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26 agosto 2025

Pesche e nettarine, Ismea: "Campagna positiva"

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Cresce, se pur di poco, la produzione italiana di pesche e nettarine. Secondo l'ultimo report di Ismea, in Italia la produzione è stimata in circa 930mila tonnellate ossia su quantitativi molto simili a quelli del 2024 (+0,5%). Al sud, la produzione dovrebbe aumentare leggermente rispetto allo scorso anno mentre al centro nord Italia è attesa una lieve flessione. L’andamento climatico è stato favorevole all’ingrossamento dei frutti e quindi i calibri sono superiori a quelli del 2024. A livello di specie, l’offerta di pesche è in aumento rispetto ai livelli dell’anno precedente, quella di nettarine è stabile, mentre quella di percoche è in flessione del 15 per cento.

Il calendario di raccolta è in linea con la tempistica ordinaria. Anche gli areali dove la raccolta era iniziata più tardi del solito – ad esempio in Romagna – l’andamento climatico di giugno e luglio ha consentito di recuperare il ritardo.

Gli areali produttivi italiani

I dati Istat relativi alle superfici coltivate a pesche, percoche e nettarine in Italia nel 2024 restituiscono un quadro abbastanza articolato che è caratterizzato dal rinnovo varietale con un aumento delle superfici dei frutteti a maturazione precoce e tardiva e una riduzione di quelli a maturazione intermedia.

Le superfici in produzione ammontano a circa 53.016 ettari in calo del 2,5% rispetto al 2023 e rappresentano il 98% della superficie totale coltivata. La superficie complessiva nazionale (nuovi impianti non ancora in produzione e frutteti in produzione) ammonta a circa 53.990 ettari, di cui il 68% è dedicato a pesche e percoche e il restante 32% a nettarine.

Il potenziale produttivo vive una fase di depotenziamento, infatti, la superficie complessiva è diminuita del 3,8% rispetto al 2023. Le tendenze nazionali sono frutto di dinamiche regionali diversificate. Infatti, da un lato è in atto un consistente ridimensionamento delle superfici coltivate nelle regioni peschicole tradizionali, come Campania, Emilia-Romagna e Puglia, dall’altro si registra una tendenza di medio periodo positiva in Sicilia, dove sono maggiormente diffuse le varietà tardive, e in Basilicata, dove si concentrano le varietà precoci. In aumento anche la superficie in produzione in Piemonte (+4% rispetto al 2023) mentre in Calabria si rileva una sostanziale stabilità del potenziale produttivo che è localizzato soprattutto nella provincia di Cosenza.

Dal punto di vista geografico, la filiera produttiva resta comunque fortemente concentrata: il 60% dei raccolti sono prodotti in tre regioni, Campania (33%), Emilia-Romagna (14%) e Sicilia (13%). Un quarto della superficie nazionale è localizzato nella sola provincia di Caserta. Altre province di particolare rilevanza per la coltivazione di pesche e nettarine sono Ravenna (con una quota del 7% sul totale), Matera (6%), Napoli, Agrigento e Cuneo (5%) e Cosenza (4%).

La produzione 2024: -7% in Ue e +0,5% in Italia

Le previsioni di Europech per il 2025 indicano, a livello europeo, una produzione di pesche, percoche e nettarine che ammonta a circa 3,2 milioni di tonnellate, -7% rispetto al 2024. Si riporta qui di seguito un’indicazione sintetica della produzione nei principali paesi europei.

In Spagna, nelle regioni del Sud, il periodo della fioritura è stato caratterizzato da piogge insistenti ed elevata umidità, fattori che hanno favorito la successiva cascola di fiori e frutticini. Successivamente, da fine marzo a fine maggio, in Catalogna, Aragona e nella regione di Murcia ci sono stati numerosi episodi di grandinate. A causa di questi eventi, le stime per il 2025 quantificano l’offerta spagnola in circa 1,4 milioni di tonnellate, con una riduzione del 5% rispetto al 2024. 

Le flessioni più marcate sono attese per le pesche piatte pesche (-7% rispetto all’anno precedente) mentre per le pesche e le percoche il calo atteso è del 5% e per le nettarine leggermente inferiore (-4%). La campagna è iniziata con un ritardo di circa 10-15 giorni nelle zone precoci.

In Italia la produzione è stimata in circa 930mila tonnellate ossia su quantitativi molto simili a quelli del 2024 (+0,5%). Al Sud, la produzione dovrebbe aumentare leggermente rispetto allo scorso anno mentre al Centro Nord Italia è attesa una lieve flessione. L’andamento climatico è stato favorevole all’ingrossamento dei frutti e quindi i calibri sono superiori a quelli del 2024. A livello di specie, l’offerta di pesche è in aumento rispetto ai livelli dell’anno precedente, quella di  nettarine è stabile, mentre quella di percoche cala del 15 per cento.

In Grecia l’ondata di freddo nella fase di fioritura ha causato danni significativi a pesche, nettarine e percoche. La produzione, quindi, è stimata in 600mila tonnellate, in flessione rispetto ai buoni livelli del 2024 con riduzioni del 19% per pesche e nettarine e del 26% per le percoche. Per quanto riguarda l’inizio della raccolta delle pesche e delle nettarine si registra un ritardo di circa dieci giorni rispetto allo scorso anno, a causa del freddo di aprile e delle piogge e delle basse temperature di maggio.

In Francia la fase di fioritura è stata penalizzata da frequenti piogge e per questo motivo la produzione è stimata in circa 236mila tonnellate ossia su livelli inferiori a quanto il potenziale produttivo sarebbe in grado di esprimere.

Le vendite al dettaglio

Tra gennaio e la prima metà di luglio 2025, le quantità vendute di pesche, nettarine e percoche confezionate nei punti di vendita della Distribuzione Moderna hanno evidenziato una riduzione del 9% su base annua. Tale dato appare condizionato dal ritardo della maturazione del prodotto precoce che ha fatto slittare in avanti l’inizio della commercializzazione di pesche e nettarine. Tuttavia, la spesa delle famiglie è cresciuta del 4%, a causa dell’aumento dei prezzi medi al dettaglio (+14% su base annua).

L’analisi dei dati consuntivi relativi alla campagna 2024 – riferiti sia al prodotto confezionato sia allo sfuso – evidenzia un incremento delle quantità acquistate su base annua del 2,3%. Nel 2024, i prezzi medi al dettaglio sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente (+0,1%) e di conseguenza l’incremento della spesa delle famiglie rispetto al 2023 è stato della stessa entità dell’incremento dei quantitativi venduti.

Il confronto delle vendite al dettaglio del 2024 con i dati medi del triennio 2021-2023, evidenzia la crescita della spesa di circa il 13% sia per l’aumento del prezzo medio al dettaglio (+6,3%) sia dei quantitativi acquistati (+6,1%). Secondo i dati Ismea NIQ, gli acquisti di pesche rappresentano circa i due terzi e quelli di nettarine la restante parte. La quota di prodotto confezionato cresce di anno in anno e nel 2024 rappresentava il 26% delle vendite complessive, contro il 21% del 2020. Si tratta di frutti tipicamente estivi, la distribuzione degli acquisti nell’arco dell’anno evidenzia l’elevata stagionalità dei consumi. Infatti, tra giugno e settembre si concentra il 90% degli acquisti annuali.

Commercio con l’estero dell’Italia

Per la campagna in corso si prevede una frenata delle esportazioni spagnole sui principali mercati europei, circostanza che offre all’Italia l’opportunità di coprire gli spazi commerciali che si sono creati. Quindi, per il 2025 si stima un saldo della bilancia commerciale di pesche e nettarine ampiamente in attivo. Infatti, le esportazioni dovrebbero superare le importazioni sia in termini di quantità, sia in valore. Il valore medio unitario del prodotto esportato è atteso su livelli simili se non superiori a quelli del 2023 (1,49 €/kg).

Nel 2024 c’è stata una ripresa degli scambi commerciali dell’Italia di pesche e nettarine e il saldo della bilancia commerciale è migliorato, registrando un attivo di 13,4 milioni di euro. Le esportazioni sono ammontate a circa 118mila tonnellate (+37% rispetto al 2023) di cui il 69% di nettarine, il 27% di pesche e il 4% di pesche e nettarine piatte. I ricavi invece hanno sfiorato i 161 milioni di euro, in aumento del 26% rispetto all’anno precedente.

Le importazioni hanno raggiunto le 119mila tonnellate (+19% rispetto al 2023) e il relativo esborso ha superato i 147milioni di euro, in aumento del 9% su base annua nonostante la riduzione del 9% del prezzo medio del prodotto importato. 

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