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Packaging e Tecnologie

Valentina Zago: “I nostri primi 50 anni nel segno del riciclo”

Con 1,3 milioni di ton di carta prodotta e 800 milioni di fatturato Pro-Gest è leader europeo. Ma l’Italia soffre i costi energetici

Un gruppo che ha nel valore della famiglia la sua forza. E una famiglia che fa impresa. Inizia così 50 anni fa, la storia di Pro-Gest, azienda trevigiana fondata nel 1973 da Bruno Zago e dalla moglie Anna Maria Gasparini e cresciuta, poi, con figli (Benedetta, Alessandra, Valentina e Francesco, tutti impegnati nelle business unit) e collaboratori, fino a diventare il più importante produttore italiano di carte per ondulato e il gruppo italiano leader nel riciclo. Lo dicono i numeri: 800 milioni di fatturato nel 2022, una capacità produttiva di 1,3 milioni di tonnellate di carta l’anno, sei cartiere e 28 stabilimenti attivi nel settore della carta, del cartone e del packaging industriale e alimentare, con oltre 1.300 collaboratori.

Valentina Zago, responsabile della divisione Food & Take Away Packaging e a capo della comunicazione aziendale, fa per myfruit.it una disamina a tutto tondo del settore della carta.

“Lo sviluppo della nostra azienda – dice – è avvenuto per tappe, tappe legate alla decisione di risalire la filiera, fondando e acquisendo non solo aziende specializzate nella trasformazione della carta in cartone ondulato e nel packaging, ma anche (dal 1988) vere e proprie cartiere che producono la materia prima necessaria, la carta riciclata. Più di recente, per integrare verticalmente il ciclo, la filiera Pro-Gest si è estesa alla raccolta della carta da macero, attraverso l’apertura di piattaforme in Veneto, in Emilia-Romagna e nelle cartiere del Gruppo”.

Ecco il valore dell’azienda veneta: una integrazione a 360 gradi, avendo il controllo, anzi la cura, della filiera dalla materia prima alle piattaforme di raccolta, con cartiere e tanti stabilimenti che si occupano di packaging. Per questo si può parlare di filiera integrata.

“La situazione è delicata, anche se migliore di qualche mese fa – spiega Valentina Zago – Fino all’estate 2022 i costi energetici sono rimasti molto alti – per capirci 10-15 volte in più dei costi consueti messi a budget – Poi è seguito un ultimo quadrimestre in contrazione per il consumo di carta, cartone, packaging dovuto ai consumi frenati dalle difficoltà delle famiglie ad affrontare questa situazione. Gennaio e febbraio non sono mai mesi trainanti, tuttavia oggi le aziende hanno ripreso più o meno i ritmi consueti. Più o meno, perché la contrazione è ancora evidente, con una capacità produttiva utilizzata al 70%, media in linea con la situazione europea del settore”.

Occorre un impegno preciso dal punto di vista energetico

Premesso che l’Italia è virtuosa nel riciclo della carta, se le imprese non sono messe nelle condizioni di essere competitive per generare nuovi prodotti dal recupero si mette in crisi tutto il sistema. Ne è convinta l’imprenditrice che osserva: “Sicuramente la carta sta registrando trend di forte crescita, favorita anche dalla progressiva sostituzione di tanti imballi in plastica e polistirolo. Un fenomeno diffuso a livello europeo. Ma è altrettanto vero che le imprese italiane sono svantaggiate rispetto ai competitor. E, questo, soprattutto per ragioni legate all’energia”.

Cartiera del Gruppo Pro-Gest (credits Stefano Dal Pozzolo)

“Oggi – continua – nella produzione di carta la componente energetica è più alta rispetto alla componente della materia prima. Se l’Italia non è messa nelle condizioni di essere competitiva si mette in crisi il riciclo di prossimità, tutto quel sistema virtuoso della raccolta che qui funziona benissimo e ci ha portato a raggiungere gli obiettivi europei con molti anni d’anticipo”.

Insomma, si rischia di mettere in crisi un sistema che funziona e nel quale gli italiani danno il meglio. “Già, e se le imprese non sono competitive per la produzione in loco rischiamo che il nostro materiale di riciclo venga esportato, riciclato in un altro Paese e magari l’imballo venga addirittura importato in Italia. Questo sarebbe un danno enorme per l’economia circolare italiana“, avvisa Valentina Zago.

L’innovazione che non si ferma

Il gruppo non ha mai smesso di investire in tecnologia e ammodernamento. Le sue cartiere sono state tra le prime ad avere impianti di cogenerazione che permettessero la produzione di energia elettrica e di vapore mediante turbogas e caldaie a recupero e le aziende possiedono il parco macchine più tecnologicamente avanzato esistente nel territorio nazionale. Solo negli ultimi cinque anni ci sono stati investimenti per 500 milioni.

A proposito di ortofrutta

Il Gruppo oggi trasforma circa il 70% del cartone lavorato in imballi destinati al segmento food & beverage e alla filiera alimentare. All’interno di questo segmento i packaging destinati al comparto ortofrutta sono in continua crescita grazie allo sviluppo di nuovi prodotti.

Il confezionamento di prodotti ortofrutticoli spesso direttamente in campo o nei centri specializzati richiede specifiche caratteristiche nell’imballo, come la resistenza all’umidità rilasciata dal prodotto o la capacità di affrontare gli sbalzi di temperatura dei prodotti conservati nelle celle frigorifere e successivamente trasportati nei mercati o alla Gdo.

Di recente Pro-Gest ha presentato Pillow, la soluzione brevettata per sostituire con carta 100% riciclabile e compostabile le tradizionali vaschette di plastica e polistirolo che vediamo nei banchi frigo. “Ragioniamo sempre nell’ottica che i periodi difficili rappresentino opportunità – prosegue la manager – Si tratta di un prodotto destinato alla Gdo e alle aziende di confezionamento, che ha la particolarità di essere 100% in carta con elevato potere di assorbenza, applicabile alle vaschette utilizzate in ortofrutta, oltre che per carni e formaggi. Una scelta che alla base ha sostenibilità e responsabilità ambientale”.

I test per verificarne le caratteristiche hanno messo a confronto la shelf-life degli alimenti conservati in packaging tradizionali con quella degli alimenti all’interno del nuovo Pillow. “Abbiamo condotto i test su funghi, piccoli frutti e verdure di IV gamma che presentano fasi di maturazione veloci o che rilasciano liquidi – ricorda Zago – La sua particolare composizione permette di evitare ristagni all’interno, garantendo più alti livelli di salubrità del prodotto. Sicuramente non è un imballo economico, le sue pecularità in termini di responsabilità e sostenibilità per le generazioni future ne spiegano il motivo”.

Non male se pensiamo che la richiesta dei consumatori è sempre più orientata verso materiali sostenibili e rispettosi dell’ambiente. In quest’ottica, la carta non ci fa certo sentire in colpa.

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