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Metaverso: passerà da qui la comunicazione di brand e retail

Un modo virtuale di connettersi che rompe i codici tradizionali della adv. Per Bloomberg Intelligence vale già 500 miliardi di euro

Il metaverso entrerà prepotente nelle nostre vite. Identificato come il successore di Internet, da quando Facebook è stato ribattezzato “Meta” il metaverso sembra essere diventato uno dei principali protagonisti del nuovo mondo virtuale.
Per definirlo, alcuni parlano di una rete composta da mondi virtuali collaborativi e immersivi, nei quali un numero illimitato di utenti può usare avatar per interagire, lavorare, effettuare acquisti e partecipare a differenti attività. Con il termine metaverso, quindi, si intende un insieme di esperienze virtuali generate dalle tecnologie di realtà aumentata (Ar) e realtà virtuale (Vr), in cui l’individuo può interagire con altre persone e/o oggetti e persino acquisire beni virtuali attraverso un avatar.

Il dubbio è lecito: sarà un fenomeno temporaneo o, invece, un’esperienza che aprirà le porte a un nuovo mondo e a nuove prospettive di investimento? Gli esperti di Tiendeo.it, la piattaforma specializzata nella digitalizzazione del settore retail, hanno provato a rispondere.

Metaverso e business intelligence

Intanto, Wunderman Thompson Intelligence ha elaborato lo studio “Into the metaverse” che esplora proprio cosa sia il metaverso, e come stia cambiando la vita delle persone; come stia creando nuove opportunità di connessione con il consumatore e perché brand e retailer dovrebbero prestare particolare attenzione a queste nuove opportunità.
Secondo lo studio, i brand dovrebbero continuare a porsi le domande giuste. Sapere ascoltare, osservare e comprendere il proprio pubblico avrà un ruolo sempre più rilevante insieme alla business intelligence che sarà oggetto di un’analisi approfondita dei dati.

Fuga dalla realtà

Come estensione dell’attuale strategia mediatica, il metaverso appare come un altro canale da integrare nel piano media dei team di marketing. Pertanto, fare affidamento sul metaverso significherà in gran parte adattarsi alle tendenze di consumo della popolazione. Un’iniziativa che pone nuovi limiti al retail e annuncia il gamevertising, mondi virtuali chiamati a diventare veri e propri campi di battaglia pubblicitari.

Alcuni esperti del settore pubblicitario affermano che per avere successo in questa nuova situazione, il metaverso deve essere considerato come un regno virtuale in cui l’individuo entra per fuggire dal mondo reale. Ciò significa che i brand non dovrebbero creare nulla che assomigli alla pubblicità come siamo abituati a pensarla finora.

Sarà poi necessario comprendere un universo necessariamente complesso, composto non da uno, ma da decine di metaversi. Negli Stati Uniti, ad esempio, ci sono quattro grandi aziende che gareggiano per essere le prime nella loro corsa al dominio del metaverso: Meta (Facebook), Roblox, Fortnite e Microsoft, oltre ad altri colossi tecnologici che forniranno le basi per questo settore durante il prossimo anno.

Un nuovo modo di connettere il consumatore

Il retail ha conosciuto negli ultimi anni una spinta accelerazione che ha portato a un progressivo processo di digitalizzazione, anche se deve ancora vivere la sua vera rivoluzione con il metaverso.
L’ambizione di dominare i nuovi spazi virtuali non è casuale, poiché il loro dominio implica il (parziale) controllo del modo in cui le persone interagiscono. Questa nuova tecnologia annuncia un nuovo modo di connettere con il consumatore in cui retailer e brand dovranno essere presenti per comunicare al meglio con le generazioni più giovani, ovvero GenZ o Gen Alpha.

Le opportunità offerte dal metaverso sembrano praticamente infinite, soprattutto nell’immenso regno del business. Alcune aziende promettono di lanciare un prodotto entro il 2023 e altre stanno già valutando la possibilità di creare centri commerciali, boutique e negozi virtuali dove gli avatar digitali potranno effettuare i loro acquisti di prodotti Nft e pagare in criptovalute. Bloomberg Intelligence stima che il metaverso abbia già un valore di 500mila milioni di euro e calcola che raggiungerà i due trilioni entro la fine di questo decennio.

Fonte: © Statista 2022

E, secondo l’inventore americano Raymond Kurzweil, direttore dell’ingegneria di Google dal 2012, “entro la fine del decennio, nel 2030, passeremo più tempo nel metaverso che nella vita reale”.

Marchi e rivenditori in prima linea

Il settore retail è uno dei più interessati al metaverso per l’ampio potenziale che offre nella generazione di esperienze durante il processo decisionale. Ad esempio, Gucci ha già iniziato a vendere i propri vestiti virtuali, le sneakers Gucci Virtual 25 mentre H&M ha recentemente lanciato la sua prima collezione virtuale attraverso il gioco di simulazione sociale “Animal Crossing” di Nintendo.
Ikea utilizza anche la tecnologia della realtà aumentata in modo che i clienti possano creare i propri spazi attraverso la sua app e controllare come apparirebbero i mobili nel mondo fisico utilizzando la tecnologia della realtà aumentata.

Nikeland, l’universo virtuale di Nike

Ci sono brand che vanno anche oltre e non esitano a scommettere decisamente sul metaverso. È il caso di Nike, che ha persino creato un proprio universo virtuale, Nikeland. Uno spazio che dà accesso a diversi campi sportivi e a una sala espositiva dove gli utenti possono equipaggiare i propri avatar con scarpe Nike per partecipare alle competizioni. Nikeland non è solo un modo per presentarsi ai bambini, ma anche un banco di prova per il brand, in cui le generazioni più giovani possono testare nuovi prodotti con i loro avatar prima di acquistarli nella vita reale.

La rivoluzione del metaverso promette un’esperienza digitale in cui il mondo virtuale e il mondo reale si intrecciano e si fondono sotto un’unica realtà. Ora spetta a marchi e retailer trovare il loro posto e continuare a esplorarne il pieno potenziale.

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