Reparto ortofrutta

09 ottobre 2025

Reparto ortofrutta in crescita, ma serve un salto di qualità

623

Cresce il largo consumo guidato anche dalle ottime performance dell'ortofrutta. Ma, in reparto, c'è ancora parecchio da fare, sia in tema di qualità dei prodotti, sia in termini di comunicazione e di convenienza. 

E' quanto emerso, in sintesi, durante il webinar "Cosa e come comunica il reparto ortofrutta nel punto di vendita", organizzato dal quotidiano online Distribuzione Moderna. 

Ortofrutta: le tendenze in atto

Avvalendosi dei numeri, Matteo Bonù, food industry leader di NielsenIQ, ha descritto lo scenario: "Il largo consumo è sempre più centrale nella società, rispetto al 2017, complici l'andamento dei prezzi, ma anche dei volumi, è cresciuto del 34 per cento. Stiamo consumando, in termini di quantità, come quando eravamo forzatamente chiusi in casa nel 2020". 

E il fresco, ortofrutta in particolare, sembra dare una grossa mano ai fatturati: "Frutta e verdura sono tornate a crescere - ha rilevato - In termini quantitativi, nel corso degli anni, per via della spinta inflativa ci sono state delle contrazioni, ma dal 2024 il trend è tornato a essere positivo".


Non per tutti i prodotti, però. Analizzando nel dettaglio le singole referenze, infatti, emergono delle tendenze precise, alcune oramai note: nel segmento frutta, spinti dal bisogno di benessere e di sperimentare nuove culture, crescono l'avocado, i mirtilli, la frutta secca e il mango. 


A pagare il disinteresse del consumatore sono invece il pompelmo, le ciliegie, le pere, l'uva: "Sono acquistati poco per motivi diversi - ha precisato Bonù - Il pompelmo per via del guasto divisivo, le pere perché soffrono di vecchiaia e le ciliegie perché pagano lo scotto di avere un prezzo percepito alto". 

Motivazioni diverse spiegano i trend del segmento ortaggi: gli asparagi soffrono per via dei prezzi, mentre fagiolini e carciofi per via della lavorazione difficile: "C'è dunque ampio margine per la IV e la V gamma - ha rilevato il manager - Non devono invece temere il calo dei consumi i fiori di zucca, le zucche, le zucchine, i cetrioli".


Il consumatore è in evoluzione 

A confermare le tendenze in atto Davide Rognoni, national category manager ortofrutta di Conad che, riferendosi alle performance del reparto ortofrutta dell'insegna, ha rilevato una crescita della categoria dell'8,9% a valore e del 6% a volume. 

"Sono anni che alcune categorie merceologiche sono in crescita costante - ha aggiunto - l'avocado, per esempio, cresce del 25% anno su anno. Un'altra categoria che performa bene e che finalmente è destagionalizzata è la frutta secca, così come vanno bene tutti i piccoli frutti, non solo i mirtilli. Abbiamo ancora un livello di penetrazione inferiore rispetto ad altri Paesi, ma con i mix stiamo colmando il gap". 

"Il consumatore - ha poi evidenziato Rognoni - è in evoluzione ed è mosso da precise leve e cioè convenienza, servizio, benessere e sostenibilità. Il che offre nuove opportunità in reparto". 

Stagionalità, calendari e qualità

"La stagionalità - ha precisato Claudio Mazzini, responsabile freschissimi Coop Italia - era e resta uno dei principali criteri di scelta per almeno due motivi: garantisce convenienza e qualità". 

"L'inflazione reale scaricata sull'ortofrutta - ha argomentato - è a doppia cifra, dunque il consumatore deve adottare delle strategie. Comprando dei prodotti di stagione ha accesso alle promozioni e può gustare un prodotto buono". 

Sulla qualità ha però specificato: "Nell'ortofrutta è disomogenea, occorre lavorare su questo aspetto, tendendo conto di una certezza: nessun consumatore cambia insegna per un detersivo, molti la cambiano per il reparto ortofrutta". 

"Non a caso - ha ribadito - anche i supermercati semplificati, alias discount, stanno lavorando moltissimo sul reparto ortofrutta, consapevoli che un reparto pulito, curato e ben assortito veicoli un messaggio positivo anche per gli altri reparti". 

I calendari si allungano

Sempre Mazzini ha commentato l'allungamento dei calendari, riportando esempi specifici: "Non ci sono più le mezze stagioni, oggi abbiamo primavera-estate e autunno-inverno. Le fragole si vendono da gennaio a giugno, anche gli agrumi sono una costante del reparto ortofrutta e anche le banane, prima legate all'anno scolastico, ora si vendono anche in estate per una questione di prezzo (basso). E le mele italiane sono presenti 12 mesi l'anno". 

A proposito di mele è intervenuto Benjamin Laimer, responsabile marketing di Vip, che ha ricordato: "Tante nuove varietà richiedono chiarezza, in reparto serve una logica, altrimenti il consumatore si disorienta - ha concluso - Secondo la nostra visione è valido il raggruppamento in base al sapore e alla stagionalità, se il consumatore si basa solo sul colore e sul prezzo rischia di non portare a casa la sua mela preferita".

Potrebbe interessarti anche