Frutta a guscio ed essiccata

28 agosto 2025

Nocciole: Cia Avellino chiede lo stato di calamità

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La corilicoltura irpina vive una delle annate più difficili di sempre. La cascola precoce, aggravata da cambiamenti climatici, parassiti e squilibri nutrizionali, ha ridotto drasticamente la produzione: ad Avellino non si supereranno le 4.000 tonnellate, con un calo medio del 50% e punte fino all’80% in molte aziende.

I danni stimati arrivano a dieci milioni di euro in provincia e a 26,4 milioni a livello regionale. All’incontro convocato dall’assessore Nicola Caputo presso l’assessorato all’Agricoltura, con la partecipazione di organizzazioni agricole ed enti di ricerca, il presidente di Cia Avellino Stefano Di Marzo ha ribadito: "La cascola precoce non è un episodio isolato, ma la spia di una fragilità strutturale del settore. Servono soluzioni immediate e concrete, altrimenti il comparto rischia il collasso". Durante la riunione, l’assessore Caputo ha garantito la disponibilità a reperire risorse, mentre il Crea ha avviato studi scientifici per individuare le cause del fenomeno. 

Le richieste di Cia Avellino

Cia Avellino ha presentato un dossier con richieste precise: il riconoscimento immediato dello stato di calamità naturale con indennizzi e agevolazioni; l'adozione di un Piano frutta in guscio regionale sul modello delle altre filiere strategiche; l'attivazione di un tavolo tecnico permanente; l'inclusione del comparto nocciole e castagne nell’azione A Srg 07 Csr Campania 2023-2027 con risorse dedicate. 

Di Marzo ha aggiunto: "Chiediamo chiarezza sugli interventi previsti dal Piano nazionale corilicolo. Non possiamo accettare che risorse preziose siano destinate solo a campagne promozionali mentre i produttori sono lasciati soli ad affrontare perdite drammatiche. È il momento di passare dalle parole ai fatti".

La provincia di Avellino, con 11.700 ettari coltivati a nocciolo e 7.900 aziende attive, rappresenta oltre il 10% della superficie corilicola nazionale. Un patrimonio che senza interventi urgenti rischia di perdere reddito, competitività e futuro.


Fonte: Cia Campania

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