorse per migliorare servizi nelle aree rurali e più sostegno alla multifunzionalità

Le agricoltrici traino della transizione verde. Promotrici della sicurezza alimentare, custodi di biodiversità e sostenitrici della tutela di paesaggio e territorio, le oltre 200 mila imprenditrici agricole italiane si candidano a essere capofila nella costruzione e nell’attuazione della transizione ecologica e sostenibile”. Lo afferma Donne in Campo, l’associazione femminile di Cia-Agricoltori Italiani, che saluta il nuovo governo augurando buon lavoro al neo ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e alla ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti.

“A oggi sono 207.991 le aziende agricole rosa, con un calo annuo dell’1,1% pari a 2.400 imprese in meno – sottolinea la presidente di Donne in Campo, Pina Terenzi – Ecco perché servono investimenti per il miglioramento e lo sviluppo dei servizi sociali e digitali nelle aree rurali: ospedali, presidi territoriali sociosanitari per una rete di assistenza diffusa, asili e scuole, banda larga diffusa. Elementi che favoriscono la crescita dell’imprenditoria femminile, aiutando le donne nel lavoro di cura e sostegno ai familiari, minori, anziani, disabili, per poter strutturare le proprie aziende e creare valore aggiunto per il territorio”.

Premiare la multifunzionalità

D’altra parte, “è lo stesso impegno multifunzionale delle imprese agricole che va premiato e incentivato con risorse ad hoc – continua Terenzi – fornendo ai cittadini e alle comunità un servizio fondamentale. Basti pensare agli agri-asili, alle fattorie sociali e didattiche, agli agriturismi, che offrono conoscenza, inclusione e integrazione, turismo e benessere”.

Per questo, “ci aspettiamo molto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Come Donne in Campo, chiediamo che parte delle risorse del Recovery vengano utilizzate per finanziare, sostenere e diffondere le esperienze già partite degli Agritessuti, con la riattivazione di una filiera tessile sostenibile con produzione di fibre vegetali per i tessuti e di piante tintorie per le colorazioni naturali – osserva Terenzi – Obiettivo ricostruire il primo anello della catena della moda made in Italy 100% ecologica, rafforzare il sistema produttivo italiano, produrre materiali non inquinanti, creare nuova occupazione femminile e giovanile”.
“Un impegno – conclude la presidente – che si può allargare anche alla produzione di piante per l’industria farmaceutica ed erboristica, così come alla riforestazione e al ripristino della biodiversità a cura del settore vivaistico su territori degradati, alla cura e alla manutenzione del paesaggio, sostenuto da un piano di formazione per gli operatori, in linea con le strategia Biodiversity e Farm to fork dell’Unione europea”.

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