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Logistica e Trasporti

Frodi fiscali, nei guai lo spedizioniere genovese Weltra

L’azienda, che si occupa anche di logistica dell’ortofrutta, è accusata di avere falsificato documentazione doganale

Sigilli per sei mesi alla società di spedizioni genovese Weltra trasporti internazionali. E’ quanto emerge da una nota della Guardia di Finanza che spiega: “La società da anni falsificava bollette doganali e altri documenti afferenti l’importazione e il transito di merci, al fine di addebitare spese indebite ai propri clienti. Nei confronti della società è stata applicata l’interdizione dall’esercizio dell’attività d’impresa per responsabilità amministrativa delle persone giuridiche in funzione del reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di molteplici illeciti, tra i quali, la truffa aggravata e ai danni dello Stato, la falsificazione materiale e ideologica di svariati documenti doganali attraverso la sostituzione di codici in documenti ufficiali, l’apposizione di timbri e la creazione ad hoc di false bollette doganali”.

Chi è Weltra

Weltra è uno spedizioniere internazionale che opera dal 1961 e che ha la sede principale nel porto di Genova. Si pone come partner per scarico e carico container sia box, sia reefer da e su camion, per la pallettizzazione, per il magazzinaggio e la distribuzione della merce in Italia ed Europa, e per espletare le operazioni doganali.

Weltra Food è la divisione del Gruppo che si occupa esclusivamente della gestione logistica a 360 gradi degli alimentari secchi, dei legumi, frutta, riso, birra, bevande, surgelati, alimenti per animali.
“Weltra Food è un interlocutore specializzato, flessibile e dedicato – si legge sul sito dell’azienda – è la concretizzazione dell’interesse che il nostro Gruppo ha, ormai da tempo, dimostrato verso questo specifico settore merceologico che richiede estrema specializzazione, tempistiche molto veloci e supporto continuo e dedicato”.

La frode

Nella pratica, agli ignari clienti che importavano dall’estero la propria merce, l’azienda addebitava spese per false visite e controlli doganali, sia documentali, sia tramite scanner.
Per oltre 1.600 importazioni di merci che avrebbero dovuto essere sottoposte, secondo la normativa, a verifica sanitaria, l’azienda ha dichiarato alla dogana dei porti d’importazione – oltre a Genova anche Napoli, Salerno e Bari – che il carico era esente dai controlli. Ma ai clienti fatturava la prestazione per una verifica mai avvenuta, chiedendo anche le relative tasse da versare agli uffici preposti.

Secondo la Guardia di Finanza, “l’illecito modus operandi è stato, nel tempo, perfezionato dall’associazione per delinquere che, per evitare che i clienti scoprissero le false visite doganali, prima di consegnare il container a destino rimuoveva il sigillo originario apponendone uno posticcio”.

Un giro economico notevole

Chi indaga ha quantificato l’arricchimento della società in oltre 620mila euro. Va precisato che, in seguito all’ammissione delle condotte illecite contestate, la società ha in parte risarcito i clienti per un importo di circa 540mila euro.

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