28 febbraio 2002

Rinascente pronta alla sfida

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Il super? È sempre più mini

Meno consumi, più concorrenti, stranieri in testa. Ma la società italo-francese rilancia. E spinge i punti vendita sotto casa.

Benoit Lheureux conosce bene i concorrenti francesi della Leclerc, un colosso della distribuzione da 25 miliardi di euro. Da quando, giovane caporeparto della Auchan in Francia, girava in incognito tra i banchi dei loro affiliati annotando prezzi e offerte promozionali. E oggi che la Leclerc ha stretto un'alleanza con il gruppo Conad per conquistare l'Italia, il quarantaseienne Lheureux, amministratore delegato per l'alimentare del gruppo Rinascente dal luglio 1997 (quando la Ifil cedette ai francesi dell'Auchan il 49 per cento), non si intimorisce: «Sono bravi, ma noi siamo pronti alla sfida».

Già, perché, protagonisti soprattutto gli stranieri, nel settore della grande distribuzione è più che mai tempo di battaglie. L'ultima mossa l'hanno fatta appunto i francesi della Leclerc, che a metà febbraio hanno costituito con la Conad una società mista, la Conalec, per sviluppare gli ipermercati in Italia a marchio Leclerc. Ma con l'obiettivo ambizioso di creare un gruppo cooperativo europeo, in grado di competere con giganti come le francesi Carrefour e Auchan, presenti da tempo in Italia, o come la tedesca Rewe, che a fine 2000 si è comprata 100 supermercati e 20 ipermercati del Centro-Nord della Standa. Per non parlare di chi, come Casino o Walmart, da voci del settore viene segnalato in avvicinamento alle frontiere italiane. E poi ci sono i gruppi italiani, dalla Coop alla Esselunga, dalla Bennet alla Pam, dalla Finiper alla Selex, decisi a giocarsi la partita.
Una partita, per la verità, che si sta facendo difficile, visto che i consumi alimentari nel 2001 sono diminuiti in termini reali del 3 per cento. E che per il 2002 non si vedono schiarite.
«In questo scenario la corsa ai punti vendita giusti e ai canali che funzionano è scatenata e i prezzi di piccole catene private sul mercato stanno andando alle stelle, fino al 50 per cento del fatturato» commenta Lheureux. Il quale ha messo a segno da poco l'acquisizione di nove supermercati che erano di un affiliato Gs (gruppo Carrefour) a Roma, ma soprattutto ha stipulato un accordo con il gruppo S & G di Fara Gera d'Adda (Bergamo) grazie al quale 130 punti vendita in Lombardia batteranno bandiera Sma.

L'uso deciso della leva del franchising, oggi più che mai strategico, ha consentito alla divisione alimentare Sma del gruppo Rinascente (2 miliardi di euro di fatturato sui 5,7 totali nel 2001) di arrivare nel 2002 a 986 affiliati. Potenziando, a basso costo, la linea di fuoco su un canale che si sta rivelando in piena crescita: il supermercato. Nel 2001 (fonte Iri Infoscan), nel largo consumo confezionato i supermercati sono cresciuti del 5,5 per cento e gli ipermercati solo dell'1,1.
Il super è una struttura più vicina a casa, dove il consumatore perde meno tempo e non è indotto a maxispese talvolta inutili. Spiega Lheureux: «Oggi poi i supermercati hanno accorciato la distanza dagli iper sulla convenienza di prezzo (si è passati dal 5 al 2 per cento) e soffrono meno della legge entrata in vigore lo scorso anno, che limita a pochissime occasioni la politica delle catene di vendere al di sotto del prezzo di costo».
Vanno forte anche i minisupermercati sotto casa, che tutte le catene stanno riscoprendo, con marchi specifici. Nel gruppo Rinascente si chiamano Punto Sma (da 250 a 400 metri quadrati) e Bottega Sma (da 100 a 200). Per questi format più piccoli al gruppo Rinascente hanno fatto un accordo con la Sviluppo Italia: i primi due aprono entro marzo a Catania con giovani imprenditori locali, ma sono in arrivo decine di inaugurazioni.

01.03.02 © Arnoldo Mondadori Editore

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