Una sorpresa, non la vendita, ormai sulla bocca di tutti da tempo, ma certamente il compratore. Giovedì 24 luglio, poco dopo le 18.30 l’annuncio ufficiale da parte di Carrefour della cessione “della totalità delle sue attività in Italia” a NewPrinces Group.
Nessun competitor italiano del mondo della grande distribuzione, quindi, come era successo nel 2019 nel caso di Auchan, rilevata da Conad con il conseguente spezzatino di punti di vendita ceduti anche ad altre insegne, ma neanche straniero, nonostante fossero circolati nei mesi scorsi vari nomi di una certa importanza tra i possibili pretendenti.
Alla fine la multinazionale francese ha scelto l’offerta portata da un nome importante del mondo industriale del food con anima e sede tutta tricolore, ovvero quella dell’imprenditore campano Angelo Mastrolia, sebbene con un raggio di azione decisamente internazionale.
I termini dell’accordo
Carrefour Italia, ovvero un rete di 1.188 punti di vendita per buona parte ormai gestita in franchising, costituita da 41 ipermercati, 315 supermercati, 820 negozi di prossimità e 12 cash & carry, è stata valutata un miliardo di euro. L’accordo prevede che la multinazionale francese contribuisca finanziariamente con quasi 240 milioni per sostenere questa operazione e NewPrinces, dal canto suo, ne investa altri 200 per rilanciare le sorti di un insegna che occupa 10mila dipendenti diretti e 14 mila nella rete di franchising.
I motivi della vendita rientrano nel piano di “revisione strategica avviata da Carrefour all’inizio dell’anno” si legge nella nota ufficiale: nonostante dal 2020 al 2022 l’insegna avesse vissuto un periodo di rilancio, le cose poi sono andate diversamente con la perdita di fatturato nonché “un risultato operativo corrente e un free cash flow negativi nel 2024”.
Chi è NewPrinces
A molti, a partire dai consumatori finali, il nome dirà poco o nulla, agli addetti del settore ovviamente no. Nata solo l’anno scorso con l’acquisizione dell’inglese Princes Ltd, il gruppo costruito dall’imprenditore salernitano Angelo Mastrolia nasce in realtà più di 20 anni fa con la creazione di Newlat Food. Il latte, e i suoi derivati, è stato, e lo è tuttora, un business fondamentale e d’altronde i suoi primi passi Mastrolia li muove negli anni Ottanta nell’azienda di famiglia, la Piana del Sele Latteria.
Le acquisizioni negli anni sono state moltissime e in più settori dell’agroalimentare, tra le ultime e più eclatanti quelle che hanno portato a prendersi Plasmon (ma anche Nipiol e Dieterba) da Kraft o allo stabilimento di Cuneo della ex Cinzano da Diageo.
Oggi sotto il cappello di NewPrinces, quotata in Borsa a Milano, ci sono 42 marchi che coprono 12 settori, dalla pasta alle conserve di pomodoro, dai piatti pronti al cibo in scatola sino alle bevande. Più di 30 stabilimenti in tutta Europa e, con l’operazione Carrefour, un giro di affari che in un solo anno e comprendendo anche altri affari, passa da 750 milioni a 6,9 miliardi di euro di fatturato.
“Il nostro gruppo - afferma l’imprenditore su Linkedin - diventa il secondo gruppo per importanza nella filiera del food in Italia e il primo operatore in termini occupazionali, con oltre 13mila collaboratori diretti nel Paese e più di 18mila nel mondo”.
Cosa succederà ai punti di vendita (ex) Carrefour
È ovviamente presto ipotizzare cosa succederà ora nel futuro della rete di store di Carrefour. L’operazione dovrebbe chiudersi entro la fine dell’anno e prima ci sono vari passaggi da portare a termine, a partire dalle consultazioni con le rappresentanze dei lavoratori. Tema, quest’ultimo, ovviamente molto delicato visto il cospicuo numero di dipendenti in gioco. Qualche mese fa, ad esempio, a margine dell’acquisizione dell’ex stabilimento di Cinzano a Cuneo, Mastrolia ha assicurato il mantenimento dei 350 dipendenti, anzi, anche delle assunzioni in più.
Difficile prevedere cosa succederà nel caso di Carrefour, non solo per una questione di numeri e business completamente differenti, ma anche per le difficoltà che l’insegna francese sta incontrando da anni lungo lo Stivale, nonostante vari cambi di strategia che hanno portato al lancio di format innovativi o l’introduzione di nuovi.
Che ne sarà, ad esempio dei tanti, forse troppi, ipermercati, un modello ormai in crisi cronica? E della rete in franchising? In una nota, a questo proposito, il franchisee Etruria Retail, il cui contratto scadrà a fine 2026, si dice serena, anzi, afferma di avere sul tavolo “diverse alternative concrete”.
Tornerà l’insegna GS
Al di là di come NewPrinces strutturerà la presenza dei punti di vendita ex Carrefour, una cosa sembra invece certa: si chiameranno in futuro nuovamente GS. Dopo un periodo di transizione, che dovrebbe durare tre anni, tra gli obiettivi dell’operazione c’è quella del “rilancio dell'iconico marchio GS con una rinnovata proposta di valore", afferma in una nota il gruppo di Mastrolia.
Quasi un ritorno al passato, quindi, considerando che Carrefour era sbarcata in Italia nel 2000 proprio acquisendo la rete di store GS, nome glorioso della grande distribuzione italiana, fondata negli anni ’60 da Guido Caprotti e Marco Brunelli (ex socio di Bernardo Caprotti in Esselunga o oggi al timone di Finiper).
Tra i possibili sviluppi che la nuova proprietà prospetta anche lo “sviluppo di piattaforme omnichannel e il rafforzamento dei canali Horeca e consegna a domicilio”. Inoltre, la “piena integrazione con la nostra rete logistica, che comprende oltre 600 veicoli refrigerati in tutta Italia”.
Certamente si apre un nuovo capitolo per il mondo della grande distribuzione italiana, tutto da scoprire nei suoi risvolti concreti, considerando la particolarità del fatto che un produttore agroalimentare ora diventa anche proprietario di una rete distributiva.