“Il bilancio della stagione 2025 è sicuramente positivo. È vero che la resa è stata inferiore rispetto all’anno scorso, ma anche la percentuale di guasto interno è stata minore. In generale, il prodotto era sano e di qualità”. Questo il commento, a chiusura della raccolta delle castagne, di Marilyne Nisi, coadiuvante dell’azienda agricola Vona Fiorenza, che oggi, insieme alla sorella Antonella, porta avanti nel territorio di Roccadaspide (Salerno) una lunga tradizione familiare di castanicoltura.
Una storia di famiglia
Nata per iniziativa del nonno Antonio Vona, l’azienda è stata progressivamente ampliata grazie anche alla dedizione e alla passione di Pasquale Nisi. Nel 1996, ha poi assunto la forma attuale. Una quindicina di anni fa, come tutto il comparto, ha subito una battuta d’arresto a causa del cinipide.
“Non abbiamo mai smesso di curare i castagneti, nonostante la produzione fosse quasi azzerata. Abbiamo continuato a insistere e il tempo ci ha dato ragione”. Oggi l’azienda movimenta circa mille quintali di castagne l’anno che vengono vendute prevalentemente all’ingrosso e, in parte, anche al dettaglio.
La campagna 2025
In media, il calo dei volumi quest’anno si è attestato intorno al 30%, ma quello che ha permesso di affrontare con serenità la stagione è stata la minor presenza di guasto interno, un problema riscontrato sempre più spesso negli ultimi anni.
“Sempre più di frequente accade che, con il procedere della raccolta, aumenti la percentuale di guasto interno. Quest’anno, il bacato è stato maggiore, ma la presenza di guasto interno invece è diminuita. Siamo riusciti ad arrivare a fine campagna con una percentuale di circa il 20-25%: un ottimo risultato”, spiega Nisi.
L’azienda coltiva totalmente in biologico. Un valore aggiunto che nasce da una scelta etica di rispetto del castagno e dell’ambiente. “Non facciamo nessun tipo di trattamento, neppure quelli consentiti dal regolamento. In linea di massima, la nostra produzione si assesta sugli stessi quantitativi dei nostri competitor”, evidenzia.
Alla luce della qualità del prodotto, la commercializzazione ha dato i risultati sperati. Il prezzo ottenuto all’ingrosso ha avuto un aumento di circa il 20% rispetto al 2024, andando a compensare la minore quantità. “Abbiamo ricevuto numerose richieste, tanto da non riuscire ad accontentare tutti”, aggiunge.

Uno sguardo al futuro
Sulla gestione aziendale incidono gli alti costi di produzione. A pesare è soprattutto la manodopera stagionale, sempre più difficile da trovare. “L’uso delle macchine non è possibile dovunque, molto dipende dalle zone e dalle condizioni del terreno. Ma trovare manodopera per un arco temporale così ristretto sta diventando davvero complicato”.
Le difficoltà tuttavia non intimoriscono le donne di famiglia che, forti della loro visione imprenditoriale e delle proprie idee, puntano alla crescita. “Siamo in una zona fortemente vocata alla castanicoltura e crediamo nel futuro del comparto. Stiamo lavorando per sviluppare dei progetti che ci permettano di diversificare le attività e attrarre target diversi. Sta crescendo in azienda, tra castagni e castagneti, una nuova generazione. Speriamo di lasciar loro un comparto sempre più forte e consapevole dei propri punti di forza, conclude Nisi.