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Le abitudini alimentari dei giapponesi

Per il 63% dei giapponesi il pasto è “il significato della vita”. La cena è considerata l’appuntamento alimentare principale.

Del 95% dei giapponesi che consumano tre pasti al giorno, la maggior parte delle persone considera la cena come il pasto più importante. Più dell’80% delle persone solitamente cena a casa con la propria famiglia ricorrendo, almeno una o due volte al mese, al cibo già pronto da asporto (oltre il 60% dei giapponesi). Mentre più del 70% gradisce cenare fuori casa almeno una o due volte al mese. Questo è il quadro emerso da un’indagine on-line sulle abitudini alimentari dei giapponesi condotta dalla Trends in Japan.

Dal 1 febbraio 2002, per una settimana, a cento persone (50 uomini e 50 donne, di un’età tra i venti e i cinquant’anni) è stato chiesto quali fossero le loro abitudini alimentari. Agli intervistati è stato chiesto innanzitutto quale dei tre pasti fosse il più importante. Nominata per il 95% delle volte, la cena è stata scelta dalla maggioranza, seguita dalla colazione (3%) e dal pranzo (2%). Non ci sono state differenze significative a seconda del sesso e dell’età.

Poi è stato chiesto con chi cenano solitamente. “Con la famiglia” è stata la risposta principale sia per gli uomini che per le donne di tutti i gruppi d’età, ma con una prevalenza di donne (90%) rispetto ali uomini (74%). Mentre il 64% dei ventenni cena solitamente con la famiglia, la percentuale per le altre fasce d’età è quasi del 90%. Il totale complessivo per tutti i gruppi d’età è dell’82%. Le persone che vivono da sole e mangiano da sole totalizzano il 5%, mentre quelli che dicono di cenare solitamente con gli amici sono il 3%, e un altro 2% ha dichiarato di cenare fuori con i propri colleghi o clienti di lavoro. Ci sono state anche persone che hanno ammesso di mangiare in ufficio mentre fanno lo straordinario, oppure di mangiare da soli perché rientrano a casa tardi.

Quando agli intervistati è stato successivamente chiesto chi solitamente prepara la cena, “io” è stata la risposta più diffusa, con il 49%.Tuttavia c’è stata una differenza tra le risposte degli uomini e quelle delle donne. Solo il 14% degli uomini ha ammesso di prepararsi la cena, contro l’84% delle donne. La risposta più diffusa tra gli uomini è stata “mia moglie”, con il 68%. Sembra che molte famiglie pensino ancora che preparare la cena sia compito delle mogli. “Mia madre” è stata la risposta data dal 14% degli intervistati, mentre il restante 2% ha detto che non cucina mai perché vive da solo.

Alle persone che hanno risposto di preparare la cena da soli è stato chiesto di spiegarne i motivi. “Perché è il mio dovere” è stata la risposta più comune (55%), seguita da “Non ci ho mai pensato” (39%), “Lo faccio perché mi piace” (14%), e “Vivo da solo, quindi se non cucino, non lo fa nessun altro” (10%). Sono state poche le differenze tra gli uomini e le donne e tra i differenti gruppi d’età. Una donna ha evidenziato tristemente: “Pensavo che mio marito mi avrebbe aiutata una volta andato in pensione, ma non alza neanche un dito”.

Anche alle persone che hanno risposto di non cucinare è stato chiesto il perché. “Non ne ho il tempo” è la scusa che ha raccolto il 47% delle risposte, seguita da “Cucina qualcun altro, quindi non lo devo fare” (45%), “Non mi piace cucinare/ Sono una frana in cucina” (20%) e “E’ una sofferenza” (12%). A parte lievi differenze di percentuale, l’ordine delle risposte è stato lo stesso sia per gli uomini che per le donne di tutti i gruppi d’età.

Come è evidente dalle copiose vendite di generi alimentari nei reparti dei supermercati, il consumo di cibo precotto è estremamente diffuso di questi giorni. Agli intervistati è stato chiesto con quale frequenza consumano cibi precotti: solo il 36% ha risposto “quasi mai”, contro il 64% che regolarmente acquista cibo precotto. “Una volta ogni due o tre giorni” ha avuto il 22% delle risposte, seguito da “una volta alla settimana” (18%), “una o due volte al mese” (18%), e “ogni giorno” (4%). Non c’è stata molta differenza tra uomini e donne, ma il 48% delle persone sulla cinquantina e il 44% di quelle sulla trentina ha ammesso di non avere mai mangiato cibi precotti.

A questi ultimi è stato chiesto il motivo della loro scelta ed è risultato che il 53% di loro ha risposto: “Non sono necessari”. Altre ragioni citate sono state: “sono molto costosi” (17%) e “Mi sembra di fare qualcosa di sbagliato” (8%). “Non sono necessari” è stata la risposta di coloro che rientrano nella fascia d’età che va dai trenta (73%) ai quaranta (67%) anni, mentre la risposta dei ventenni è stata molto spesso: “Sono molto cari” (86%).

Ai partecipanti è stato poi chiesto quali fossero i motivi che li spingono ad acquistare cibi precotti o a mangiare fuori casa. Le risposte più diffuse sono state “Il gusto” (81%), “Il costo” (70%) , “La quantità di cibo” (42%), “Il valore nutritivo” (35%), “Il paragone con il sapore del cibo preparato in casa” (22%), “L’atmosfera del ristorante” (16%), “La velocità di preparazione” (13%), “Le calorie” (11%), “La persona con cui si mangia” (9%), “Il senso di lusso” (8%), “La qualità delle bevande alcoliche” (3%). Le preferenze sono risultate sostanzialmente simili tra gli uomini e le donne, ma mentre le persone sulla trentina hanno posto l’accento sul “costo” (84%) e sul “gusto” (80%), quelli sulla cinquantina hanno mostrato maggiore interesse per “l’atmosfera del ristorante” (36%).

Agli intervistati è stato poi chiesto quanto spesso cenano fuori. “Una o due volte al mese” è stata la risposta più comune (42%), seguito da “Quasi mai” (24%), “Una volta alla settimana” (21%), “Ogni due o tre giorni” (2%). Non ci sono state differenze significative tra le risposte date dagli uomini e quelle date dalle donne per ogni gruppo d’età.

Quando, infine, è stato chiesto: “Che cosa significa per lei il pasto?”, la risposta più comune è stata “E’ il significato della vita” con il 63%. Altre risposte molto diffuse sono state “Il piacere di gustare del buon cibo” (59%) e “Ottenere nutrimento” (57%), “Affrontare gradevoli conversazioni sul cibo” (48%), “Sentirsi pieni” (34%), “Per cambiare d’umore” (23%), “Per gustare meglio le bevande” (18%), “Per apprezzare le stagioni” (16%), e “Discutere d’affari” (3%). Mentre non ci sono state differenze notevoli tra uomini e donne, le persone sulla ventina sono risultate più propense a rispondere “E’ un mezzo di sussistenza” (80%). Invece “Il piacere di chiacchierare a tavola” è stata la seconda risposta data dalle persone sui trenta (64%) e quaranta (52%) anni.

Mentre alcuni hanno fatto notare che il numero delle famiglie che non mangiano più insieme a cena sta aumentando, la percentuale delle persone che hanno dato grande importanza alla cena in famiglia è stata alta. E con l’aumento del numero delle donne che lavorano, molti acquistano cibo precotto, dando così loro la possibilità di passare piacevolmente più tempo insieme.

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