28 luglio 2022

Castagna del Partenio: primi passi verso l’Igp

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Sono “grandi lavori in corso” quelli del Distretto della castagna e dei marroni della Campania, per ottenere un altro importante riconoscimento: l’Indicazione geografica protetta per il Marrone del Partenio. Riconoscimento che andrebbe a completare le Igp di una regione – la più importante d’Italia a livello castanicolo – che ne conta già quattro per questo frutto: la Castagna di Montella Igp, il Marrone di Serino Igp, il Marrone di Roccadaspide Igp e il Marrone di Roccamonfina (il cui regolamento comunitario di riconoscimento è atteso per i primi di ottobre).

Campania, la regione a maggiore vocazione castanicola di tutta Italia

Ad annunciarlo è il direttore del Distretto, Roberto Mazzei, che spiega: “La Campania è la regione produttiva più importante d’Italia e, oggi, proprio sulla castagna è in corso una grande sfida sia a livello europeo sia mondiale. Da una parte, infatti, abbiamo paesi come Grecia, Spagna e Portogallo che stanno insidiando i nostri mercati. A livello planetario c’è invece la Cina, che rappresenta il 90% della produzione mondiale e che sta rosicchiando fette ai produttori europei a livello internazionale”.

La castagna non è più un prodotto povero

Il mondo della castagna, insomma, sta vivendo una fase di grosse trasformazioni, che non sono ancora finite. “Da circa una decina d’anni – prosegue Mazzei – con l’avvento del cinipide, non è più un cibo povero, il frutto del cosiddetto albero del pane, ma si sta posizionando in maniera differente, perché i prezzi sono decisamente aumentati”.

La scelta dell'Igp

Di qui, ecco l’impulso per una nuova Igp. “Un prodotto a marchio – rileva il direttore del Distretto – consente a un territorio con alta vocazionalità di presentarsi in maniera diversa. Poi, non bisogna mai dimenticare che i finanziamenti sia regionali sia europei per la valorizzazione di un territorio, sono legati alla presenza di prodotti di qualità”.

L’area del Partenio, ha tutte le carte in regola per entrare nel mondo dell’Igp. “Questa zona – prosegue Mazzei – ha una fortissima vocazione castanicola e una lunga tradizione anche sotto l’aspetto del prodotto trasformato. Si è contraddistinta ad esempio negli anni per la castagna del prete, il cui nome deriva dal modo speciale che avevano i monaci del territorio di lavorare le castagne (raccolte fresche, venivano prima essiccate in modo tradizionale, poi tostate, infine reidratate, per ottenere veri e propri dolcetti del tutto naturali, ndr)”.

Dunque, ferve l’attività per arrivare al’Igp. “Attualmente – conferma Mazzei – stiamo lavorando alla costituzione del Comitato promotore, con una serie di aziende e il supporto, tra gli altri, del Distretto, del Gal Partenio, del Parco del Partenio e delle diverse pubbliche amministrazioni coinvolte. Poi, sarà presentata la relativa domanda al ministero. Il percorso, complessivamente, ci aspettiamo che duri un paio d’anni. Un territorio così importante da punto di vista castanicolo, non può non avere un prodotto a marchio che lo distingua sui mercati. Con questa nuova Igp, inoltre, arriveremmo come Distretto a coprire con prodotti a marchio tutte le aree castanicole della regione”.

La carta d'identità della Castagna del Partenio

La Castagna del Partenio interessa una vasta area geografica che comprende le zone montuose e collinari del Partenio, della Valle Caudina e del Vallo di Lauro e Baianese. Il territorio coincide quasi interamente con l’area del Parco regionale del Partenio, nel quale insistono comuni delle province di Avellino (in massima parte), Benevento e Caserta.

Il potenziale produttivo è di circa 25mila quintali su una superficie complessiva in produzione di circa 1.500 ettari, ma tale coltivazione assume un'importanza economica, sociale e ambientale per la zona interessata che va ben oltre il solo aspetto commerciale.

Il Distretto delle Castagne e dei Marroni della Campania, che ha promosso il progetto con il supporto del Parco e del Gal Partenio, intende pervenire a tutelare un’importante produzione castanicola finora rimasta fuori dal circuito dell’Igp. Tale riconoscimento completerebbe il disegno strategico di tutelare e valorizzare la grande maggioranza della produzione castanicola campana di pregio, dopo i marchi già registrati di Montella, Roccadaspide e Serino e quello prossimo di Roccamonfina.

Il Comitato promotore si costituirà agli inizi di settembre e comprenderà decine di produttori agricoli e le più importanti imprese di trasformazione e confezionamento esistenti sul territorio locale.

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