L’orticoltura italiana è protagonista all’Expo di Osaka con un allestimento scenografico che presenta ai visitatori del padiglione Italiano alcune coltivazioni tipiche del Belpaese. Curato dall’associazione italiana dei costruttori di macchine agricole FederUnacoma in occasione della settimana dedicata all’agricoltura, lo spazio scenografico denominato Gli orti italiani è stato inaugurato dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che per l’occasione ha ribadito l’importanza della cooperazione tra Italia e Giappone anche nel settore agroalimentare.
Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti il presidente dell’agenzia Ice, Matteo Zoppas, il commissario generale per la partecipazione italiana a Expo 2025, Mario Vattani, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, la presidente di FederUnacoma, Mariateresa Maschio e il direttore generale della Federazione, Simona Rapastella.
Curare e promuovere l'orticoltura
“L’orticoltura italiana è un patrimonio unico, caratterizzato da una grande ricchezza di varietà e di specie autoctone. Di grande importanza per la dieta mediterranea – ha sottolineato Mariateresa Maschio a margine della cerimonia di inaugurazione – le produzioni orticole sono sempre più apprezzate dai consumatori, oggi più che mai attenti ad un’alimentazione salutare ed equilibrata”.

“L’industria italiana della meccanica agricola è leader mondiale nella realizzazione di macchine e attrezzature specifiche per l’orticoltura. Mezzi - ha aggiunto Simona Rapastella - adatti alle più diverse condizioni di lavoro e ad ogni modello di azienda agricola, da quelle familiari a quelle intensive per le grandi produzioni”.
L’allestimento degli Orti italiani è reso possibile grazie alla collaborazione tra l’associazione dei costruttori e il progetto delle verdure italiane di Yakage Town, finalizzato proprio alla coltivazione di verdure tipiche del territorio italiano (come il radicchio o il broccolo romanesco) nella città del Giappone sudorientale.
Un convegno sulle Indicazioni geografiche (Ig)
Nell’ambito della settimana dell’agricoltura di Expo 2025 si è tenuto il convegno “Indicazioni geografiche: un ponte tra Italia e Giappone”, ospitato presso il Padiglione Italia e promosso dalla Fondazione Qualivita e da Origin Italia, con il supporto del ministero.
L’incontro, a cui ha preso parte il ministro Francesco Lollobrigida e che ha visto la presenza del ministero dell’Agricoltura giapponese, ha registrato una partecipazione attenta e qualificata, confermandosi come un’occasione di confronto costruttivo tra i due Paesi sulla tutela internazionale delle indicazioni geografiche.
Il convegno si è aperto con un’analisi dell’accordo di partenariato economico tra Ue e Giappone, in vigore dal 2019, e ha visto gli interventi di Mauro Rosati (direttore della Fondazione Qualivita), Cesare Baldrighi (presidente di Origin Italia), Sergio Marchi (direttore generale di Ismea), Shuichi Matsumoto (senior director della intellectual property division del ministero dell’Agricoltura giapponese) e Issei Ebata (direttore della segreteria del consiglio giapponese delle Ig), Luigi Scordamaglia (amministratore delegato di Filiera Italia) e Massimiliano Giansanti (presidente di Confagricoltura).
Un export da 1,9 miliardi
A concludere i lavori il ministro italiano Francesco Lollobrigida che ha evidenziato l’importanza degli accordi internazionali come quello tra Ue e Giappone, che permette di rafforzare la cooperazione globale e sostenere lo sviluppo delle filiere agroalimentari a Indicazione Geografica, patrimonio strategico italiano e simbolo di qualità e tradizione.
Durante l’incontro, Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia, ha sottolineato che "Gli accordi bilaterali sono fondamentali per favorire la crescita internazionale delle indicazioni geografiche, contrastare dazi e barriere commerciali che minano la competitività. È essenziale promuovere norme comuni e aprire nuovi mercati per valorizzare le produzioni tipiche a livello globale".
Mauro Rosati, direttore della Fondazione Qualivita, ha evidenziato che "L’accordo bilaterale Epa rappresenta un passo decisivo verso il riconoscimento delle Ig non solo come asset economici, ma anche come espressione del patrimonio produttivo, culturale e sociale dei territori. Attualmente, l’intesa tutela efficacemente 375 Ig – 263 europee e 112 giapponesi – da fenomeni di imitazione e usurpazione".
Per sottolineare i valori dell’intercambio Italia-Giappone, Sergio Marchi, direttore generale di Ismea, ha spiegato: "L’export agroalimentare italiano in Giappone ha raggiunto 1,9 miliardi, in crescita del 14% annuo, rappresentando il 24% delle esportazioni italiane totali verso il Paese".
Fonte: FederUnacoma e Fondazione Qualivita