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Ingrosso

Dai mercati: pesche a 3 euro, grazie Spagna

OrtomercatoMilano

Vanno bene anche le albicocche. Prezzi bassi per meloni, angurie e ciliegie

Prezzi bassi per la gran parte della frutta estiva. Tengono bene le pesche a causa dei problemi sofferti dal prodotto spagnolo, in questo modo si riduce la pressione sul prezzo della merce nazionale che nei mercati all’ingrosso tiene delle buone quotazioni: i calibri più grandi superano i tre euro. Altri prodotti: andamento basso per ciliegie, meloni e angurie.

Calo delle vendite anche a Rimini

Nonostante il clima super estivo e le restrizioni Covid superate anche in un mercato vivace come Rimini. grazie al turismo, si registrano criticità. Le spiega Alessandro Marchese, presidente Fedagro Rimini, che sottolinea: “I consumi sono leggermente in flessione rispetto alla stagione precedente, abbiamo  prezzi in caduta come in media o,50/0,60 euro per i pomodori: ciliegino, ovetto, Merinda. Va bene che c’è  maggior concentrazione di prodotto, ma così non si assorbe l’aumento dei costi  che sono raddoppiati”. Marchese parla anche in veste di produttore: “I fertilizzanti  quotavano 45 euro il quintale e oggi si superano i 90. Se questo maggior costo di produzione non viene accompagnato da maggiori ricavi, andiamo incontro a una crisi profonda.  Stiamo organizzando per settembre una conferenza a Roma per sensibilizzare  la politica“.  I problemi? “Manca anche la manodopera, ci sono aziende da 100 ettari che devono ridurre la superficie di lavoro”.

Ortaggi: tiene solo il peperone

A vedere i prezzi tengono solo i peperoni: “Si vendono a 2,50/2,60 euro e il loro prezzo non è mai calato. Abbiamo i finocchi extra a 1,50 euro il chilo, mentre sugli altri ortaggi la produzione locale oscilla tra 0,80/1 euro”. La Romagna offre tanto prodotto in questo periodo. Passiamo alla frutta. “Meloni premium che seguono disciplinare registrano anche  vendite importanti e vanno da 1,50 a 2,50 euro. Ma c’è tanto prodotto a 0,70/0,80 euro  e così non si coprono neanche i costi di produzione. Tengono anche le ciliegie  grosse da 4 a 5 euro il chilo, ma sono quasi introvabili. Le piccole se si è bravi si riesce a venderle  1/1,5o euro, ma si fa fatica”.

Le pesche premium anche a 3,50 euro

Ciliegie in difficoltà,  bene le pesche. “Io ho prodotto della  Royal  Fruit di San Ferdinando di Puglia e con calibro 18 siamo intorno ai 3,50/3,70 euro, il  calibro 20 intorno ai 3  euro  infine il  24 a 1,60 euro al chilo.  Capitolo  albicocche dove le Orange Rubis  sono passate in una settimana da 2,50 a 1,80 euro. C’è anche merce locale  da 0,70/1 euro  ma serve più unione per dare maggior valore. Sul tema abbiamo incontro a breve con  Coldiretti Emilia-Romagna. Serve  maggior sinergia  tra mondo produttivo e distribuzione”. E l’uva? “Siamo a  3/3,50 euro con la Vittoria dalla Sicilia, mentre la prima Italia 2 è sui 4,/4,50 euro il chilo. Le fragole sono a 13 euro il collo, un articolo di eccellenza dal Trentino e ne vendiamo tutti i giorni, In Riviera c’è richiesta per il mondo Horeca”. Infine il limone siciliano a  1,70/1,80 euro il chilo. Le arance registrano una flessione  importante perché c’è tanta frutta”.

Anche a Milano bene  pesche e nettarine

Al mercato di Milano Bruno Barcella, rappresentante di Fedagro Milano, offre la sua analisi: “Il mondo  frutta  con pesche e nettarine sta andando bene,  specialmente sulle pezzature importanti  si registrano dei prezzi buoni, manca la grossa produzione  spagnola e di conseguenza meno pressioni sulle quotazioni.  Siamo sui 2,50/3 euro. Per il periodo sono  quotazioni decisamente importanti”.

Le albicocche? “Il discorso è diverso. Siamo a  1,20/140 euro per un prodotto discretamente buono da mangiare, poi si  sale fino a oscillare tra 2,30/2,70 euro per il premium e detta il gradimento  l’aspetto gustativo. Per le ciliegie  non è un gran periodo, i meloni hanno un prezzo medio di 1,50 /1,60  per arrivare fino a 2,50 con il premium. Arance  resistono con prodotto spagnolo  che va ancora bene,  poi Egitto e  tra una settimana si parte con Sudamerica e Sudafrica, per i limoni c’è già il prodotto argentino”. Infine gli ortaggi: “Il peperone olandese sui  2 euro,  zucchine da 0,90 a 1 euro”. E’ tempo di frutta.

A Cesena ampia forbice tra fragole romagnole e trentine

Nel listino del mercato di Cesena si hanno le arance spagnole Valencia fino a 1,50 euro al chilo, si fermano a massimo 1,20 euro le egiziane. Le albicocche Orange Ruby da 2 a 3 euro al chilo, mentre la varietà Pricia massimo tocca 1,80 euro e si ferma 2 la Tsunami. Capitolo ciliegie: da 2 a 3 euro per il calibro 26/28 mentre con il 30  si possono raggiungere i 4 euro. Forbice ampia nel mondo fragole: le romagnole da 2 a 3,50 euro al chilo mentre l’origine trentina parte da 4,50 euro per arrivare a 6,50.

Le nettarine da 2 a 4,50 euro al chilo

Buone quotazioni per le nettarine che partono da intorno ai 2 euro per arrivare fino a 4,50 euro al chilo. Si scende con le pesche dove il prezzo minimo è da 1 euro ma c’è tanto prodotto oltre i 2 euro e si  raggiungono i 3 . L’Uva Vittoria dalla Sicilia parte da 3 euro ma può raggiungere i 5. Le angurie si trovano anche a 0,60 euro ma le baby siciliane raggiungono 1,50 euro. Sui meloni c’è gran varietà di prezzo: si parte da 0,60 euro ma c’è prodotto sui 2,50 per il liscio e 2 euro per il retato.

Piccoli frutti italiani

E’ tempo di piccoli frutti italiani: lamponi tra 14,40 e 16 euro ma il mercato segna un calo di oltre 3 euro al chilo rispetto alla quotazione precedente. Anche i mirtilli sono italiani, da 12,80 a 16 euro, ma non manca il prodotto spagnolo che quota a massimo 15,50 euro al chilo. Le more messicane sono a 18 euro mentre il ribes rosso cileno tocca 29,50 euro al chilo.

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