Dalle regioni tropicali al nostro sud arrivano mango, avocado, papaia, dragonfruit e altri frutti esotici, dal nostro sud verso il nord e il centro Italia arrivano mandorle e ora pure i pistacchi. Dei primi frutti, tradizionalmente coltivati nel nostro meridione, myfruit.it ha documentato i mandorleti del Piemonte e quelli di Imola in Emilia Romagna dove è sempre più arduo resistere alle gelate e al cambiamento climatico.
I pistacchi arrivano e maturano in Toscana
Quando si parla di pistacchi italiani si pensa alla Sicilia con i più conosciuti frutti di Bronte, ma si producono anche in Basilicata dove sono conosciuti quelli di Stigliano. Bene, ma ora con le mutate condizioni climatiche anche la Toscana si candida ad ospitare questo frutto tanto di tendenza che sta dominando la produzione di gelati, dolci e spopola in cucina grazie alla sua ampia versatilità.
A Falciano il primo pistacchieto toscano
Il pioniere fortunato dei pistacchi nella terra di Dante si chiama Francesco Verdini, quarantenne agricoltore dell'azienda Euro Funghi Centro Italia, scoperto dai tanti giornali locali e da Uno Mattina sulla Rai che lo ha ospitato in studio.
L'imprenditore lavora nel campo dei funghi e dell'ortofrutta e ora ha investito in un pistacchieto a Falciano, nel comune di Subbiano in provincia di Arezzo. E come dichiara al Corriere fiorentino l'attività potrebbe sorprendere i produttori di Bronte visto che dopo l'iniziale esperimento per saggiare la possibilità di crescita ora può contare su 1500 piante e vuole arrivare a 3500. Significa come sottolinea Verdini: "Sarebbe una coltivazione più grande di quelle di Bronte".
Parla a ragion veduta l'imprenditore perché l'interesse per il pistacchio è sbocciato in Sicilia. Più precisamente a Gioiosa Marea, sulla costa tirrenica messinese dove è proprietario di una casa di vacanza e dove ha conosciuto un barista di Bronte che gli ha fatto visitare il terreno del padre.
In Toscana cresce bene anche il pistacchio
Alla curiosità si è unita la generosità dei siciliani di Bronte che gli regalarono alcune piante per conoscere l'esito della coltura in Toscana. Trapianto riuscito, richiesta delle prime quaranta piante per avviare l'impianto. Clima e terreno rispondono bene e ora si punta dalle 1500 alle 3500 piante in campo di oltre sette ettari. Nella regione dell'olio e del vino arriva pure il pistacchio.
"I nostri terreni si adattano bene a questa coltura che ha necessità di un terreno calcareo, drenante. Va bene per i terreni collinari del Casentino. Abbiamo fatto una prima raccolta di pochi chili l'anno scorso. Attenzione la pianta non è quella di Bronte, ma sono stati effettuati degli innesti: il seme di Bronte e innesto con la varietà Larnaka, molto produttiva e resistente". Quest'ultimo dato centrale in tempi di cambiamento climatico dove non basta solo la delocalizzazione geografica.