Il 2025 è stata un’annata di scarica per le nocciole dell’Etna: la produzione si è fermata a circa il 20% in meno rispetto alla precedente. “Sul calo, hanno influito anche altri fattori come il fatto che le nostre nocciole sono coltivate in asciutto e l'andamento climatico, soprattutto alcune piogge verificatesi in un periodo più tardo del dovuto”, spiega a myfruit.it Gaetano Aprile, presidente della Op Sicilia in guscio, l'organizzazione di produttori, nata nel 2023, che raccoglie circa 450 ettari di noccioleti tra le provincie di Catania e Messina.
Verso il trasformato
La diminuzione di produzione ha portato a un aumento dei prezzi all’ingrosso per le nocciole in guscio, con una forbice fra i tre e i cinque euro al chilo a seconda della resa. “Questo vale sia per il convenzionale sia per il biologico, anche se qui la maggior parte delle aziende produce in biologico”, precisa.
Vista la minore produzione, il surplus di prezzo non ha, di fatto, portato significativi aumenti di reddito ai produttori. “Come Op - continua Aprile - stiamo lavorando per ampliare l’offerta attraverso la trasformazione del prodotto. Quanto prima avvieremo le linee di lavorazione. Il nostro obiettivo è commercializzare anche nocciole sgusciate, tostate, granella, farine. Crediamo che questa possa essere la strada per garantire ai produttori un valore aggiunto”.
Sull’Etna la coltivazione del nocciolo è un’antica tradizione. Fino agli anni ’80, il mercato garantiva un ritorno soddisfacente. Con l’arrivo del prodotto estero, però c’è stato un crollo dei prezzi che ha spinto all’abbandono.
Ricerca e promozione
“Di recente molti hanno già riavviato la produzione e altri lo stanno facendo adesso. La richiesta non manca. Anche la Ferrero ha mostrato interesse per l’areale”, aggiunge Aprile. Il prodotto è richiesto tutto l’anno e, ancor di più, è presente nelle case durante le feste. “Nel periodo natalizio, la nocciola, soprattutto in guscio, è molto amata. La domanda tuttavia si spalma lungo tutto l’arco dell’anno, anche alla luce dei suoi valori nutrizionali”, sottolinea.
I margini di crescita però sono ancora importanti. Il lavoro di valorizzazione della nocciola dell’Etna è ancora in fase iniziale. “Abbiamo avviato un progetto di ricerca scientifica, in collaborazione con l’Università, per cercare sia di migliorare la produzione che di ottimizzare gli investimenti”, afferma il presidente di Sicilia in guscio. Proprio il calo di produzione, fenomeno che si verifica sempre più spesso, rende, per l’Op, più urgente la necessità approfondire la conoscenza. La parola d'ordine è innovare.
In fase di progettazione anche un piano di promozione che dovrebbe essere pronto all’inizio del 2026. “Per il nuovo anno, abbiamo intenzione di partecipare alle maggiori fiere di settore e farci conoscere meglio soprattutto in quei mercati esteri dove c’è notevole attenzione sul prodotto”.