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06 giugno 2025

Pak Choi, buon successo grazie al mercato di Fondi

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Il mercato ortofrutticolo di Fondi è riuscito là dove molti progetti falliscono: portare un prodotto tipico della tradizione culinaria asiatica, come il pak choi (o cavolo cinese), oltre i confini delle comunità orientali, fino a integrarlo stabilmente nella dieta di un pubblico sempre più ampio e curioso

Una operazione che ha un valore economico ma, soprattutto, culturale, contribuendo alla diffusione di un ortaggio salutare, versatile e ricco di proprietà benefiche. Non è una novità visto che pur con tutte le bandiere italiane sventolate anche pomodori e patate arrivano dall'emisfero sud. 

Una risorsa coltivata nell'Agro Pontino, valorizzata dal mercato di Fondi

“Quello del pak choi è stato un percorso graduale, nato circa sei-sette anni fa grazie alle cooperative (ne avevamo scritto qui) che riuniscono 40/ 50 produttori”, racconta Gianpaolo Forcina, imprenditore al mercato ortofrutticolo di Fondi e presidente nazionale Giovani Fedagro.  

“All’inizio il prodotto era destinato principalmente alla comunità asiatica, oggi la domanda arriva anche dal mondo della ristorazione, alberghi, navi da crociera. Siamo presenti nei mercati all'ingrosso del nord Italia e si vende bene all’estero”. Bilancio positivo per l’azienda Forcina Marco & C di Fondi. 

Raccolta fino ai primi di luglio: "Si allungano i tempi, segno del riconoscimento del mercato"

“La stagionalità è ampia – spiega Forcina –, lo coltiviamo da ottobre  e siamo riusciti ad allungare la stagione fino a giugno e inizio luglio. Vedere le coltivazioni per così tanto tempo significa che c’è un riconoscimento del mercato. Siamo riusciti, anno dopo anno, a creare una domanda che ha potenziato e fatto crescere l’offerta dei nostri produttori. Si tratta di un prodotto invernale, quest’anno il picco della domanda si è concentrata tra marzo e maggio, ma riusciamo a venderlo anche a inizio estate". 

E l'export? "Registriamo  una buona richiesta dall’estero: Germania, il Paese dove è iniziata la domanda, Svizzera e i Paesi dell’Est ne sono grandi estimatori". E così si vende 12 mesi l'anno. 

Gli esiti positivi dell'export di questo prodotto premium sono legati “alla sua lunga shelf life che offre la possibilità di commercializzarlo al di fuori dei nostri confini. Conserva sia l'estetica, si presenta bene, che le qualità organolettiche”.

Gli italiani amano il pak choi

Ma il dato più interessante arriva dal mercato interno. "Oggi vediamo una crescente intelligenza alimentare nei consumatori italiani – osserva Forcina – c’è voglia di scoprire nuovi sapori, ma anche di mangiare bene. La verdura, tutta, fa bene ma il pack choi si sta integrando nelle nostre abitudini alimentari, anche grazie a una maggiore sensibilità verso la cultura del cibo salutare".

Quando il mercato guida le abitudini alimentari

Un cambiamento che parte anche dall’educazione. "Quando presentiamo programmi sulla buona alimentazione, troviamo sempre più persone interessate. È una questione di cultura, e il pack choi è un piccolo ma significativo esempio di come il mercato possa guidare, con intelligenza, l’evoluzione delle abitudini alimentari degli italiani", conclude Forcina. 

Il concetto è chiaro: gli agricoltori ci hanno creduto ma è grazie alla fiducia dei grossisti che sono riusciti con le vendite a coinvolgere altri imprenditori agricoli. Un processo basato su dati concreti che ha creato in pochi anni una nuova filiera agricola. 

Il pack choi è apprezzato per la sua versatilità: nelle cucine orientali viene usato in stufati, zuppe, piatti di riso o spaghetti. Ma basta fare un tour su Google per scoprire le più originali e sorprendenti ricette elaborate e proposte dal più misconosciuto dei food blogger a che conosciuti e rinomate.  

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