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Logistica e Trasporti

Intermodalità, al via il polo dell’interporto di Catania

In Italia sensibile crescita del trasporto misto. L’Ungheria pensa all’adeguamento della rete ferroviaria allo scartamento europeo

E’ stato firmato lo scorso 24 maggio l’accordo per attivare il polo intermodale dell’interporto di Catania. A gestire il combinato strada-rotaia saranno tre soggetti: la Regione Sicilia, la società terminalista di Ferrovie dello Stato, Terminali Italia, e Società interporti siciliani (Sis).

All’interno dell’interporto di Catania sta già operando Mercitalia, che svolge la movimentazione del materiale rotabile.

L’accordo nel dettaglio

Terminali Italia, parte del gruppo Fs, nell’ambito di un nuovo contratto di rete chiamato Cint (Catania intermodale), si occuperà del primo e dell’ultimo ultimo miglio ferroviario e dei servizi gestionali. La collaborazione includerà anche di attività amministrative e commerciali.
Va precisato che i lavori al Polo intermodale di Catania non sono ancora conclusi, ma la Regione ha comunicato che l’opera sta per essere ultimata e messa in funzione.
Sotto la gestione della società di scopo Sis (controllata dalla Regione Siciliana con l’89,7%) ricade anche l’interporto di Termini Imerese, anch’esso incompiuto ma per il quale è stato annunciato l’avvio di una gara durante il 2022.

L’intermodalità europea è in crescita

Il polo di Catania si inserisce in un contesto di crescita dell’intermodalità a livello europeo. Nel primo trimestre 2022, secondo i dati dell’Uirr, l’organizzazione europea che promuove il trasporto intermodale, il tasso di crescita è stato del 5,14% un valore che, seppur positivo, è inferiore rispetto alle performance dello scorso anno.

In Italia trasporto intermodale vivace

In particolare, l’Italia, starebbe mostrando numerosi i segnali di interesse: crescono le infrastrutture e il parco mezzi dedicato.

Sul fronte dei porti, per esempio, La Spezia ha siglato un’intesa con il Gruppo Tarros per potenziare il trasporto intermodale con una sempre più stretta integrazione con la piattaforma di Santo Stefano Magra. Sempre La Spezia ha visto crescere le relazioni con l’interporto della Toscana centrale a Prato.

Ancona, invece, si appresta ad adeguare l’infrastruttura ferroviaria nella Darsena Marche destinata al combinato mentre la Provincia di Bolzano e la Regione Friuli-Venezia Giulia, coinvolte nei principali corridoi di transito europeo, hanno previsto anche nel 2022 un contributo per far crescere l’intermodale ferroviario.

L’Ucraina verso l’adeguamento della rete ferroviaria

Novità sul fronte del trasporto merci anche in Ungheria. La quale, in crisi con il trasporto navale bloccato dal conflitto con la Russia, desidera spostare l’attenzione sul trasporto terrestre. E, pertanto, ha manifestato l’interesse ad aderire alla Convenzione europea sulla procedura comune di transito e di firmare un accordo con l’Unione europea sulla reciproca liberalizzazione dell’autotrasporto.

Se andrà a buon fine, i tir potranno circolare indisturbati tra Ucraina e Stati membri dell’Ue. Quanto al trasporto ferroviario, per agevolarlo l’Ucraina, quando sarà il momento della ricostruzione, dovrà lavorare su due fronti: aprire dei valichi e adeguare la rete ferroviaria allo scartamento europeo, al posto dell’attuale russo.

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